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Pacchetto fiscale e registro unico: il Governo pronto a sbloccare lo stallo

Il consulente del ministro Orlando ci scrive dopo la nostra richiesta di spiegazioni sui ritardi nell'attuazione della riforma del Terzo settore (vedi articolo del presidente di Terzjus Lugi Bobba nelle correlate): "L’apporto autonomo e qualificato dell’insieme degli enti non sarà visto come ancillare, o peggio residuale, nella messa a terra dei progetti e delle molte risorse che ci troveremo a gestire nei prossimi anni, per questo a tutti è chiesto uno sforzo straordinario che ricalibri il proprio ruolo nella società"

di Wladimiro Boccali

Il completamento della Riforma del Terzo Settore arriva in un momento storico per il nostro Paese: l’attuazione dei progetti previsti nel PNRR, il varo del Social Economy Action Plan, la Programmazione dei Fondi strutturali.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (in foto la sede di via Fornovo, ndr.) è impegnato affinché, definito l’impianto delle regole che ridisegnerà il mondo degli enti del Terzo Settore, si possa squadernare concretamente e in tutto il territorio nazionale una stagione nuova nel consolidamento, ridefinizione e rilancio della qualità della vita nelle nostre comunità. Le parti più innovative e promozionali della Riforma, a partire dal sistema di relazioni tra la Pubblica Amministrazione e gli ETS regolato dal Titolo V del Codice del Terzo Settore e confermato dalla sentenza n. 131/2020 della Corte costituzionale, dovranno rappresentare il terreno avanzato di innovazione per il Pubblico e per l’insieme dei Soggetti dell’Impresa Sociale, del Volontariato, della Promozione Sociale, degli Enti di Promozione Sportiva.

La Riforma non può e non deve essere vista come un mero insieme di adempimenti, ma piuttosto come un’opportunità, tanto più dopo la fase pandemica, per costruire/ricostruire comunità accoglienti e solidali, facendo dell’economia sociale un protagonista non residuale della ripresa economica. Più volte si è detto che nel ridisegnare un modello di sviluppo che si poggia su un forte investimento di Risorse pubbliche, non possiamo tornare su binari che hanno portato alla creazione di sacche di esclusione nelle città e crescita di disuguaglianze. Questo principio sarà la nostra guida. L’apporto autonomo e qualificato dell’insieme degli enti del Terzo settore non sarà visto come ancillare, o peggio residuale, nella messa a terra dei progetti e delle molte risorse che ci troveremo a gestire nei prossimi anni, per questo a tutti è chiesto uno sforzo straordinario che ricalibri il proprio ruolo nella società. L’innovazione richiesta arriva e dovrà essere praticata da tutti.

Nel 2022 l’Italia sarà capofila del Comitato dei Seguiti della Dichiarazione di Lussemburgo-Tabella di marcia verso un ecosistema più ampio per le imprese dell’economia sociale. Utilizzeremo questa opportunità per costruire, d’intesa con le Regioni, le Autonomie Locali e la Rappresentanza del Terzo settore, un percorso di confronto internazionale e di approfondimento, valutazione delle strategie messe in atto con l’obiettivo di crescere, correggere, migliorare insieme.

Parallelamente, proseguirà l’impegno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel completamento della riforma: l’autunno sarà una stagione significativa, nella quale vedrà l’avvio il registro unico nazionale del Terzo settore, per il quale è imprescindibile il ruolo attivamente partecipe di tutte le amministrazioni regionali, per fare in modo che non siano disallineamenti territoriali, oggi non più tollerabili alla luce dell’unitarietà della cornice regolatoria offerta dal Codice.

Sempre in questo autunno sarà effettuata la notifica alla Commissione Ue delle disposizioni fiscali del codice e del d.lgs. n.112/2017 sull’impresa sociale soggette ad autorizzazione. Il Ministero ha voluto ascoltare le proposte delle rappresentanze del Terzo settore volte al miglioramento della disciplina fiscale e, sulla base di queste proposte, è pronto a sviluppare il necessario confronto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, dei cui esiti si dovrà tenere conto al momento dell’avvio del dialogo con Bruxelles.

Nel 2021 sono stati adottati importanti provvedimenti attuativi: il D.M. del 31 marzo recante le linee guida sui rapporti collaborativi tra PP.AA. e ETS; il regolamento del 19 maggio sulle attività diverse; decreto interministeriale (di concerto con il MISE) del 24 giugno 2021, concernente i criteri di computo dei ricavi dell’impresa sociale; il D.M. del 7 settembre di adozione delle linee guida in materia di coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti ed egli altri soggetti interessati all’attività dell’impresa sociale.

In prospettiva, l’attenzione è concentrata sul perfezionamento del regolamento sul social bonus, che richiede il concerto di quattro ministeri e sul quale si stanno operando le ultime limature al testo, richieste dal MEF. Il Ministero del lavoro ha espresso altresì il concerto sullo schema di decreto (di competenza MISE) riguardante l’assicurazione obbligatoria dei volontari; ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri le linee guida sulla raccolta fondi, sulle quali dovrà esprimere il proprio parere la Cabina di regia.


*esperto del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, per il Terzo Settore e l’Economia sociale


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