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A braccia aperte: un libro sui figli delle vittime di femminicidio

Gli orfani di femminicidio sono le vittime invisibili della violenza domestica. Una realtà che ancora resta nell’ombra, senza ascolto, senza servizi strutturati, senza presa in carico. Eppure in Italia sono già circa 2mila i bambini e i ragazzi in questa situazione. Un libro ora racconta le loro storie e il cambiamento che i quattro progetti selezionati dall'impresa sociale Con i Bambini intendono portare

di Sara De Carli e Sabina Pignataro

Miriam ha scoperto dal telegiornale che sua mamma era stata uccisa, con le foto di lei insieme alla madre che scorrevano sullo schermo, rubate dai social. Nel quartiere tutti sapevano già, ma nessuno l’aveva chiamata. I carabinieri la chiamano a sera: «Vieni, magari guardandoti negli occhi lui confesserà». Non succede. E quando esce dal commissariato, quella notte, Miriam non trova nessuno ad accoglierla. Sale su un treno a caso, alla ricerca di una nuova città in cui ricominciare. Quando Miriam rientra nella casa dissequestrata, tempo dopo, tutto è come quella sera: «Ho preso il mocio e ho ripulito», dice.

Miriam è un nome di fantasia, la storia – con la sua crudezza – è tutta vera. È una delle testimonianza raccolte nel focus book “A braccia aperte. Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio” che pubblichiamo alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. È un volume voluto dall’impresa sociale Con i Bambini, per illuminare l’invisibilità e la solitudine che ancora oggi circonda i figli delle vittime di femminicidio e di crimini domestici. Per denunciare il deserto desolante dei servizi e l’urgente necessità di fare un passo avanti, a braccia aperte, verso di loro. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, gli orfani di femminicidio sono le vittime invisibili. Sono il lato della violenza domestica che ancora resta nell’ombra, che ci ostiniamo a non voler vedere. Sono le vittime che restano in vita, come fantasmi. L’elefante nella stanza, direbbero gli inglesi. Il volume è scaricabile gratuitamente sul sito conibambini.org e dallo store di vita.it.

Per gli orfani di crimini domestici in Italia dal 2018 c’è una legge, è vero, e dal 2020 è attivo un fondo da 12 milioni di euro l’anno. Ma accedervi è complicato, tant’è che nel periodo 1° agosto 2020 – 31 luglio 2021 sono stati erogati appena 261mila euro a favore di 32 orfani; 29 assegni mensili da 300 euro (per un totale di 8.700 euro); 65mila euro come ristoro di spese mediche e borse di studio per 17 orfani. Manca l’informazione, manca la consapevolezza dei propri diritti, manca una procedura uniforme che scatti in tutto il Paese ogni volta che accade un femminicidio. Di fronte a un femminicidio – purtroppo uno ogni tre giorni – nessuno sistematicamente si chiede se quella donna aveva dei figli, nessuno li va a cercare, nessuno si preoccupa di loro.

Tutto è lasciato al buon senso e alla sensibilità delle persone, ma non può essere il caso a governare un momento tanto delicato com’è quello immediatamente successivo a una tragedia del genere. «Ci si preoccupa di attivare la polizia, la scientifica, si informa la stampa… ma ci si dimentica troppo spesso di chiamare un terapeuta che parli con i figli della vittima», racconta Nadia Teresa Muscialini, psicoterapeuta che da vent’anni si occupa di questi orfani. Manca una presa in carico flessibile e personalizzata, capace di ascoltare le storie di ciascuno e di accogliere bisogni e desideri. Manca persino un elenco che indichi quanti siano gli orfani speciali in Italia.

Per accendere una luce sui bambini e i ragazzi figli delle vittime di femminicidio e per progettare interventi innovativi di presa in carico dei loro bisogni, l’impresa sociale Con i Bambini nel 2020 ha pubblicato il bando “A braccia aperte” e stanziato 10 milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Dopo un intenso percorso di co-progettazione, i quattro partenariati selezionati stanno avviando in queste settimane i loro progetti, che dureranno 48 mesi e che copriranno l’intero territorio nazionale. I quattro capofila sono i Centri Antiviolenza EMMA Onlus (Nord Est), la coperativa sociale Iside (Nord Ovest), l’associazione Il Giardino Segreto (Centro) e la cooperativa sociale Irene ’95 (Sud e Isole). Sono previste azioni di presa in carico degli orfani tra 0 e 21 anni, di supporto alle famiglie affidatarie, di capacity building per operatori sanitari e sociali, forze dell’ordine, insegnanti e di prevenzione e sensibilizzazione. Ci saranno delle doti educative, verrà garantito il supporto psicologico in emergenza e poi per tutto il tempo necessario, nasceranno spazi dedicati ed équipe che si attiveranno immediatamente, verranno introdotte figure innovative come il tutor di resilienza. L’obiettivo è quello di lasciare al Paese, a fine progetto, un modello di intervento efficace, da utilizzare in tutta Italia in maniera omogenea. Perché questi bambini e ragazzi sono due volte orfani, di madre e spesso anche di padre, suicida o in carcere: non possono essere orfani anche dello Stato.


Il focus book “A braccia aperte. Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio”, a cura di Sara De Carli e Sabina Pignataro, è scaricabile gratuitamente da www.conibambini.org e dallo store di vita.it a questo link. Il volume è realizzato in collaborazione con l’impresa sociale Con i Bambini. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, di cui Con i Bambini è soggetto attuatore, nasce nel 2016 grazie a un accordo tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, Governo e Forum del Terzo Settore, per il sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Con i Bambini è una società senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud.


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