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Cooperazione & Relazioni internazionali

Colombia, la società civile italiana racconta un’oppressione lunga 45 anni

La storia recente del Paese è solo una parte dell’oppressione che il popolo colombiano subisce dal 1925, gli anni della “violencia” la cui ultima tappa è la vicenda del cooperante italiano Mario Paciolla, trovato morto nella sua abitazione il 15 luglio 2020. Il quadro della situazione sarà affrontato dalla società civile italiana in Colombia alla Camera dei Deputati martedì 30 novembre

di Cristiano Morsolin

Dal 28 aprile 2021 le forze speciali della polizia colombiana hanno represso con brutalità e ferocia manifestazioni pacifiche, uccidendo, violentando e facendo sparire cittadini e cittadine inermi. Lo sciopero nazionale e la mobilitazione sociale e politica in Colombia nascono da un profondo disagio della popolazione prodotto da anni di diseguaglianze e violenze e acutizzato dal governo del presidente Iván Duque.

In uno scenario, anche temporale, differente ma nella stessa matrice si registra poi la vicenda del cooperante italiano Mario Paciolla, trovato morto nella sua abitazione in Colombia, il 15 luglio 2020, in circostanze ancora tutte da chiarire. Il cooperante lavorava come osservatore sul campo della missione di verifica degli accordi di pace del 2016 delle Nazioni Unite. Come Giulio Regeni in Egitto, massacrato al pari di tanti militanti dei diritti umani, così Paciolla, su cui le indagini in corso dovranno dare delle risposte.

La storia recente del Paese è solo una parte dell’oppressione che il popolo colombiano subisce dal 1925, gli anni della “violencia”. Una guerra impari che ha visto da una parte stato, esercito, partiti di estrema destra, paramilitari, guerriglieri, servizi segreti e dall’altra un popolo inerme: i desplazados, gli oppositori politici e i comuni cittadini.

Della storia e della recente cronaca del popolo colombiano ne parleranno in una conferenza stampa presso la sala stampa della Camera dei Deputati il prossimo martedì 30 novembre 2021 alle 12.00: l’onorevole Doriana Sarli (Gruppo Misto); Flavia Famà, autrice del libro “I morti non parlano – La guerra infinita in Colombia”; Juan Camilo Zuluaga, del Nodo Italia CEV a sostegno della Commissione della Verità; Simona Fraudatario, del Tribunale Permanente dei Popoli; don Luigi Ciotti, Presidente di Libera Contro le Mafie. Interverranno i genitori di Mario Paciolla.

L’avvocato Flavia Famà, ha commentato a VITA: «Io dirò due parole su Salvatore Mancuso e su Mario Paciolla e come figlia di una vittima di mafia dirò che sono stanca di commemorare i morti e chiederò di attivarsi tutti per implementare la pace e sostenere gli impegni che la società civile chiede sul disarmo. E di fare “presto e bene perché si muore”. Voglio lasciare tutto lo spazio agli altri, sopratutto ascoltare i genitori di Mario Paciolla e a don Ciotti».

Comunicato della società civile italiana in Colombia
Per l’occasione, la società civile italiana che lavora in Colombia da oltre un decennio (tra cui Osservatorio Selvas, Fondazione Millenia presieduta da Francesco Vincenti-Ambasciatore Emerito delle Nazioni Unite in Colombia, Missionari della Consolata, Cipsi, associazione Escuela Viajera) ha diffuso un comunicato dove si sottolinea che “prima di tutto ci uniamo ai genitori di Mario Paciolla, Anna e Giuseppe Paciolla, per chiedere giustizia e verità per la morte di Mario, ricordando anche la persecuzione di altri missionari italiani come per esempio P. Giacinto Franzoi, processato per essere falsamente considerato ausiliatore della guerriglia Farc, come promotore della Campagna “Non Solo Coca” dei missionari della Consolata, come denunciammo nell’aprile 2017 alla Conferenza Stampa organizzata dal Diputato Davide Mattiello per la presentazione del libro ”Antimafia Andina. Il Contributo della antimafia sociale e della non violenza alla pace in Colombia” (Morsolin C.Antropos Ed.), insieme a P. Gaetano Mazzoleni.

Considerando l’impegno del Deputato Erasmo Palazzotto e di altri deputati, nel controllo del commercio delle armi in Egitto e Arabia Saudita, chiediamo al Parlamento Italiano il boycott delle armi italiane che hanno contribuito «almeno a 60 sono morti della repressione alle proteste in Colombia contro le riforme imposte dal Governo di Ivan Duque (aprile e giugno 2021). E sono armi di guerra che si chiamano Venom: la costruisce l'azienda spagnola Vimad Global Service, partner la Leonardo, impresa italiana partecipata al 30% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ancora una volta le armi Made in Europe vengono utilizzate per la repressione dei diritti civili. Basta!» sottolinea On. Palazzotto.

Chiediamo sostegno alla continuazione dell’Osservatorio LIBERANDE, nato nel 2007 tra Libera, Osservatorio Selvas, Provincia di Milano e Movimento di vittime Movice, per approfondire la tematica globale dell’antimafia globale considerando la liason tra i paramilitari (Salvatore Mancuso) e la ‘ndrangheta calabrese che tiene il monopolio per l’accesso della cocaina colombiana in Europa.

Chiediamo al Deputato Paolo Siani, presidente della Commissione parlamentare dell’infanzia e fratello del giornalista vittima della Camorra Giancarlo Siani, di sostenenere la continuazione del progetto di educativa di strada tra Escuela Viajera di Bogotà e i Maestri di Strada di Napoli, nato nell’ambito della mobilitazione mondiale per l’elaborazione delle Raccomendazioni delle Nazioni Unite per la tematica dei bambini/e e adolescenti che lavorano e vivono in strada.

Chiediamo il sostegno di progetti di commercio equo e consumo responsabile, come per esempio il progetto di coltivazione del caffè della Comunità di Pace di San jose de Apartado, e della interposizione non-violenta dell’Operazione Colomba e Comunità Papa Giovanni APG23.

Chiediamo il sostegno a progetti della Chiesa Progressista come Missionari de La Consolata, Osservatorio sulla realtà sociale dell’Arcidiocesi di Cali, Istituto gesuita CINEP, in favore della pace. Considerando l’impegno dell’Istituto di Cultura Italiana di Città del Messico (che ha invitato esperti italiani come Nando dalla Chiesa), chiediamo che anche l’Ambasciata italiana e l’Istituto di Cultura Italiana di Bogotà, promuovino iniziative sulla lotta contro le mafie. Chiediamo all’Onorevole Laura Boldrini, di organizzare una nuova udienza dopo quella dedicata gia nel maggio 2021 alla Colombia, a cui ha partecipato anche l’onorevole Doriana Sarli, per approfondire il contributo italiano alla lotta per la costruzione della pace in un paese autoritario, caratterizzato da mezzo secolo di conflitto interno che ha provocato 8 milioni di vittime, dove sono stati assassinati 1200 lider sociali dalla firma degli accordi di pace con le Farc nel 2016”, conclude il comunicato.

Conclusione
Concludendo, va sottolineato la dichiarazione dell’Onorevole Doriana Sarli dello scorso 28 ottobre: “Fa veramente male vedere il ministro Luigi Di Maio ricevere con tutti gli onori la Vicepresidente della Colombia Marta Ramirez e tutta la delegazione colombiana. La diplomazia internazionale deve avere dei limiti verso un governo che ha represso con brutalità e ferocia manifestazioni pacifiche, uccidendo, violentando e facendo sparire cittadini e cittadine inermi. Un nostro ministro non può stringere le mani ai componenti di un esecutivo appena condannato di genocidio politico dal Tribunale permanente dei popoli, che non collabora nella ricerca della verità sull’omicidio del cooperante italiano dell’ONU in Colombia Mario Paciolla. Mi domando se Di Maio sappia di aver accolto con tutti gli onori e la gloria una rappresentante politica impopolare, che sembrerebbe legata con la sua famiglia al narcotraffico. Mentre lui sorride in Colombia si muore per le proprie idee e per un futuro migliore (…) Credo che i rapporti diplomatici, che sono sicuramente complessi, richiedano un certo spessore politico e culturale. Però molte di queste relazioni sono condizionate, come è ovvio che sia, da interessi economici. Trattare con governi stranieri macchiati di crimini e di violazione dei diritti umani non dovrebbe MAI essere un " senza condizione alcuna". Altrimenti si è complici”, conclude Sarli.

Sulla complessita del conflitto colombiano che si trascina da 50 anni (documentato da VITA), Cristiano Morsolin ha scritto il libro “Antimafia Andina”, presentato il 5 aprile 2017 alla Camera dei Deputati, Edizioni Antropos, 2017, con prologo di Pino Arlacchi, gia Vice Segretario generale delle Nazioni Unite. Il nuovo libro di Morsolin, “La bomba que hizo caer el ministro. Europa empezò el boycott frente a la barbarie en Colombia” (Andropos Edizioni, Bogotà 2021) offre vari elementi interpretativi che posso essere utili per comprender anche la vicenda di Mario Paciolla, osservatore ONU ucciso a San Vicente del Caguan nel luglio 2020, ricordando anche Enrico Fierro, il giornalismo militante che sfida anche la ‘ndrangheta in Colombia.


Per partecipare alla conferenza stampa è necessario l’accreditamento e il possesso del Green Pass.
Contatti: sarli_d@camera.it
Si prega di segnalare in fase di accreditamento l’utilizzo di materiale tecnico.
La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta sul canale web della Camera dei Deputati.

*Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina dove vive dal 2001


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