Welfare & Lavoro

Stefani: «Dalla Disability Card alla Legge Delega, sulla disabilità pronti a cambiare passo»

Sono giornate calde al Ministero per le disabilità. Sul tavolo molti fascicoli. C’è il varo della Disability Card che parte oggi, le tappe forzate per l’approvazione della Legge Delega, le misure per persone con disabilità all’interno dell’assegno unico universale, il nodo dei tassi di occupazioni sempre troppo bassi, le criticità del Dopo di noi e il caso dell’assegno di invalidità ai lavoratori. Facciamo il punto col ministro alla vigilia della giornata internazionale delle persone con disabilità

di Lorenzo Maria Alvaro

«La legge delega sulla disabilità che ci accingiamo a fare approvare in Parlamento sarà rivolta a creare un "contenitore" dove mettere in raccordo tutti i soggetti coinvolti: comune, regione, enti del Terzo settore, i vari profili che riguardano la persona con disabilità». Così riassume il progetto normativo a cui sta lavorando il ministro per le Disabilità Erika Stefani. Nel frattempo è stata approvata la nuova ”Disability Card“ e si sta lavorando ad alcune emergenze come il Dopo di noi e l’assegno di invalidità ai lavoratori. Vita.it ha fatto con il ministro il punto su tutti i lavori in corso.


Sembra che la disability card sarà finalmente realtà. Che cambiamenti apporterà?
La Disability Card è una tessera di semplificazione che porterà dentro di sé tutti i dati relativi ad una persona. Le persone con disabilità soffrono un’eccessiva burocrazia. Non tutte le disabilità, ad esempio, sono visibili, e in alcuni casi si concretizzano situazioni spiacevoli per cui le persone devono dimostrate la propria condizione portando con sé verbali di accertamento di invalidità civile. Con la tessera si evita questo tipo di situazioni. Ma la bellezza della Card, che è un progetto europeo, riguarda la sua apertura. Già oggi noi abbiamo una convenzione con i Beni Culturali. Nel momento in cui verrà stampata la tessera si potrà accedere a musei. Ma essendo uno strumento aaperto a ogni nuova convenzione, per esempio Poste, federazione sportive, autostrade, potremo aggiungere nuovi servizi.

Con che tempi diventerà disponibile?
Auspico che con l'anno nuovo avremo le prime tessere di Disability Card stampate. Ci manca l'accordo con il tipografico per la stampa della tessera e la relativa convenzione che dovrà passare alla Corte dei Conti.

State lavorando nel contempo alla Legge Delega come richiesto dall’Europa. A che punto siete?
Stiamo lavorando a qualcosa di diverso rispetto a un Testo Unico o ad un Codice. Questa Legge Delega non vuole riformare il sistema della 104, delle pensioni e dell’accompagno. E neanche ha la presunzione di prendere la normativa per farne un nuovo codice. È una norma concentrata sull’attuazione del progetto individuale di vita. È una norma procedurale per semplificare i passaggi che una persona con disabilità deve affrontare per costruire il proprio progetto di vita. Oggi un disabile per accertare la propria condizione deve passare da innumerevoli enti e uffici. Con la Legge Delega vogliamo ridurre tutto ad un unico processo con un unico interlocutore. Vogliamo costruire un contenitore in cui ci siano tutte le figure con cui la persona con disabilità è tenuto a dialogare. Penso al Comune, le Regioni, la parte socioassistenziale, ortopedici, fisioterapisti, neuropsichiatri e enti del terzo settore. Non verrà quindi modificato il contenuto sostanziale della legge 104. Non toccheremo nulla di quello che già c’è. Ci limitiamo ad aggiungere il concetto di valutazione multidimensionale in senso semplificativo.

Quanto tempo ci vorrà per vederla diventare realtà?
Siamo obbligati perché ce lo impone il Pnrr: Eentro il 31 dicembre 2021 dobbiamo approvare la legge. Entro i venti mesi successivi devono poi essere adottati tutti i decreti legislativi delegati. Se non venisse rispettata questa tabella di marcia l’Italia incorrerebbe in sanzioni da parte della Commissione Europea.

Questa “scatola” che raccoglie tutti i servizi non rischia di essere un po’ troppo ambiziosa?
Naturalmente abbiamo previsto meccanismi di monitoraggio che vigileranno sul funzionamento. Certamente è un progetto che richiede uno sforzo. Però se continuiamo a dire che è difficile innovare sul mondo delle disabilità rimarremo sempre fermi. Dobbiamo avere il coraggio di affrontare i cambiamenti e prenderci la responsabilità di immaginare nuove soluzioni.

L’assegno unico universale prevede misure specifiche per la disabilità?
Sì, l’assegno unico universale esprime una particolare attenzione per le disabilità. Prevede infatti, nello specifico, per i figli con disabilità minorenni, una maggiorazione che varia da 105 a 85 euro mensili, in base alla condizione di disabilità (non autosufficienza, grave e media), che si aggiunge ai 175 euro mensili previsti invece per tutti i figli (importo graduato in base all’Isee). Inoltre per i figli con disabilità, che hanno un’età compresa tra i 18 e i 21 anni, la maggiorazione è di 50 euro al mese. Per i figli a carico con disabilità, ultra 21enni, è previsto un assegno a vita di 85 euro mensili, importo variabile in base all’indicatore Isee. Una grande svolta che è stata compiuta grazie all’intenso lavoro compiuto dai nostri uffici in sinergia con le amministrazioni proponenti.

La legge sul Dopo di noi non ha avuto il successo sperato. È un problema di fondi?
L’ultima relazione riporta un panorama di applicazione molto differenziato tra Regione e Regione. La legge del Dopo di Noi, la legge 112/16, apre un’opportunità, apre ad un forte partenariato tra pubblico e privato. Ma è una norma complessa che occorre conoscere bene per poterla applicare. Quello che è certo è che non è una questione di fondi, molte delle risorse ripartite infatti non sono state utilizzate. C’è un gruppo di lavoro che abbiamo presso l’osservatorio delle disabilità che sta elaborando delle proposte incentrate su benefici fiscali e sulla modifica della normativa sulla successione della legittima, cioè la parte indisponibile dell’eredità. Non è facile costruire dopo di noi ma la cosa più difficile su cui stiamo lavorando è mantenere il dopo di noi.

Anche l’accesso al lavoro delle persone con disabilità è al centro del dibattito. I numeri sono ancora etremamente bassi…
Abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro un tavolo di analisi e riflessione sul tema. Non è ancora partito. Riteniamo sia necessario perché oggi la Legge 68 prevede una quota obbligatoria per l’assunzione delle categorie protette e sanzioni. Il Ministro Orlando ha aumentato le sanzioni, ma occorre capire se basti questo sistema obbligatorio e sanzionatorio. Dobbiamo purtroppo prendere atto del fatto che ad oggi la domanda ed offerta di lavoro per le persone con disabilità non funziona. Ad oggi il meccanismo dell’inclusione lavorativa non sta dando i risultati sperati. Mi auguro che il tempo del Governo sia lungo a sufficienza per trovare soluzioni. Oggi molte aziende pensano che la disabilità possa essere un peso. In realtà offrire posti di lavoro per persone con disabilità è non solo una grande risorsa ma anche un’opportunità per qualificare la propria azione, esattamente come è avvenuto con il green. Diventa un vantaggio strategico e competitivo. Occorre che questo passaggio culturale venga fatto.

Assegno di invalidità a chi svolge un lavoro. Si riuscirà a risolvere l’impasse?
La vicenda è sorta su una questione interpretativa della norma. Come Governo il ministro Orlando ha già avanzato una bozza di norma che risolve il problema alla radice. Permetterà quindi di continuare a percepire l’invalidità anche laddove lavori. L’emendamento sarà introdotto all’interno del primo provvedimento utile che diventi legge. Quindi in conversione del decreto legge fiscale.


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