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“Ricominciare!”, il progetto di Avsi dove l’integrazione passa per il lavoro

“Ricominciare! Formazione e inserimento al lavoro di giovani rifugiati” è un progetto dell'organizzazione umanitaria Avsi, sostenuto nel 2020 anche da Fondazione Cattolica Assicurazioni, che ha coinvolto 67 migranti titolari di protezione e 15 aziende

di Anna Spena

Quando si chiede ad Adriano Tomba, segretario generale di Fondazione Cattolica Assicurazioni, perché con la fondazione hanno deciso di sostenere il progetto dell’organizzazione umanitaria AvsiRicominciare! Formazione e inserimento al lavoro di giovani rifugiati”, risponde: «Perché è un progetto che rimette al centro le persone, costruisce reti, e le reti tengono vive le comunità».

L’obiettivo dell’iniziativa è stata la promozione dell’inserimento lavorativo di giovani, donne e uomini, titolari di protezione internazionale e umanitaria, in 15 aziende. Hanno partecipato 67 beneficiari, coinvolti in 3 settori (logistica, pulizie industriali e sanificazioni e collaboratrice domestica) per 43 inserimenti complessivi fra diretti con contratto (16) e tirocini formativi (27). 26 beneficiari hanno trovato occupazione al termine del programma.

Il fenomeno migratorio in Italia è estremamente divisivo: «Eppure», spiega Tomba, «le persone sono una risorsa. E infatti questo non è un progetto assistenzialistico ma inclusivo. Viviamo in un mondo che si fonda sulla prestazione, sulla competizione, sull’uno contro tutti. E a vivere così abbiamo creato un modello escludente dove a fronte di uno che vince, tanti perdono».

Il progetto “ricominciare” è giunto nell’anno 2020 alla sua quinta edizione. Nel corso degli anni si sono perfezionate le aree di criticità, sono stati coinvolti nuovi partner in grado di qualificare l’offerta formativa, è stato ampliato il network delle aziende che hanno aderito al progetto, è stata fatta una diversificazione dei settori di inserimento e si è costruito un vero e proprio team di progetto che – con sistematicità attraverso riunioni di monitoraggio che si svolgono una volta ogni mese e mezzo – entra nel merito delle attività in corso, individuando le aree di fragilità che i beneficiari manifestano e le conseguenti misure da adottare per rafforzarne la tenuta. La forza dell’iniziativa sta nella rete che è composta, insieme ad Avsi, da Cooperativa Farsi Prossimo, ACLI Lombardia, fondazione ENAIP Lombardia, Consorzio Farsi Prossimo, Associazione San Martino onlus.

«A partire dal mese di marzo 2020 le attività del progetto “Ricominciare – formazione e inserimento al lavoro di giovani rifugiati”, sono state sospese. Il progetto inizialmente prevedeva la formazione nel campo della ristorazione», dicono da Avsi. «Ma da questo imprevisto è partita l’azione di scouting verso le aziende della logistica, verificando la possibilità di inserire nel mondo del lavoro i beneficiari del progetto. È stata l’occasione per intercettare nuove opportunità, entrare in contatto con nuove aziende, presentare il progetto a chi non lo conosceva, stabilire nuovi rapporti anche laddove non c’erano, per condizioni oggettive o contingenze del mercato, verificare possibilità di inserimenti. La programmazione delle attività formative è stata proseguita a distanza dei candidati selezionati».

I beneficiari sono stati sentiti più volte secondo i criteri di: esperienze lavorative pregresse, conoscenza della lingua italiana, motivazione, interesse, autonomia negli spostamenti, capacità di comprendere il valore della proposta del progetto. «Contemporaneamente», continua Avsi, «le esigenze di inserimenti in alcune aziende si erano fatte particolarmente urgenti e pertanto è stato deciso di definire due gruppi di candidati: quelli che avevano pregresse esperienze lavorative, in possesso di un più che discreto livello di italiano, e che erano immediatamente pronti per gli inserimenti e quelli che necessitavano di un percorso (seppur breve) di formazione. Per loro è stata individuata e programmata l’attività di formazione a distanza di complessive 33 ore dove si sono trattati i contenuti relativi alla gestione dello stress, della comunicazione con il responsabile e con i colleghi, al funzionamento di un magazzino e le strumentazioni IT previste, Supply Chain, un modulo di sicurezza sul lavoro base, un modulo di formazione sanitaria – emergenza Coronavirus».

«Se si vuole tenere in piedi il nostro modello che si basa su produzione e consumo», continua Tomba, «l’inclusione deve essere il nostro primo obiettivo, altrimenti si continuerà a produrre ma senza nessuno che compra. Il progetto “Ricominciare” vede le persone come soggetti e non come oggetti di un ingranaggio e il confronto continuo con la diversità è il valore aggiunto, altrimenti rischiamo di passare da un eco sistema ad un ego sistema».

Credit Foto Francesco Pistilli


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