Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

TorPiùBella, esaltare il bello delle periferie per contrastare il degrado sociale

L'associazione di volontari si è costituita per dire no allo spaccio di stupefacenti, agli allacci abusivi, alla violenza della criminalità tra i palazzi del quartiere popolare di Roma. Minacce e aggressioni non hanno fermato le persone che intendono vivere nella legalità. Una rete con tante altre associazioni del sociale, che ha organizzato una grande manifestazione in programma sabato per ricordare le vittime della droga

di Luigi Alfonso

«A Tor Bella Monaca non c'è mai stata una ribellione popolare. Quella di sabato prossimo sarà la prima manifestazione contro le droghe e la criminalità organizzata. Diremo no alla violenza e a tutto ciò che ruota attorno allo spaccio di stupefacenti». Tiziana Ronzio , presidente dell'associazione “ TorPiùBella”, precisa subito che l'evento del 19 febbraio (ore 17) non sarà dedicato soltanto alla ragazza tragicamente morta lo scorso 30 gennaio precipitando da una delle torri del quartiere, bensì a tutte le vittime della droga di quel territorio. L'iniziativa, in verità, è la seconda a distanza di qualche anno: tempo fa una manifestazione di solidarietà era stata indetta da numerose associazioni di volontariato, a sostegno proprio di Tiziana Ronzio, che era stata brutalmente aggredita da uno spacciatore del rione.

Dalla legalità alla denuncia all'ascolto: sono tante le tappe percorse dall'associazione, nata a cavallo tra il 2014 e il 2015 per volontà di una decina di donne che risiedono nel gigantesco condominio: una delle quattro torri gestite dall'Ater (l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale), che sono affiancate da altri palazzi gemelli di 14 piani ciascuno, 72 nuclei familiari per 250 inquilini in ogni torre.

«L'associazione è nata un po' per caso», spiega Ronzio, « eravamo esasperate dalla situazione di illegalità che imperversava nel nostro palazzo. Numerosi inquilini erano allacciati abusivamente alla rete elettrica, come spesso accade nelle case popolari . Ciò aveva originato un black-out che non consentiva l'utilizzo degli ascensori e aveva messo fuori uso la luce delle scale e l'autoclave che pompa l'acqua ai piani alti. Il culmine era stato toccato quando un tecnico dell'Ater, che era venuto per ripristinare una parte del danno, era stato colpito da una scarica elettrica. Per fortuna non è morto, ma la drammatica scena cui ho assistito mi ha sconvolta e spinto a prendere l'iniziativa che oggi coinvolge donne e uomini, non solo della nostra torre. Che ora è diventata la torre della legalità ».

Sono almeno un volontario, anche se non viene la tenuta della contabilità degli aderenti. «C'è chi entra, chi esce, chi dopo un po' ritorna. Ognuno offre il proprio contributo, la propria conoscenza. Non abbiamo fatto tesseramenti, ci sono soltanto tante persone che hanno a cuore il bene comune», precisa Ronzio.
All'inizio esisteva un comitato di quartiere che segnalava tutte queste problematiche all'Ater, alle forze di polizia ea quanti potessero dare ascolto al loro malessere. Solo in un secondo momento è stata fondata l'associazione, che ha permesso di avere più voce dopo 30 anni di silenzi di molti e gli espedienti di pochi. «La scena di quel tecnico dell'Ater ha scatenato in me una rabbia incontrollabile e mi ha spinto a chiedermi: ma davvero dobbiamo vivere in queste condizioni? Possibile che non abbiamo il coraggio di ribellarci a questa gente? Non era solo un problema di allacci abusivi, ma anche una questione di sicurezza per tutti coloro che abitano in questo palazzo. Dal momento in cui ci siamo costituiti in associazione, non ci siamo più fermati. Ogni cosa ha i suoi tempi, ci vuole la costanza di bussare a tutte le porte. Ci siamo rimboccati le maniche, denunciando con perseveranza tutti gli abusi e pulendo le parti comuni che erano diventate vere discariche. Un buon genitore non può far vivere i propri figli in un ambiente così degradato.Ma non dimentico che la droga può colpire chiunque, e chiunque può essere tra da questa tragedia».

Non è stato facile, non sono mancate le ritorsioni, le minacce e persino le aggressioni fisiche. Ma questo gruppo di inquilini non ha abbassato la testa, e nemmeno lo sguardo . E le fila sono andate ingrossandosi sempre più. L'associazione ha tessuto una tela e costruito una rete di contatti con altre straordinarie realtà.
«Un condominio di queste dimensioni presenta tante problematiche, non sempre di facile soluzione», commenta la presidente. « Un gruppo di psicologi all'inizio ci ha sostenuti, assistendo a confronti serrati: ci siamo resi conto che, in fondo, la maggior parte di noi voleva raggiungere gli stessi obiettivi, ma ognuno si esprimeva con modalità differenti che non portavano a un dialogo sereno e costruttivo. Abbiamo imparato a parlare più serenamente, e i risultati sono arrivati ​​​​​​​​​a poco a poco. Il problema più grosso era quello della droga: nei vari pianerottoli del condominio c'erano le cosiddette piazze di spaccio, dove accadeva di tutto : circolavano spacciatori armati di pistola e drogati di tutti i tipi (violenti, aggressivi, allucinati e incontrollabili, gente che faceva i bisogni corporali oppure vomitava dove capitava) che magari si sparavano la dose a poche centinaia di metri».
Polizia e carabinieri, soprattutto i militari della caserma di Tor Bella Monaca, hanno svolto un grande lavoro di prevenzione e lotta alla criminalità, e continuano a farlo. «Non ci stancheremo mai di ringraziarli. Alcune persone conniventi sostengono quei delinquenti ma molte piazze di spaccio sono nate e morte in appena dieci giorni, forse meno. Perché tanta gente, esasperata, ha iniziato a denunciare queste attività illecite».

L'episodio della ragazza precipitata da 30 metri, non si sa se a causa di un gesto volontario oppure per mano di qualche criminale, è accaduto in un'altra torre ma ciò non ha impedito all'associazione TorPiùBella di organizzare la manifestazione di sabato prossimo , in collaborazione con Nonna Roma, Libera Roma, Spi VI Lega – Comprensorio Roma Est, Associazione 21 luglio, Croce Rossa e Polo Ex Fienile .
« Abbiamo toccato il fondo », sottolinea con amarezza Ronzio. «Che fosse cosciente o meno, non spetta a noi dirlo ma agli inquirenti. La stessa sorte è accaduta qualche mese fa a un altro ragazzo. Dobbiamo dimostrare che sono storie che non ci appartengono, e vogliamo mostrare il bello che qui non manca. Se si mostra sempre e solo il brutto, il bello non emerge. A breve partiremo con gli orti urbani, che coinvolgeranno tutti gli inquilini. Le torri non sono solo degrado ».
Molti progressi sono stati fatti quando hanno sgomberato alcune famiglie di spacciatori e pregiudicati. Vivevano ben oltre i limiti della legalità, erano morosi e con allacci abusivi di luce, acqua e gas. Ovviamente, non tolleravano l'attività di questi volontari.

Occorre più coraggio, senso civico o incoscienza per farsi carico di tutti questi problemi ed esporre se stessi e la propria famiglia? «Forse un mix delle tre cose. Non avrei mai pensato di finire sotto la vigilanza H24 dei carabinieri, a causa di minacce e aggressioni. Questo mi ha fatto riflettere a lungo. Ma il pericolo arriva anche se non vuoi, magari per una resa di conti oppure perché vieni travolto dall'auto guidata da un tossicodipendente completamente “fatto”. La legalità è troppo importante per voltare la faccia dall'altra parte. Oggi siamo riusciti a innescare un processo di integrazione con molte di queste famiglie. Poi, ovviamente, non si può risultare simpatici a tutti. C'è chi ha paura di salutarci o di fermarsi a scambiare due chiacchiere con noi. Siamo di disturbo per chi gestisce questi grandi interessi economici».
Tra le attività svolte da TorPiùBella, lo sportello sociale d'ascolto e di informazioni per le case popolari. Insieme a Nonna Roma, una volta al mese, vengono distribuiti i pacchi alimentari alle famiglie meno abbienti. «In questo modo – spiega Ronzio – entriamo in sintonia con quelle famiglie e intercettiamo i loro bisogni, le loro necessità. Tutti hanno bisogno di parlare con qualcuno. In questo mondo estremamente tecnologico, emerge la necessità di essere ascoltati. E il bisogno di solidarietà e di aiuto morale, oltre che materiale. Soprattutto nelle periferie urbane, ma non solo».

Ascolta il nostro podcast su TorPiùBella

Credits: foto gentilmente concesse da Antonio Latini e Mimmo Urzia


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA