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Anziani, il gps di Penelope per ritrovare quelli scomparsi

In Puglia, dal 1974 al 2021 sono 46 le persone anziane scomparse e mai più ritrovate, mentre molte di più sono quelle poi ritrovate senza vita. Per questo, l’associazione Penelope sta sperimentando il progetto “S.E.G.U.I.M.I.”, che punta a dotare quanti soffrono di patologie neurodegenerative, di un dispositivo di geolocalizzazione che consenta di individuarne la posizione mediante il Gps. E lancia un appello alle istituzioni affinché l'ausilio medico diventi un diritto per tutti.

di Emiliano Moccia

Per tre giorni è sopravvissuto all'addiaccio, nonostante le rigide temperature invernali. Era rimasto incastrato tra i rovi a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, dopo essersi allontanato di casa per spostarsi verso le zone di campagna. Enrico, che quando è stato ritrovato dalle squadre di soccorso, aveva 66 anni, ha rischiato seriamente di perdere la vita. Come le centinaia di persone scomparse in Italia che sono state poi ritrovate morte o di cui non si hanno più notizie. «Un limbo in cui sono costretti a vivere i famigliari di quanti spariscono senza lasciare tracce e di cui non si hanno più informazioni. In Puglia, dal 1974 al 2021 sono 46 le persone anziane scomparse e mai più ritrovate, mentre molte di più sono quelle poi ritrovate senza vita». Annalisa Loconsole ha vissuto sulla sua pelle l’improvvisa scomparsa del padre avvenuta circa 15 anni fa. Era un vigile del fuoco in pensione, affetto da una malattia senile. Un giorno è andato via di casa e di lui non si hanno avuto più notizie. Un dramma che ha avvicinato Annalisa all’associazione Penelope nata per dare sostegno a tutte le persone che si ritrovano catapultate nel buio della scomparsa di un proprio parente o amico.

L’importanza dei dispositivi

«Molti anziani affetti da disturbi neurologici o psichiatrici si allontanano dalle case di riposo, dagli ospedali, dalle loro abitazioni senza lasciaretracce di sè. Una delle caratteristiche principali è il vagabondaggio, perché smarriscono il senso di orientamento». Oggi Annalisa Loconsole presiede la rete di Penelope Puglia con la quale porta avanti una battaglia importante: «Le istituzioni devono comprendere la necessità di dotare le famiglie con parenti affetti da Alzheimer o patologie neurodegenerative di dispositivi di geolocalizzazione, perché questi ausili rappresentano in molti casi dei salva-vita. Non possono lasciare sole le famiglie nelle circostanze in cui un loro caro scompare all’improvviso senza dare più notizia. Occorre fare prevenzione, mettere in campo tutte le misure necessarie. L’Unione Europea ha già richiamato i Paesi membri affinché adottino tutte le cautele utili per affrontare il tema delle demenze che nel 2030 saranno raddoppiate. L’Italia» spiega Loconsole «si sta adeguando con un Piano per le persone scomparse e le Regioni sono chiamate a recepirlo per garantire una sanità uguale ed accessibile a tutti». Basti pensare che solo nel 2021 in Italia sono risultate 756 denunce di persone over 65 scomparse: di queste 620 riguardano soggetti che sono stati ritrovati, mentre quelli ancora da ritrovare sono 136..

Il progetto “S.E.G.U.I.M.I.”

Per questo, attraverso le donazioni del 5xmille, Penelope Puglia sta sperimentando il progetto “S.E.G.U.I.M.I.” (Sistema Elettronico di Gestione Univoca Informazioni per la Massima Incolumità), che punta a dotare le persone, generalmente anziane, che soffrono di patologie neurodegenerative, di un dispositivo di geolocalizzazione che consenta di individuarne la posizione mediante il Gps. «Con questo progetto intendiamo agire in chiave preventiva per garantire a coloro che soffrono di patologie neurodegenerative, un numero che nei prossimi anni è destinato a crescere drammaticamente, dignità e inclusione riconoscendo loro libertà di movimento e, al contempo, evitando che possano perdersi». Il dispositivo, infatti, è in grado di «fornire le informazioni utili a rintracciare coloro che si fossero persi attraverso una scheda sim collegata ad una sala operativa, attiva sette giorni su sette, h 24, che entra in azione se la persona esce dal perimetro stabilito dalla famiglia, se questa cade o quando a chiamare sono direttamente i famigliari». In questo modo, sarà possibile localizzare la persona smarrita attivando, laddove necessario, l’intervento delle forze di Polizia, del Servizio sanitario e del volontariato.

Fare prevenzione

«Le statistiche ci dicono che i tre giorni sono il tempo massimo di resistenza di chi scompare. Superato questo lasso di tempo diminuiscono le speranze di ritrovare vivo chi scompare. In quei momenti bisogna cercare anche di notte, perché c’è meno movimento per strada o nei luoghi ed è più facile individuare qualcuno. Noi facciamo i conti delle ore alla rovescia: trascorsi i tre giorni gli scenari sono drammatici. Per questo è fondamentale fare prevenzione, auspicando che gli enti locali recepiscano questa proposta come ausilio medico temporaneo. Parliamo di malattie che evolvono rapidamente coinvolgendo anche la capacità di deambulazione fino a ridurla in modo drastico» evidenzia Loconsole. «Il dispositivo gps personale, che funziona in modo semplice ed efficace, è utile proprio nelle fasi iniziali della malattia, per far vivere ai malati e ai loro familiari una dimensione il più possibile normale».

L’intesa con il Comune di Bari

Alla luce del progetto “S.E.G.U.I.M.I.”, Penelope Puglia Odv ha siglato con l’assessorato al Welfare del Comune di Bari un protocollo d’intesa finalizzato a creare un coordinamento interistituzionale in grado di promuovere una maggiore consapevolezza e un efficace monitoraggio del fenomeno delle persone scomparse. «Sono 10 i dispositivi di geolocalizzazione acquistati da Penelope Puglia, che li offrirà in comodato d’uso gratuito, per la durata di 18 mesi, ai soggetti “fragili” interessati affetti da patologie neurodegenerative, ma che godono di autonomia motoria, indicati dal Comune di Bari. Sia i dispositivi sia il monitoraggio sono interamente a carico della nostra associazione nel corso di questa fase sperimentale. Al termine dei 18 mesi» aggiunge Loconsole, «i soggetti interessati o i loro familiari dovranno restituire i dispositivi o, in alternativa, corrispondere all’associazione il costo dell’acquisto del dispositivo, del monitoraggio e della scheda sim». L’auspicio, però, è che questa iniziativa «sia da stimolo alle istituzioni affinché questo diventi un ausilio medico che viene indicato dai Centri per disturbi cognitivi e demenze. Perché i dispositivi sono pochi mentre le richieste sono tante». Per saperne di più: penelopeitalia.org