Attivismo civico & Terzo settore

Succivo, il bene rigenerato che il Comune vuole togliere alla sua comunità

Dopo 10 anni di attività il Comune casertano interrompe l’affidamento a Legambiente del Giardino e dei locali de La Tipicheria, nel Casale di Teverolaccio. Previsto per fine mese la consegna delle chiavi che mette fine ad un esperienza di rigenerazione urbana e di presidio di legalità. L'amministrazione preferisce lanciare un bando aperto anche a privati della ristorazione. L'appello di Legambiente, Fondazione Con il Sud e Forum del Terzo settore

di Redazione

Domani Lunedì 14 marzo si chiude l'esperienza decennale di Legambiente nella gestione del Giardino e dei locali de La Tipicheria, nel Casale di Teverolaccio nel comune di Succivo (Caserta) decretando la parola fine a quella che rappresenta una buona pratica riconosciuta a livello nazionale, un presidio di tutela ambientale, di legalità, di coesione sociale ed è un esempio plastico di come il Terzo Settore riesca a rigenerare i luoghi abbandonati, a portare bellezza in un territorio martoriato dalla criminalità organizzata e da forti criticità sociali, economiche ed ambientali, ribaltando in positivo la narrazione della “terra dei fuochi”.

Il Comune ha espresso l’intenzione di interrompere l’affidamento a Legambiente del Giardino e dei locali de La Tipicheria, nel Casale di Teverolaccio (foto), non rinnovando la convenzione in atto da oltre 10 anni e procedendo alla pubblicazione di un bando aperto a soggetti profit nel settore ristorativo. La consegna delle chiavi dei locali della Tipicheria è prevista per domani come comunicato dal Comune ai responsabili di Legambiente .

Un appello di Legambiente, Fondazione con il Sud e Forum del Terzo Settore a firma dei presidenti Stefano Ciafani , Carlo Borgomeo e Vanessa Pallucchi chiede all'Amministrazione comunale di rivedere la sua posizione.

“L’impatto sociale ed ambientale – si legge nell'appello- della gestione di Legambiente e della Cooperativa Sociale gemmata Terra Felix è notevole: dal vincolo ministeriale, che ha preservato il Bene dalla speculazione edilizia, alla creazione di uno spazio polivalente sicuro e gratuitamente accessibile a tutta la comunità; dagli orti sociali per i pensionati all’inserimento di lavoratori svantaggiati; dalla promozione della sostenibilità ambientale attraverso innumerevoli attività educative alle risorse intercettate per il territorio attraverso i progetti sostenuti da Enti e Fondazioni di rilievo nazionale. Riteniamo che la scelta di estromettere il Terzo Settore dalla gestione di una parte del Casale di Teverolaccio rischi di vanificare il lavoro fin qui svolto da Legambiente, Terra Felix e altri soggetti associativi, per il recupero e la valorizzazione del Bene, interrompendo quel processo virtuoso di inclusione sociale che lo ha portato a divenire simbolo della buona economia in terra di camorra.

Certamente Legambiente continuerà a lavorare sul territorio, nelle sue attività di analisi, denuncia e di proposta per lo sviluppo sostenibile, fianco a fianco con i cittadini. L’associazione continuerà nelle azioni di sensibilizzazione e di educazione ambientale, ma non potrà più mostrare ai bambini come, concretamente, una discarica possa diventare un Bene Comune rigenerato intorno alla qualità sociale e ambientale che, anche nell’area atellana, è possibile raggiungere.

Il Comune avrebbe potuto attivare, e può ancora farlo, un partenariato pubblico privato ai sensi dell’art. 89 del Codice del Terzo Settore, una norma che disciplina le attività di valorizzazione di beni culturali immobili di proprietà pubblica in un’ottica trasparente di cooperazione tra pubblico e privato, in linea con la recente sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale che ha riconosciuto agli Enti di Terzo Settore una specifica attitudine a cooperare con i soggetti pubblici per la realizzazione dell'interesse generale. Analogo concetto è stato espresso dalla Convenzione Internazionale di Faro, recepita in Italia nel 2020 (L. 133/2020), secondo cui la partecipazione delle organizzazioni non profit nei processi decisionali e di gestione relativi al patrimonio culturale è diventata un obbligo etico e un dovere politico.

L’auspicio- conclude l'appello di Ciafani, Borgomeo e Pallucchi– è che anche il Comune di Succivo riconosca e sostenga il ruolo delle organizzazioni di Terzo Settore che in questo difficile territorio rappresentano una speranza di riscatto civile che necessita, per essere attuata, del sostegno convinto della pubblica amministrazione.