Cooperazione & Relazioni internazionali

Da Leopoli a Przemyśl insieme ai profughi

A un mese dall'inizio dell'aggressione russa all'Ucraina un fotografo ci aiuta a capire l'anima degli ucraini sotto le bombe e il dolore di chi è costretto a scappare

di Maurizio Gjivovich

Moltissimi volontari all'esterno della stazione di Leopoli, sono ragazzi donne uomini, associazioni ma anche liberi e semplici abitanti di Leopoli che lavorano instancabilmente per assistere i primi profughi arrivati a migliaia nei primi giorni di marzo.

Sono numerosissimi i controlli dei militari all'interno della stazione di Leopoli e anche molto serrati. Il Paese è in guerra

Ho incontrato numerose famiglie, loro arrivavavo da Karkiv, una città nota per il fronte di guerra, prima di questo momento non avevo visto famiglie ma solo madri con i figli, anziani, sono rimasto attratto da questa famiglia che spontaneamente hanno accettato di essere fotografati, raggingeranno poi l'Italia settimane dopo.

Alcune immagini dell'interno del vagone, ritraggono le numerose persone che hanno affrontato questo ultimo viaggio prima di arrivare al confine Ucraino. Le numerose storie raccontate, la paura espressa per quanto hanno vissuto nelle settimane precedenti, la paura per i famigliari lasciati in patria. Gli sguardi ed il silenzio assordante regnava assoluto all'interno di questi vagone.

Questa immagine rispecchia ciò che accade ogni giorno nel tratto tra il confine ucraino e polacco, treni carichi di persone, famiglie con mamme bambini , stremati dalla fatica. Qui il treno si ferma per ore a 50km dal confine, a Mostys'ka in una piccola cittadina, un viaggio lunghissimo, quasi 12 ore per percorrere meno di 100 km

Stazione ferroviaria di Przemyśl, Polonia. Di fronte a questa stazione l'immagine di questa famiglia mi colpisce, non ho il coraggio di fotografare la due ragazze, cerco la discrezione di un attimo drammatico, e forse la sua forza l'ho travata. Ho avuto modo di parlarci, due bambine con la loro nonna materna, Il loro viaggio è iniziato settimane fa, ora si dirigono in Germania.

Testi e foto di Maurizio Gjivovich


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