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Tommasini: rimettiamo in circolo la gratitudine, è una buona moneta

La presidente del CSVnet parla della necessità di una rinascita a tutti i livelli. Una ripartenza che riguarda anche la sanità e tutto il mondo del volontariato, messi in crisi dai due anni di pandemia e dalle restrizioni, necessarie, che però hanno invico pesantemente nelle relazioni umane.

di Chiara Tommasini

La parola chiave che mi viene in mente, dopo aver seguito i lavori del convegno di Bergamo su “Il volontariato che cambia la sanità”, è “rinascita”. Una parola netta, che non ammette vie di mezzo. Massimo Recalcati parla di rinascita come di una vera e propria ripartenza, sottolineando l’esito generativo del lavoro di ricomposizione per la rinascita. Credo che questo concetto possa starci anche con la convivenza civile e la vita sociale. Vorrei che avessimo forte in noi il bisogno di ricomporre insieme i pezzi, mettendo nuova energia nei sogni di sempre. L’Italia ha bisogno prima di tutto di guardarsi allo specchio e vedersi più bella di quanto le rappresentazioni mediatiche vorrebbero far credere che sia. Ha bisogno di narrazioni positive che non vadano a negare i problemi ma che diano strumenti e motivazioni per affrontarli, tutti insieme. È quello che faremo a Bergamo, Capitale italiana del Volontariato, e in tutta l’Italia nel corso del 2022.

Anche la sanità ha bisogno di rinascita. Questi due anni l’hanno messa a dura prova e, in parte, snaturata e messa in crisi. Una crisi vera, che ha evidenziato i lati deboli e gli errori commessi da un sistema sanitario avanzato, com’è quello italiano, nel corso degli ultimi anni, ma che possono essere corretti se le premesse del Pnrr anche in questo ambito saranno mantenute e portate avanti in modo positivo.

Anche il volontariato, e non solo quello in sanità, ha bisogno di rinascita e di cura. Le limitazioni – necessarie – che viviamo da tantissimo tempo, hanno limitato anche i tanti volontari che trovano il senso della loro azione solidale nella cura, nello stare accanto a tutte le persone che devono affrontare percorsi di assistenza e hanno bisogno non solo e non tanto di forza e sostegno, ma semplicemente di qualcuno che stia al loro fianco. La pandemia ha dato un duro colpo a una quota importante di queste realtà, anche se sappiamo molto bene che i volontari non si sono mai fermati. Tuttavia, a ben vedere, è venuto a mancare il fondamento primo del loro agire, che è quello della relazione umana, il senso dell’esserci, del toccarsi, dell’abbraccio. Tantissime realtà, pur di essere attive, hanno trovato la maniera per aiutare chi aveva bisogno e hanno dato un contributo importante e fondamentale nella lotta alla pandemia, grazie alla flessibilità nelle risposte.

L’auspicio è di rientrare al più presto nella normalità relazionale, che è alla base dell’azione volontaria soprattutto quando si parla di sanità. Quello sanitario è un settore del volontariato che presenta una grande vivacità di associazioni, una forte vocazione al volontariato. È un compito di tutti, a cominciare da noi, dal sistema dei Centri di servizio per il volontariato in Italia, di continuare a sostenere questo settore per fare in modo che ricominci a crescere. Il tempo della relazione è tempo di cura: sono parole che hanno un enorme significato e propongono una visione e valori diversi all’economia del Paese, per farla diventare veramente civile e al servizio del benessere di tutti. Noi siamo quello di cui ci prendiamo cura e dobbiamo stare là dove la realtà ci chiede di stare, con questo senso di messa in circolo della gratitudine e della riconoscenza. Come se fosse una moneta, ma una moneta buona. E poi il senso della stanchezza, la fatica fisica e mentale. Ecco, va recuperato tutto questo. Come CSVnet continueremo a proporre al Paese questa narrazione, per dare uno sguardo diverso alle sfide di un Paese che ha bisogno di noi e di tutti i volontari che sono le sentinelle dei territori.

*presidente CSVnet

Tratto dall’intervento al convegno

ll volontariato che cambia la sanità. Il tempo della relazione è tempo di cura, (Bergamo, 19 febbraio 2022)

a cura di Luigi Alfonso


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