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Sanità & Ricerca

Tumori. Presentato il DDL sul diritto all’oblio oncologico

Presentato il disegno di legge per garantire ai malati oncologici, una volta guariti, il diritto all’oblio, cioè il diritto ad accedere al lavoro, a un mutuo o a un prestito, a stipulare un’assicurazione e anche a ad adottare un bambino. Tutti diritti che a tutt’oggi non sono riconosciuti a chi ha dovuto affrontare un tumore e ne è uscito

di Sabina Pignataro

Il 29 marzo, dopo confronti con le associazioni scientifiche e di pazienti, Paola Boldrini, vice presidente della Commissione Sanità in Senato, ha illustrato il disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico. Il testo prevede che chi non ha recidive o ricadute della malattia da 10 anni non possa più essere considerato malato. (Cinque anni se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età).

“L’obiettivo ora è tagliare i tempi parlamentari attraverso quella che si definisce, ‘procedura di esame in deliberante’ da parte delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, competenti in materia” ha detto la senatrice Paola Boldrini. “Il mio impegno, e quello del ministero della Salute è che questo Ddl possa essere incardinato quanto prima perché si possa avere una legge prima della fine della legislatura” ha aggiunto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute.

Presente come relatrice anche Stefania Gori Presidente di ROPI; Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica); Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute.

«Il disegno di legge affronta una questione molto delicata e sempre più avvertita nella coscienza civile e nel dibattito pubblico in Italia e in Europa: il diritto di coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche a non subire, dopo la guarigione, discriminazioni a causa del loro stato di salute, in particolare per ciò che riguarda l’accesso ai servizi bancari e assicurativi e alle procedure di adozione», osserva Boldrini. «In entrambi i casi, infatti, la legislazione vigente e le prassi contrattuali contemplano la possibilità di svolgere indagini sullo stato di salute dei contraenti e dei richiedenti; nel caso della stipula di contratti bancari e assicurativi, al consumatore vengono richieste informazioni sullo stato di salute e, in caso di pregresse patologie oncologiche, la storia medica del consumatore può giustificare l’imposizione di oneri ulteriori rispetto a quelli normalmente e normativamente previsti, oltre a incidere in modo specifico sulla valutazione del rischio dell’operazione e della stessa solvibilità del consumatore».

Qualche giorno fa su Vita avevamo raccontato la storia di Ludovica, che aveva avuto un tumore quando era all’asilo. Oggi ha 12 anni, un solo rene, e non le è consentito giocare a pallavolo.

Una legge per l’oblio oncologico

Quasi un milione di persone in Italia sono guarite da un tumore, ma per la burocrazia sono ancora malate e rischiano discriminazioni nell’accesso a servizi come l’ottenimento di mutui, la stipula di assicurazioni sulla vita, l’assunzione in un posto di lavoro e l’adozione di un figlio. Sul modello di Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo, Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha lanciato la prima campagna per il riconoscimento del Diritto all’oblio oncologico, che ha già superato le 40mila firme.


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