Economia & Impresa sociale 

Profumo: «Rimuovere le disuguaglianze per dare un futuro al Paese»

Il presidente dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio, nella sua relazione introduttiva a Cagliari, ha detto che «per troppo tempo, sviluppo e sociale sono stati considerati separatamente». Un errore, perché «la disuguaglianza non è solamente ingiusta, ma anche portatrice di una complessiva inefficienza dell’intero sistema». Il ruolo insostituibile del Terzo settore

di Luigi Alfonso

«Quasi due anni fa, Acri ha avviato un percorso partecipato di riflessione sul tema del contrasto delle disuguaglianze, che abbiamo voluto chiamare “Dialoghi sull’Uguaglianza”, proprio perché era nostra intenzione approfondire la problematica e mettere l’accento sulle buone pratiche che sono già attive per contrastarle. Acuite dalla pandemia, negli ultimi anni le disuguaglianze nel nostro Paese sono sensibilmente aumentate. Parliamo oggi di disuguaglianze territoriali, tra Nord e Sud del Paese, tra grandi città e aree interne; disuguaglianze di genere, in termini salariali, di opportunità di lavoro, di possibilità di carriera; disuguaglianze sociali, tra garantiti e non, per le diverse forme di contrattualizzazione del lavoro; disuguaglianze generazionali, tra giovani e adulti, a causa di una mobilità sociale da anni bloccata; disuguaglianze di diritti, tra chi nasce nel nostro Paese e chi qui decide di venirci a vivere». È uno dei passaggi salienti della relazione introduttiva del presidente di Acri, Francesco Profumo, al XXV Congresso nazionale che si è aperto oggi a Cagliari.

Il numero uno dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio ha poi spiegato ai 500 congressisti che «per troppo tempo, qualcuno ha pensato che sarebbe bastato il solo sviluppo economico per sanare le imperfezioni del sistema. Sembrava ci fossimo quasi assuefatti a un certo tasso irrinunciabile di disuguaglianza e che a parlare di uguaglianza fossero rimasti solo pochi utopisti e sognatori. Questo perché per troppo tempo, sviluppo e sociale sono stati considerati separatamente. Per troppo tempo, è stata dominante una visione che voleva che i due termini fossero al più collegati da un rapporto di causa-effetto: la crescita economica di un territorio e la creazione di posti di lavoro avrebbero progressivamente fatto crescere il capitale umano e sanato le disuguaglianze della società. Ci siamo finalmente resi conto che, se non vogliamo produrre uno sviluppo fragile e superficiale, le due cose devono andare di pari passo. Per realizzare una crescita radicata e duratura, dobbiamo contestualmente alimentare la coesione sociale, attraverso il protagonismo delle comunità. Perché siamo finalmente tutti consapevoli che la disuguaglianza, a lungo andare, non è solamente ingiusta, ma anche portatrice di una complessiva inefficienza dell’intero sistema».

Profumo ha lanciato un monito: «Se un Paese non è in grado di far partecipare tutti i suoi cittadini al progresso della società, significa che sta minando le basi della sua stessa crescita. Se precludiamo, nei fatti, la possibilità a tutte le donne di partecipare attivamente al mondo del lavoro, non stiamo solo negando un loro diritto, stiamo privando l’intero sistema di un apporto insostituibile di idee ed energie. Se precludiamo ai giovani – a tutti, indipendentemente dal luogo e dalla famiglia in cui nascono – la possibilità di accedere a un’istruzione di qualità, di scoprire e mettere a frutto il loro potenziale, stiamo privando l’intero sistema di una fondamentale spinta all’innovazione, rinunciando al concorso di risorse fondamentali per immaginare il futuro. Se precludiamo la possibilità di avviare percorsi stabili lavorativi e di vita, se non rendiamo accessibili per tutti cultura e bellezza, se non ci facciamo carico di “rimuovere gli ostacoli” che negano l’uguaglianza, stiamo condannando il nostro Paese non solo a non crescere, ma a regredire: stiamo minando il futuro della nostra comunità, stiamo creando la povertà e le disuguaglianze di domani».

«Dobbiamo riuscire a tenere insieme, da un lato, la promozione e la crescita dell’innovazione, dall’altro, dobbiamo accompagnare le fragilità della nostra società», ha detto ancora il presidente di Acri. «Un Paese cresce solo se c’è equilibrio tra le sue parti: questa è l’uguaglianza che vogliamo e di cui abbiamo assoluto bisogno. Alle Fondazioni è stato affidato il duplice compito di perseguire fini di utilità sociale e, insieme, di promozione dello sviluppo economico. L’aver tenuto insieme sociale e sviluppo fu un’intuizione lungimirante, che ha sempre orientato il modo di operare delle Fondazioni sul tema delle disuguaglianze. Questo si traduce nella pratica quotidiana delle Fondazioni che promuovono contemporaneamente startup ed empori solidali, ricerca scientifica e spazi di aggregazione, alta formazione e inserimento lavorativo. La missione delle Fondazioni non è rispondere alle emergenze. Le Fondazioni non intendono curare “a valle”, ma intervenire “a monte”. Lavorano per contrastare le disuguaglianze di domani. Lo fanno avendo a mente un obiettivo ben preciso: al di là e ben oltre la quantità di risorse stanziate, il cuore dell’intervento delle Fondazioni sta nel voler diffondere una cultura della partecipazione e della responsabilità».

Profumo ha ricordato che, negli organi delle Fondazioni, si incontrano rappresentanti di diverse anime della comunità, espressione di sensibilità diverse, chiamati a produrre una sintesi per il bene del loro territorio. «Le Fondazioni non intervengono mai da sole. Il loro ruolo è quello di essere costruttori di ponti, per facilitare l’attivazione di partenariati tra pubblico e privato, nonché tra profit e non profit. Negli anni, le Fondazioni hanno imparato ad essere estremamente rigorose nei criteri e nelle procedure di selezione dei progetti da sostenere, anche perché la domanda è sempre superiore all’offerta, per la vastità dei bisogni delle comunità. Questa esperienza ha consolidato una propensione all’innovazione che ormai contraddistingue l’operare delle Fondazioni. In questi anni Acri è stato un luogo vivo di scambio e confronto, una casa in cui tutte le Associate partecipano attivamente, in un costante processo di apprendimento reciproco e di occasioni per mettersi in discussione».

Il presidente di Acri non ha dimenticato di sottolineare «l’encomiabile tradizione delle Casse di Risparmio. Nate più di due secoli fa, hanno insegnato agli italiani il valore del risparmio, quale strumento prezioso per alimentare e far crescere progetti futuri personali e famigliari, e quale volano per finanziare lo sviluppo del Paese. Se ci si incammina lungo un sentiero sconosciuto è sempre preferibile condividere il percorso con dei “compagni di strada”, da contaminare con le proprie idee e visioni e dai quali essere a nostra volta contaminati. Tutto quello che le Fondazioni hanno fatto in questi anni, lo hanno fatto insieme a una vasta comunità di soggetti con i quali hanno costruito radicate e durature alleanze. Per chi ha l’obiettivo di alimentare e disseminare la cultura della solidarietà e la pratica della partecipazione, il partner ideale non può non essere il mondo del Terzo settore. Le organizzazioni non profit sono un insostituibile presidio della coesione sociale e quotidianamente sperimentano e diffondono sui territori pratiche di uguaglianza. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e la Fondazione Con il Sud sono solo due straordinarie testimonianze di questa alleanza, che ha portato a forme di governance condivisa, fino a qualche anno fa assolutamente inimmaginabili».

Un passaggio dedicato alla Fondazione Con il Sud («In quindici anni ha sostenuto 1.500 progetti del Terzo settore, in particolare per promuovere la legalità, attrarre “cervelli” al Sud, riconvertire beni confiscati alla criminalità in spazi comunitari, e facendo nascere le prime 6 Fondazioni di comunità del Mezzogiorno») prima di fare un richiamo al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: «Un’inedita partnership tra Fondazioni, Governo e Terzo settore, che sta coinvolgendo oltre 500mila bambini e ragazzi in 400 progetti per contrastare l’abbandono scolastico e l’emarginazione dei minori. Per farlo, il Fondo – la cui operatività è affidata all’Impresa sociale Con I Bambini creata da Fondazione con il Sud – ha stabilito di coinvolgere l’intera comunità educante, ovvero scuole, enti locali, organizzazioni del Terzo settore, famiglie e studenti».

In basso, il pulsante che consente di scaricare la relazione integrale del Presidente Profumo.


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