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L’impegno di Governo e Parlamento per un servizio civile davvero per tutti

Approvata all'unanimità una mozione di maggioranza che - se Governo e Parlamento manterranno gli impegni- può segnare una svolta storica: tutti i giovani che lo desiderano potranno fare un'esperienza di servizio civile. Maria Chiara Gadda (Italia Viva): «C’è un impegno importante da parte della ministra Dadone, che dovrà trovare risposta nella prossima legge di Bilancio. Serve una semplificazione dei bandi e delle procedure amministrative, e allo stesso tempo consentire agli enti condizioni e tempi adeguati per la programmazione dei progetti sul territorio, e percorsi attenti alle necessità individuali dei ragazzi. Previsto un rilancio dei Corpi Civili di Pace»

di Redazione

Il 27 aprile potrebbe segnare una data cruciale sulla strada del servizio civile universale. La Camera dei Deputati ha infatti votato all’unanimità (da Leu a Fratelli d’Italia, passando per tutti i partiti della maggioranza) con il parere favorevole del Governo espresso dalla ministra per la Gioventù Fabiana Dadone una mozione di maggioranza (a firma Maria Chiara Gadda di Italia Viva, Vittoria Baldino del Movimento 5 Stelle, Francesca Bonomo del Pd, Luca Toccalini della Lega Nord e Federico Fornaro di Leu) che al primo punto impegna il Governo «ad adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale, tali da assicurare l’accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti».

Per la prima volta viene quindi sancito espressamente l’universalità del servizio civile, ovvero il principio in base al quale non si possa dire no a chi faccia domanda, così come chiesto da una partecipatissima campagna lanciata da Vita con il numero del magazine dell’ottobre 2020 e poi preseguita on line fino a oggi. La riforma del 2017 (decreto legislativo 40) aveva infatti introdotto la dicitura “universale” senza però un vincolo che rendesse concreto quel diritto. Se Parlamento e Governo terranno fede all’impegno preso, sarebbe un segnale davvero importante nei confronti dei giovani e del principio della difesa non armata e non violenta del Paese, in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

«Oltre ad accogliere tutte le domande dei giovani», ha detto Gadda (nella foto di apertura durate il suo intervento) alla Camera dei deputati, «occorre moltiplicare le opportunità di comunicazione affinché tutti i giovani fra i 18 e i 28 anni vengano a conoscenza della possibilità di svolgere il servizio civile». Le ha fatto eco Francesca Bonomo del Pd, che ha parlato fissato l’obiettivo di massima «a 500mila giovani l’anno», sottolineando poi (e non è stata la sola) come l’importanza della Consulta nazionale del servizio civile «che non è un fastidioso orpello, ma uno strumento per realizzare anche in questo campo la piena collaborazione con gli enti attuatori».

Il via libera a questa mozione (visto anche il disco verde di Dadone che in aula ha precisato come al servizio civile universale non serva una riforma complessiva, ma solo qualche aggiustamento puntuale e concordato) segna dunque anche il de profundis del frettoloso e molto contestato progetti di revisione a cui negli scorsi mesi aveva lavorato la ministra e a cui tante organizzazioni e Vita si erano fermamente opposte. «La mozione in effetti ha raggiunto il suo duplice obiettivo. Scongiurare una riforma del servizio civile non condivisa dal Parlamento e dagli enti, che avrebbe portato incertezza al sistema, e l’impegno a reperire risorse per rendere questa opportunità davvero universale per tutti i ragazzi che ne fanno domanda», chiosa Gadda. Che conclude: «C’è un impegno importante da parte della ministra Dadone, che dovrà trovare risposta nella prossima legge di Bilancio. Serve una semplificazione dei bandi e delle procedure amministrative, e allo stesso tempo consentire agli enti condizioni e tempi adeguati per la programmazione dei progetti sul territorio, e percorsi attenti alle necessità individuali dei ragazzi. Non bisogna snaturare l’impianto e le finalità di una riforma che ha fatto scuola in Europa anche perché nata in coerenza con il modello organizzativo e culturale della riforma del Terzo Settore. Servono semmai modifiche chirurgiche da condividere con gli enti e la Consulta nazionale in modo preventivo e non ex post come purtroppo è talvolta avvenuto, nell’ottica di una pubblica amministrazione più efficiente e reattiva. Con la guerra in Ucraina a pochi chilometri dal nostro Paese, il modello dei corpi civili di pace e soprattutto l’opportunità del servizio civile europeo e internazionale sono più che mai attuali nell’ottica di una comunità più attenta ai valori di pace e solidarietà. Dobbiamo favorire la mobilità e le esperienze dei giovani a ogni livello, ne avranno giovamento lo sviluppo e la coesione del Paese».


Questi dunque gli impegni che gli impegni che il Governo assume con la mozione appena votata:

  • 1) ad adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale di cui all’articolo 24 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, tali da assicurare l’accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti e prevederne un incremento progressivo, in raccordo con la programmazione triennale e ferma restando la verifica delle compatibilità finanziarie;
  • 2) ad adottare iniziative per garantire la partecipazione di tutti i giovani, agevolando, in particolare, quelli con minori opportunità, nonché a quanti abbandonano il percorso scolastico e non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, affinché il servizio civile diventi una leva di inclusione sociale effettiva;
  • 3) ad adottare iniziative finalizzate alla razionalizzazione e alla semplificazione dei bandi per i progetti degli enti e dei procedimenti amministrativi del sistema di servizio civile, al contempo rafforzando i meccanismi di verifica di cui all’articolo 20 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;
  • 4) ad assicurare una efficace attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che, ai sensi della delega conferita dalla legge 6 giugno 2016, n. 106, ha operato una revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale, individuando le relative procedure;
  • 5) ad adottare iniziative per definire lo status giuridico dell'operatore volontario durante il servizio civile all’estero;
  • 6) ad adottare iniziative per valorizzare percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i Corpi civili di pace, con la pubblicazione dell'avviso per i progetti della terza annualità;
  • 7) ad intensificare la mobilità dei giovani operatori volontari e a rafforzare le opportunità di svolgimento del servizio civile nei Paesi esteri, in particolare in ambito europeo, anche attraverso accordi bilaterali specifici tenendo conto delle esigenze di sicurezza;
  • 8) a favorire la formazione on-line in modalità sincrona e asincrona per la formazione degli operatori volontari e del personale degli enti accreditati, promuovendone la formazione e garantendone l'aggiornamento continuo anche attraverso il costituendo Centro nazionale del servizio civile;
  • 9) ad adottare le iniziative necessarie ad assicurare, in linea con quanto previsto dall'articolo 55 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nella definizione dei programmi e dei progetti del servizio civile universale con gli enti territoriali;
  • 10) a rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, valorizzando il ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile, con particolare riguardo al Piano Triennale di cui all’articolo 4 comma 1 del medesimo decreto legislativo;
  • 11) ad adottare iniziative per assicurare il massimo coinvolgimento degli enti del Terzo settore e della Consulta nazionale nella programmazione e organizzazione a livello territoriale dei progetti, nella definizione di scelte relative alle modalità operative e alle tempistiche per l’accesso ai bandi, per le procedure di selezione dei volontari, nonché per ogni altro aspetto che possa incidere sull’organizzazione e l'efficacia dell'azione degli enti stessi, prevedendo, nel rispetto della garanzia della riduzione dei tempi ai sensi dell’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, sentita la Consulta nazionale, tempistiche congrue per la presentazione dei programmi e per esperire la procedura di selezione dei volontari da parte degli enti;
  • 12) ad adoperarsi anche nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, e d’intesa con le rappresentanze degli enti del Terzo settore – e con la Consulta, per la definizione di un sistema di attestazione e, laddove possibile, di certificazione delle competenze acquisite dai volontari nel corso dell’esperienza del servizio civile, ai fini del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo pur confermando la netta distinzione tra le finalità del servizio civile universale e le politiche attive per il lavoro;
  • 13) ad assicurare, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 40 del 2017, la stipula di un protocollo nazionale quadro e successivi accordi bilaterali fra il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, e le regioni e le province autonome;
  • 14) a definire una misura di analisi di impatto in merito agli interventi svolti dagli enti del servizio civile universale e realizzati nei territori di ciascuna regione o provincia autonoma o città metropolitana, da operarsi in piena autonomia da parte del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale;
  • 15) ad adottare iniziative per prevedere l’utilizzo di piattaforme istituzionali digitali al fine di promuovere l’informazione e l’attivazione delle misure a favore dei giovani, anche con funzione di banca dati delle competenze formali e non formali acquisite e del curriculum vitae digitale individuale, in accordo con il Ministero per il lavoro e le politiche sociali, dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché con le regioni e province autonome;
  • 16) ad assicurare la puntuale attuazione alla disposizione di cui all'articolo 23, del citato decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che prevede che «Il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno al Parlamento, entro il 30 giugno, una relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile universale».


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