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Affido, come rilanciarlo?

Nel 2019, per la prima volta dall'inizio degli anni Duemila, il numero di minori in comunità ha superato quello dei minori in affidamento familiare. Per sensibilizzare sulla bellezza e la ricchezza di questa scelta che migliaia di famiglie vivono in Italia serve dare più spazio alle storie (straordinarie), investire risorse economiche e professionali, fare cultura: la proposta di legge per una Giornata Nazionale da celebrare il 4 maggio va in questa direzione

di Sara De Carli

Sara è una mamma giovanissima, ha 28 anni e la sua Alessia ha già 13 anni. Alessia ha due mamme, perché Sara ha capito che da sola quella bimba che pure tanto amava non sarebbe stata in grado di crescerla. «Una famiglia io non l’ho mai avuta, Alessia invece sa cos’è. Della mia vita non cambierei nulla, se non la base». Anche Sara ha trovato una famiglia: l’ultimo Natale, per esempio, lo ha festeggiato come sempre dalla nonna affidataria di sua figlia, anche se né Alessia né la famiglia affidataria erano lì.

Una famiglia in più, una risorsa in più, che si aggiunge alla famiglia d'origine e che non le si sostituisce: così Frida Tonizzo ieri ha sintetizzato l’essenza dell’affidamento familiare, un istituto che sta per compiere 40 anni ma che mostra ancora tutta la sua vitalità e la capacità di rispondere in modo efficace al bisogno di protezione e di tutela di tanti bambini e ragazzi in Italia. Ieri, 4 maggio, alla Camera è stata presentata la proposta di legge 3474 per istituire la Giornata Nazionale dell’Affido, da celebrarsi proprio il 4 maggio, giorno in cui è stata promulgata nel 1983 la legge n. 184. La proposta, nata un anno fa nell’ambito del Convegno annuale del Tavolo Nazionale Affido, vede come primi firmatari i deputati Pd Paolo Siani e Stefano Lepri.

La proposta di legge

«L’affido è un dono che una famiglia fa a un’altra famiglia nel supremo interesse del bambino. È un atto temporaneo di aiuto e sostegno, perché a volte purtroppo alcuni bambini non trovano nella famiglia di origine quello che serve per crescere bene. La nostra è una proposta molto semplice, che non crea problemi al Mef. Non chiediamo soldi, ma un atto simbolico: l’istituzione della Giornata Nazionale dell’Affido», ha detto Siani. Una Giornata che «punta a rilanciare questo importante strumento a tutela dei minori. Servono più risorse umane nei servizi sociali e nella giustizia minorile. Serve consentire agli affidatari di poter contare sull’assegno unico e sui rimborsi spese previsti. Le polemiche pretestuose di questi anni hanno rallentato l’affidamento, che invece va promosso e tutelato come istituto prezioso con la Giornata Nazionale. Faremo di tutto per approvare la proposta di legge entro la legislatura», ha ribadito Lepri. «Approvare la legge in tempi brevi è opportuno, giusto e urgente – ha aggiunto Paolo Lattanzio – nell’ambito di una attenzione all'infanzia che abbiamo riportato in auge. Auspico che il via libera avvenga in via legislativa senza passare nell’Aula, dove non credo avrebbe problemi se non per ragioni di tempo».

I numeri

Paola Ricchiardi, docente dell’Università di Torino e mama affidataria a sua volta, ha ricordato alcuni numeri. Nel 2019 gli inserimenti in struttura di minori fuori famiglia hanno superato gli affidamenti familiari, un’inversione di tendenza che si registra per la prima volta dall’inizio degli anni 2000. Andando ad approfondire la situazione della Regione Piemonte, per cui sono disponibili dati aggiornati al 2021, si vede un -18% di affidamenti familiari dal 2018 al 2019 e un ulteriore -11% nel 2020 verosimilmente legato all’immobilismo per il Covid. Nel 2021 c’è una lieve risalita, con molti inserimenti rapidi a causa dell’immobilità precedente. Forse i bambini stanno meglio di prima? «Tutti i dati dicono no. Dobbiamo allora valorizzare al massimo il potenziale delle risorse di cura delle famiglie». Dai dati arrivano altre indicazioni interessanti: rispetto ai motivi per cui vengono allontanati i minori, per esempio, «dovremmo transitare verso un modello multifattoriale del rischio, sappiamo che la decisione di allontanare si prende quando i fattori di rischio sono più di uno. La fotografia attuale, che invece cita uno solo fattore come causa di allontanamento non ci descrive la realtà delle famiglie vulnerabili. Una ricerca dell’Università di Torino evidenzia che il 64% degli allontanamenti è dettato da un numero di fattori compresi tra 2 a 6, con una media di 3 fattori contemporaneamente presenti».

Altro tema la durata dell’affido: «Come è facile intuire, rimangono più a lungo in affido i bambini con situazioni più complesse: ma allora perché la brevità è un criterio per giudicare la qualità dell'affido? No, l’affido di qualità dura per il tempo necessario per il minore», ha detto Ricchiardi. Terzo elemento è l’età dei minori affidati, che si collega al tema cruciale dell’intervento preventivo e non solo emergenziale o riparativo: l’età media dei bimbi in affido è di 7 anni, ma se togliamo i neonati si sale a 9 anni. «La tempestività dell’ intervento è importante, più l’età sale più è alta la probabilità di avere una compromissione importante della traiettoria di vita del bambino». Quarto elemento, la percentuale di affidi consensuali: «Oggi sono il 25%, va aumentata».

L’affido è bello… se ognuno fa la sua parte

«Servono investimenti dedicati, con risorse economiche e umane in ogni distretto perché ad oggi c’è un’organizzazione molto differenziata sui territori, con diffuse lacune e criticità», ha ribadito Frida Tonizzo, di Anfaa. Occorrono operatori preparati e sensibili, che facilitino il lavoro di rete. Che sia garantito l’ascolto degli affidatari da parte dei giudici, come l’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei genitori in difficoltà. Occorre garantire l'accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni, occorrono dati dettagliati e aggiornati. «Ma lo ribadisco, servono maggiori risorse economiche perché a costo zero non si migliorano le situazioni».

Nel pomeriggio, il convegno moderato da Fabio Geda – scrittore che in passato è stato educatore in comunità per minori – la presidente di AIMMF e del Tribunale per i Minorenni di Brescia, Cristina Maggia, ha ribadito il fatto che in Italia gli allontanamenti sono percentualmente inferiori rispetto ad altri paesi: «Noi allontaniamo 1,4 minori per mille contro gli 8-10 per mille di altri paesi, il più vicino a noi è la Spagna con 4,4 per mille. Direi che l’Italia è estremamente rispettosa della famiglia di origine e del tentativo di recuperarla». L’Autorità Giudiziaria, «con i mezzi che abbiamo e con le risorse che troviamo» cerca di non abbandonare queste famiglie affidatarie, «alle prese con una rilevante complessità e imprevedibilità», «vogliamo essere una autorità giudiziaria che non si limiti a licenziare fascicoli». Un lavoro, lancia l'allarme Maggia, che «non so come continueremo a fare una volta che sarà in vigore la riforma della giustizia minorile con il nuovo tribunale unico per la famiglia, che ha un nome meraviglioso ma un contenuto a misura dei soli adulti. La riforma porta indubbiamente novità positive in materia di separazione e divorzi ma ha azzerato la portata dell'intervento della giustizia minorile, che era una autorità giudiziaria di prossimità vera, non solo geografica».

Michela Bondardo, del Centro Affidi del Comune di Milano, ha ribadito la necessità «che nessuno sia lasciato solo, neanche i servizi, a volte troppo presi dall’attività quotidiana o del fatto che hanno un giorni alla settimana da dedicare all’affido». Valter Martini, segretario del Tavolo Nazionale Affido, ha messo l’accento sul fatto che le associazioni familiari vogliono accompagnare le famiglie: «Accompagnare non vuol dire solo fare insieme un pezzo di strada e farsi compagna di viaggio ma ha una radice lessicale nel cum panis, nel mangiare insieme il pane quotidiano, il partecipa dello stesso cibo».

Emozionanti le testimonianze portate: dalle famiglia ponte che accolgono in pronta accoglienza bimbi molto piccoli, spesso neonati, accompagnandolo dall’ospedale alla loro famiglia per la vita, fino a Catia e Bruno, che hanno scelto di essere genitori affidatari di bambini con disabilità. Qui il link per rivedere l’intero convegno e ascoltare le testimonianze.

Photo by Wes Hicks on Unsplash


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