Politica & Istituzioni

Tribunale della famiglia, si cambi la rotta

Appello dell'Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia perché nei decreti attuativi si corregga la nuova impostazione che sopprime la collegialità e la multidisciplinarietà

di Sara De Carli

Una legge delega «che di fatto andrà a snaturare il sistema della Giustizia Minorile» attuale, «riducendone la portata sociale e di attenzione alle persone più vulnerabili», trasformandolo in un «passaggio di esclusiva natura giuridica e processuale»: così l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia torna ad alzare la voce contro la riforma del processo civile in corso e il nuovo Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie. Un estremo appello a correggere il tiro di una riforma la cui legge delega è già stata approvata il 26 novembre 2021 e rispetto alle cui criticità, ammesse dalla stessa ministra Cartabia, l’Aimmf si era già espressa: «Prima dell’approvazione della norma (resasi necessaria in tempi rapidi per gli accordi legati al Pnnr, ndr) siamo stati rassicurati che si sarebbero potuti introdurre correttivi in sede di predisposizione dei decreti attuativi, ma come facilmente prevedibile la rigidità della legge delega non pare consentire che minime e poco significative modifiche», scrive Cristina Maggia, presidente dell’AIMMF e del Tribunale per i Minorenni di Brescia in un appello alla responsabilità firmato da altri 17 colleghi, da Bolzano a Caltanissetta. «Fu peraltro la stessa ministra Cartabia lo scorso ottobre, in un incontro con tutti i capi degli uffici giudiziari minorili italiani a riconoscere in modo leale la gravità insita nell’eliminazione dei due principi cardine della giustizia minorile: la collegialità di ogni decisione e la multidisciplinarietà dell’organo giudicante, che in ragione della delicatezza della materia trattata è composto oggi da giuristi e specialisti delle scienze umane».

Non sarà più così nel nuovo Tribunale per la famiglia che sostituirà quello per i Minorenni. Anche il Parlamento europeo lo scorso 5 aprile ha approvato una risoluzione in cui raccomanda a tutti gli Stati membri di avere un approccio collegiale e multidisciplinare nella tutela dei diritti del minore, istituendo servizi di sostegno all’infanzia facilmente accessibili anche all’interno dei tribunali tramite professionisti qualificati come medici, psicologi, neuropsichiatri infantili, assistenti sociali… in sostanza di avere una giustizia “child friendly”. «Il sistema minorile italiano ha collaudate caratteristiche in questa direzione e dispone di una magistratura minorile specializzata, che interviene tramite un giudice multidisciplinare e con la collaborazione di servizi specialistici finalizzati», sottolinea Maggia. Un sistema che ha carenze strutturali ma che doveva essere rafforzato, non smantellato. Per questo AIMMF «fa appello al senso di responsabilità di tutte le istituzioni, politici, avvocati, magistrati, professionisti» affinché «si intervenga per evitare di portare a compimento una riforma in netta contrapposizione con le indicazioni europee e si impedisca una affrettata riforma processuale e ordinamentale che – in mancanza di una preventiva risoluzione delle molteplici criticità organizzative esistenti e in particolare ad organico invariati – possa influire negativamente sulla funzionalità di un intero sistema e sull’effettivo riconoscimento dei diritti dei soggetti minorenni e delle loro famiglie».

La tutela dei soggetti minorenni e la cura delle relazioni nel nuovo tribunale per le persone sarà anche il tema al centro del 40° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia che si terrà a Roma il 27 Maggio.

Photo by Johnny Cohen on Unsplash


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