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Education & Scuola

L’alfabeto della pace

Anteprima di un nuovo podcast ricco di promesse. Si chiamerà Maestre e maestri d'Italia e a loro sarà dedicato. A partire da Maria Montessori che scrisse: "L'educazione è l'arma della pace".

di Alessandro Banfi

Sto lavorando ad un nuovo podcast per il prossimo autunno che si chiamerà “Maestri d’Italia”, sempre realizzato con Chora Media, per Vita.it e grazie al contributo della Fondazione Cariplo, come avvenne l’anno scorso per “Le Vite degli altri”. Mi occuperò di maestri e insegnanti di oggi ma anche di grandi figure del passato, che hanno lasciato un segno profondo nella società e nella cultura, non solo italiane. Da Maria Montessori a don Lorenzo Milani, da Mario Lodi a Gianni Rodari, da Alberto Manzi a Pier Paolo Pasolini. È un lavoro affascinante, che mi porta lontano, ma non troppo, dalle angosce belliche di oggi perché, come diceva Maria Montessori, “l’educazione è l’arma della pace”. Accostandomi a loro, alle vicende biografiche ma anche a chi oggi ne segue metodi e principi, mi colpisce infatti un aspetto che sembra accomunarli tutti: in modi, originalmente anche molto diversi, questi maestre e maestri hanno immaginato il futuro, si sono proiettati in avanti. Scommettendo su bambine e bambini, scommettendo sulle generazioni che dovevano dare una nuova faccia a tutto il mondo.

Due sono gli orizzonti per queste strane donne e strani uomini che costituiscono un particolare tipo antropologico: l’universo e l’avvenire. Li accomuna anche una grande fede: una profonda fiducia nell’altro, in quello che c’è nel cuore e nella mente di ogni allievo. Mi ha fatto effetto, nella scuola pubblica elementare Montessori-Pini di Roma, prendere in mano un carattere alfabetico di quelli che vengono ancora usati con i bambini della prima elementare. In un flash mi è venuto alla mente Steve Jobs: ecco un ex allievo della Montessori che grazie a quel metodo di apprendimento dell’alfabeto ha costruito il linguaggio scritto del computer, preciso ed esteticamente quasi perfetto. La grafica dei computer con la Mela ha sedotto tutti con la bellezza dei suoi caratteri… Scoperta, se volete, banale: il genio di Jobs è stato “tirato fuori”, “educato” attraverso un metodo altrettanto geniale. La Montessori non poteva immaginarlo ma ha costruito il futuro di tanti di noi. E, come lei, tutti gli altri maestri.

Domanda drammatica: chi oggi pensa con fiducia e speranza al futuro dell’Italia e del mondo? Chi può proiettare i nostri giovani e i nostri bambini negli anni a venire con la stessa energia di questi maestri? A sentire le statistiche pubblicate dall’Istat agli Stati generali della natalità, organizzati ieri e oggi a Roma, la mancanza di fiducia comincia proprio dalla scelta di non avere figli. È una tragica realtà, per cui in Italia nel 2050 avremo 500 mila italiani in meno. Ci sono esperienze positive, e proverò a raccontare anch’esse, come l’attività di Rachele Furfaro a Napoli (che ha ospitato Jovanotti ai quartieri spagnoli), le quasi 60 Penny Wirton che Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi hanno lanciato in tutto il Paese per insegnare l’italiano ai migranti (seguendo la lezione di don Lorenzo Milani), le scuole di Nairobi e in Brasile ispirate a don Luigi Giussani…

Esempi di luce in un mondo dove domina però la nebbia dell’incertezza, l’angoscia di un mondo che si va dividendo e radicalizzando, l’enigma di un avvenire incerto e nemico. Costruire e ricostruire l’umano, sempre e comunque, è il sommo compito educativo di ogni stagione. Anche quando domina la logica delle guerra.


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