Attivismo civico & Terzo settore

Una fondazione al servizio delle Pro Loco italiane

Il 24 maggio viene avviata l’operatività della Fondazione Pro Loco Italia con un evento presso il ministero dei Beni Culturali. Il presidente Antonino La Spina e il direttore generale Pietro Ferrari Bravo in questo dialogo spiegano genesi e obiettivi del nuovo enti

di Redazione

Con la presentazione nella sede del ministero dei Beni Culturali a Roma il 24 maggio viene avviata l’operatività della Fondazione Pro Loco Italia. Così come previsto dallo statuto il nuovo ente si propone di promuovere e favorire iniziative di turismo sostenibile; valorizzare i piccoli borghi e le tradizioni locali; preservare beni mobili e immobili di cui ha disponibilità mantenendone le caratteristiche artistiche e storiche; svolgere attività di studio, catalogazione e conservazione dei beni culturali; promuove la raccolta, lo studio e la catalogazione del patrimonio materiale e immateriale. In particolare, questi due obiettivi sono in cima alle priorità indicate dal Presidente dell’Unpli e, per statuto, anche della Fondazione, Antonino La Spina.

“La Fondazione nasce su iniziativa dell’Unpli, l’Unione nazionale delle Pro Loco d’Italia con il preciso mandato di aprire ponti verso l’esterno in modo da catalizzare energie per far conoscere e sostenere le attività delle nostre 6.200 Pro loco (in gran numero sotto forma di associazioni di promozione sociale, ndr) e valorizzare il patrimonio storico minore”, sottolinea La Spina.

La prima iniziativa sarà quella di avviare un censimento del patrimonio immateriale del mondo Pro loco: ovvero la messa a valor comune di tutti quei dati, esperienze, storie che rendono uniche le nostre comunità locali. A tema ci sono tutte quelle tradizioni, riti ed eccellenze locali che sono il sale e il colore dei nostri territori”, evidenzia il direttore generale dell’ente, Pietro Ferrari Bravo, che vanta una vasta esperienza nella filantropia italiana ed internazionale. L’attività della Fondazione dovrà quindi essere funzionale a comunicare meglio le piccole eccellenze italiane, chiave della nostra storia e dell’identità dei singoli territori di cui sono espressione anche perché due anni di pandemia hanno messo in sonno diverse centinaia di Pro loco (“in questo momento sono in quiescenza circa 300 realtà della nostra rete”, conferma il Presidente) che nella maggior parte dei casi vivono di volontariato e raccolte fondi sul territorio pur generando un indotto molto rilevante.

Un rapporto della Cgia di Mestre su un’indagine del 2018 certifica infatti numeri rilevanti del mondo delle Pro loco italiane (vedi dati nel riquadro). Solo per stare all’impatto economico: il 70% di loro realizza sagre e fiere (circa 20.000), che coinvolgono 48 milioni di persone l’anno, con un valore aggiunto sui territori, fra effetto diretto, indiretto e indotto, di circa 700 milioni di euro e 10.500 occupati.

Ultima nota sul cda: dei nove membri del consiglio di amministrazione sette sono interni al mondo Unpli. Due gli esterni: Andrea Favaretto, direttore del centro studi Sintesi della Cgia di Mestre e Andrea De Rita, Responsabile Advisory Cultura del Credito Sportivo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA