Attivismo civico & Terzo settore

Fundraising, a Riccione è festival e festa

Oltre mille iscritti, sale piene: la XV edizione della manifestazione clou per la raccolta fondi è partita bene. Grazie a una toccante testimonianza sul dono della scalatrice Nives Meroi, che ha alle spalle tutte e 14 le vette da 8mila metri. Oggi la Lega del Filo d'Oro e Sos Villaggi dei Bambini in cattedra con le loro case-histories, mentre domani tocca a otto buone pratiche aziendali di Csr. Ma nei saloni del PalaCongressi è anche un po' la giornata dell'orgoglio fundraiser

di Giampaolo Cerri

"Il dono è il gesto più rivoluzionario che uno possa fare. Perché è un atto gratuito e silenzioso".

Con queste parole, Nives Meroi, la più forte alpinista al mondo (parola di Reinhold Messner), ha infiammato la platea all’apertura del Festival del Fundraising di Riccione. Di doni Meroi e suo marito, Romano Benet, legati in cordata per scalare le montagne e poi la vita, ne sanno qualcosa. Fanno un alpinismo responsabile, che preferisce abbandonare un’impresa quando c’è un rischio eccessivo; sostenibile, perché hanno cura di lasciare i luoghi intatti, portandosi via anche la spazzatura; umano, perché gli sherpa li fanno salire fino solo al campo-base e non oltre ché, dice Meroi, “non è giusto che rischino la vita anche loro”. Un alpinismo di una volta, che rifiuta persino le bombole d’ossigeno, tanto vuole essere armonizzato ai luoghi che affronta.

Di doni Meroi e Benet, “in montagna siamo una cordata e non coppia” sottolinea lei, ne sanno qualcosa.

Davanti alla grande platea del Festival (foto sopra, ndr), l’alpinista ha ripercorso l’odissea vissuta nel 2009, quando stavano salendo il Kangchendzonga, la terza vetta del pianeta. Benet era affaticato e, al rientro in Italia, la diagnosi, era stata tremenda: aplasia midollare severa. Dopo due trapianti di midollo e centocinquanta trasfusioni di sangue, la guarigione. Al punto che i due riprendono a scalare e completano la conquista dei 14 Ottomila. Da qui il riconoscimento più toccante: "Quando nel 2014 abbiamo finalmente conquistato il Kangchendzonga, sulla vetta insieme con Romano c’era il suo fratello genetico, quel giovane sconosciuto che gli ha ridato la vita".

Nella giornata di apertura, di particolare interesse anche l’intervento di Adrian Sargeant, condirettore dell’Istitute for Sustainable Philanthropy, che ha parlato della “scintilla emotiva”, ossia di ciò che, secondo le neuroscienze, guida i nostri comportamenti e spinge a donare: un elemento fondamentale in ogni campagna di fundraising.

Affollatissime le sessioni pomeridiane, "dalle quali", dicono dal Festival, "sono emersi molti spunti di innovazione su cui si gioca il futuro del Terzo settore".

Per esempio, la nuova frontiera della coprogettazione tra enti pubblici, privati e organizzazioni non profit". Ne hanno parlato Angelo Rindone, fondatore di Produzioni dal basso, e Vera Donatelli, responsabile dei progetti per il Terzo settore di Banca Bper. Quest’ultima ha varato e finanziato, nel corso degli ultimi anni, una serie di interventi con un taglio molto preciso: l’inclusione sociale dei giovani.

Seguitissime anche le case histories di Lega del Filo d’Oro, raccontata da Petra Osman e Silvia Victoria Ronza, e Sos Villaggi dei Bambini, con l’intervento di Paolo Maggi e Davide Arosio. E domani, nel luccicante PalaCongressi di Riccione, con 30 sessioni e 58 speaker "sarà anche la Giornata della Corporate Social Responsibility – Csr", ricordano quelli del Festival, presenti in forze anche con 30 volontari super motivati e naturalmente con Valerio Melandri, lo studioso fondatore del festival e sua anima da tre lustri, che è arrivato in leggero ritardo, ma si aggirava fra i numerosi stand con la maglietta ufficiale dei 15 anni.

Giornata della Csr, perché otto aziende, da Nestlé a FS italiane, da Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale a H&F, da Dorelan a Lavazza, a Fondazione Tim, spiegheranno perché il tema della responsabilità sociale sia ormai centrale per il mondo profit. E con quali progetti abbiano deciso di sostenere il Terzo settore. Ci sarà anche un caso che è particolarissimo, quello di Enel che ha dato vita non a una fondazione corporate, come hanno fatto molte realtà, ma una vera e propria onlus: Enel nel cuore, appunto, di cui si parlerà nella Sala Ginevra alle 12. E sempre per restare al profit, Bmw Italia interverrà con Roberto Olivi, direttore Pubblic affair, nella terza giornata.

Di emozioni e di dati, “binomio fondamentale per una comunicazione efficace che sappia conquistare il donatore”, dicono quelli del Festival tratteranno, si parlerà, sempre alle 12, Donata Columbro, responsabile progetto Dataninja School e Gianluca Diegoli, docente dello IULM di Milano.

Intanto le centinaia di visitatori del Festival (sono oltre mille gli iscritti) – tutti riconoscibili dal badge griffato o dalla bella sacca di tela ipercolorata – sciamano per le vie di Riccione. Il networking è un’attività quasi istituzionale in questa edizione numero 15: nella area Welcome, fra calcio-balilla, spritz e lezioni di yoga, il popolo dei fundaraiser si incontra, si saluta, si racconta. Domani ne nasceranno, magari, progetti comuni e collaborazioni o forse semplicemente belle storie di professionisti che si scambiano esperienze, informazioni, opportunità. Sono una parte importante del nostro Terzo settore, quelli che spesso ci mettono la faccia con le aziende o con il pensionato che chiama in associazione per sapere come fare un lascito solidale.

Questi giorni riccionesi sono un po’ anche la loro festa e certamente un momento di orgoglio professionale. Quello che ha incarnato Giancarla Pancione, responsabile fundraising di Save The Children Italia, chiamata sul palco (foto sopra, ndr) ad aprire i lavori, come premiata lo scorso anno come "Fundraiser dell'anno 2021". Quest'anno toccherà, come VITA ha anticipato, a Niccolò Contucci di Airc.


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