Attivismo civico & Terzo settore

Una comunità che si mobilita dai territori all’Ucraina

Si è chiusa dialogando con il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti, la riunione delle 72 organizzazioni del comitato editoriale di Vita che, nel pomeriggio del 9 giugno, si è aperta nel segno del progetto Mean – Movimento europeo di azione non violenta e della sua mobilitazione per la pace a Kiev con la società civile europea e ucraina. E nel mezzo le tante novità dell’ecosistema Vita che negli ultimi due mesi ha accolto quattro nuove organizzazioni

di Antonietta Nembri

Ancora una volta online si è riunito nel pomeriggio di giovedì 9 giugno, il comitato editoriale di Vita che ha accolto per la prima volta le quattro organizzazioni che hanno aderito negli ultimi due mesi: Arci, Cbm Italia, cooperativa Osa (Operatori Sanitari Associati) e l’Ats delle Fondazioni di Comunità Campane, associazione temporanea di scopo che riunisce Fondazione Comunità Salernitana, Fondazione San Gennaro e Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli.

Introdotto da Riccardo Bonacina, Angelo Moretti del consorzio Sale della Terra ha raccontato la nascita di Mean – Movimento europeo di azione non violenta e l’origine dell’idea di portare il dialogo di pace proprio nella terra che sta subendo la guerra: dagli abbracci di pace (campagna lanciata con Vita nei giorni successivi l’invasione) alla consapevolezza che «c’è bisogno della società civile, soprattutto di fronte all’escalation e alla negazione di spazio che viene data alla resistenza non violenta ucraina che c'è. Manca una dinamica di racconto diversa e per questo abbiamo iniziato a ragionare che non ci si poteva fermare a fare i non violenti dai nostri divani».
Marianella Sclavi (che firma l’editoriale del numero di giugno del Magazine) sociologa e antropologa, attivista della Fondazione Langer ha puntato il suo intervento sulle dinamiche che si sono create con la società civile ucraina incontrata a metà maggio a Kiev «la prima cosa che ci hanno detto è stata che era prioritario fermare i russi, ma siamo stati insieme, abbiamo portato le nostre riflessioni su che tipo di Europa vogliamo». Sclavi ha sottolineato la necessità di arrivare a un negoziato che non sia come quello di Dyton (che ha messo fine al conflitto nella ex Jugoslavia) ma che serve «la voce di chi ha capacità di costruire cooperazione serve il co-protagonismo della società. Oggi siamo tutti molto più consapevoli della complessità del problema. Nessuno» ha avertito Sclavi «dopo l’11 luglio (giorno previsto per la presenza delle delegazioni della società civile italiana ed europea a Kiev) deve tornare in Italia con l’idea di aver fatto una manifestazione, deve piuttosto impegnarsi per costruire dei rapporti».

Moretti (nella foto) ha poi illustrato le azioni in corso, dal webinar previsto lunedì 13 giugno con Avvenire cui parteciperà anche il neopresidente della Cei Zuppi, alla raccolta fondi in corso (qui ) alle iniziative per i gemellaggi tra città italiane e ucraine e i summer camp per i ragazzi ucraini in Italia «dei campi di educazione alla non violenza». La mobilitazione è in corso e Mean ha prodotto un manifesto con un decalogo per aderire, ma sono anche in campo iniziative che hanno aperto il dialogo tra la municipalità di Kiev e l'Anci, mentre a metà giugno è in programma un incontro con sindaco e vicesindaca di Kiev.

Un secondo tema trattato ha riguardato la mobilitazione urgente per difendere il 5 per mille dal rischio rappresentato dal pdl Rufa che dopo essere passato al Senato sarà martedì 14 in commissione Bilancio alla Camera (ne parliamo anche qui) e che rischia di snaturare uno strumento di fondamentale importanza per il Terzo settore. Sul tema è intervenuta anche Giulia Perani di Airc che ha fatto partecipi i presenti di un manifesto che è in fase di ultimazione e che vede partecipare alla stesura diverse realtà del non profit «aperto alla sottoscrizione e alla firma».

Il presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti (nella foto), ha presentato alle organizzazioni del Comitato editoriale di Vita l’iniziativa che nell’anno del suo trentennale la fondazione ha intrapreso: «Un percorso di ascolto sul territorio per costruire i prossimi trent’anni. Perché la costruzione della programmazione non può essere fatta dalla sola fondazione, ma deve essere frutto di co-pragrammazione e co-progettazione. Credo che uno dei compiti della fondazione sia di essere un soggetto che aiuta a promuovere le azioni delle comunità. Perché» ha sottolineato «un Paese che vuole crescere deve avere sì delle infrastrutture fisiche, ma anche infrastrutture fatte di legami sociali fra soggetti e istituzioni». Nel descrivere la modalità scelta: quattro incontri territoriali e tematici che si chiuderanno a Milano ha sottolineato l’importanza di questo mettersi «a ragionare sulle sfide che abbiamo di fronte, in un percorso che non si chiude in un giorno ma che a noi serve per capire come queste sfide siano viste dagli altri e che questo sguardo è più grande di quello che potremmo pensare noi. Perché da soli non ce la si può fare, non si risolve nulla». La conclusione a metà luglio con un evento a Milano che sarà «un momento più istituzionale di riflessione» ha ricordato Fosti sottolineando l’idea di un percorso «meno autoreferenziale, vera occasione per far convergere le riflessioni sul futuro».

«Particolarmente interessante», così Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali ha definito il percorso di Fondazione Cariplo presentato da Fosti. «Una visione secondo la quale la portata delle sfide che ci attendono è più grande di ciascuno di noi e il fare insieme è importante perché di fronte ai tempi brevi della programmazione politica questo percorso apre al coinvolgimento diretto».
Fosti ha poi concluso sottolineando da un lato l’importanza del «coltivare la fiducia nelle comunità: noi guardiamo al futuro da grandi tradizionalisti» e dall’altro come all’interno del metodo scelto non ci siano «tavoli per decidere, ma per ragionare insieme con un sguardo lungo. Ricomponendo un lettura condivisa per poi avere delle rotte condivise».

L'incontro è stata l'occasione per richiamare l'attenzione del Comitato sui nuovi formati di Vita.it, come VitaInchieste, e le nuove attività digitali come VitaPodcast e le dirette dal canale Instagram.

Nell'immagine in apertura una parte dei partecipanti alla riunione.


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