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L’abbraccio di Chiara, Bernarda e Marta per le donne vittime di tratta

Sono le tre francescane scalze che, a Caltagirone (Ct), realizzeranno un progetto di aiuto per quante sono state trattate da schiave o in generale hanno subito violenza. Lo faranno nell’ex-Istituto agrario cittadino, immobile per decenni lasciato al degrado e all’incuria, che verrà concesso in comodato d’uso alla Diocesi. Il 15 giugno la consegna delle chiavi

di Alessandro Puglia

Da patrimonio sommerso dall’incuria e dal degrado a luogo di rinascita. Per decenni l’istituto agrario di Caltagirone, nel centro della città patrimonio Unesco, conosciuta in tutto il mondo per le sue ceramiche, è stato etichettato come “oasi dell’orrore” tra vetri rotti, porte divelte e l’erba alta che nasconde ogni cosa. Un luogo storico che subito si riconosce lungo la strada che porta a Caltagirone, incastonato nella skyline della città calatina dove dialoga con il paesaggio costellato di campi e agrumeti. Per farlo rinascere, a fronte della lentezza della burocrazia e all’inerzia delle amministrazioni locali, ci voleva soltanto un “miracolo” unito a quella volontà politica che negli anni è mancata.

A costruire il “miracolo” dell’ex istituto agrario ci hanno pensato le Sorelle del cuore Immacolato di Caltagirone e il vescovo Fra Calogero Peri che con il loro progetto di “rinascita” hanno incantato il mondo delle istituzioni, mettendo in prima linea il sindaco Fabio Roccuzzo che da ottobre del 2021, cioè da quando è stato eletto, si è impegnato per restituire alla città un luogo che è sempre appartenuto alla memoria collettiva del territorio.

Il bene di proprietà della Città metropolitana di Catania è stato così concesso in comodato d’uso alla Diocesi di Caltagirone per permettere così di ampliare la missione di carità delle tre suore francescane scalze che da anni assistono le donne vittime di tratta.

Il primo appuntamento è previsto per il 15 giugno quando, alla presenza del sindaco e del vescovo, il commissario straordinario della Città metropolitana di Catania, Federico Portoghese, consegnerà le chiavi dell’immobile a Suor Chiara, Suor Bernarda e Suor Marta.

Durante il momento istituzionale saranno presenti anche i Marines della base di Sigonella che all’interno delle loro attività di “Community relations” offriranno le loro braccia per ripulire gli spazi che negli anni sono stati lasciati all’incuria.

“Pensiamo a questo luogo come a un grembo materno”, ripete Suor Chiara durante i sopralluoghi con il sindaco Fabio Roccuzzo e Alberto Lunetta, responsabile delle relazioni esterne della stazione aeronavale americana di Sigonella.

Tra chiostri di rara bellezza, giardini incantati e ampie stanze che qui tutti si augurano possano ritornare presto a nuova luce le Sorelle del cuore Immacolato realizzeranno una sartoria sociale dove molte donne lavoreranno stoffe e tessuti. “Vogliamo creare così percorsi di inserimento lavorativo”, aggiunge Suor Chiara.

Attorno a lei e alla sua missione che Vita ha raccontato per la prima volta una buona parte della società civile sta decidendo di offrire il proprio contributo. Dall’architetto Michele Savattieri che ha realizzato il progetto, ai medici di periferia che con Suor Chiara assistono le donne in difficoltà sulla superstrada Catania-Gela, alla Caritas, a volontari che si aggiungono di ora in ora.

C’è ancora molto da fare, ma i primi mezzi di ditte specializzate mandati dal Comune di Caltagirone lasciano intravedere quello che sarà un luogo pronto a tornare al suo splendore originario. “Il mio sposo non si lascerà scoraggiare, per lui queste sono piccole cose”, chiosa Suor Chiara davanti alla devastazione che la circonda, mentre alcune delle palme secolari tornano a splendere.

Le foto sono di Alessandro Puglia

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