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Progetto Appennino 2023, nuovi territori cercasi

In vista della nuova edizione Fondazione Garrone ha aperto la ricerca della località che ospiterà l’iniziativa. Possono candidarsi enti pubblici e privati, costituiti da partenariati misti composti da enti privati e pubblici, che abbiano come capofila una fondazione e siano rappresentativi di specifiche aree appenniniche. C’è tempo fino al 28 ottobre prossimo

di Redazione

Mentre in Irpinia è in corso l’edizione 2022 di Progetto Appennino, Fondazione Edoardo Garrone ha avviato la ricerca del territorio che ospiterà l’edizione 2023. Possono candidarsi enti privati e pubblici, costituiti in partenariati guidati da una fondazione (bancaria, d’impresa, di famiglia o di comunità), che rappresentino specifiche aree appenniniche di tutta Italia e vogliano accogliere e sviluppare sul proprio territorio l’originale modello di rilancio e di sviluppo sostenibile degli Appennini promosso dalla fondazione.

Il Progetto Appennino, giunto alla sua terza edizione, si basa su una formula che coniuga il sostegno alla nascita di nuove giovani imprese, attraverso l’alta formazione dell’incubatore ReStartApp, con il consolidamento e l’innovazione del tessuto imprenditoriale esistente, grazie ai percorsi di accelerazione – Vitamine in azienda e creazione di reti – Imprese in rete, dedicati alle imprese locali. Strumenti concreti ed efficaci al servizio di strategie di sviluppo locale che vogliano puntare sull’imprenditorialità quale volano di coinvolgimento e valorizzazione di tutte le risorse materiali e immateriali della comunità.

La “call per i territori” è disponibile online sul sito web della fondazione. Per candidarsi c’è tempo fino al 28 ottobre 2022. Tra le candidature pervenute, Fondazione Edoardo Garrone selezionerà almeno due territori, che accederanno alla successiva fase di confronto e di approfondimento, per individuare il partenariato a cui assegnare l’edizione 2023 del Progetto.

Con il lancio della nuova Call per il 2023 Fondazione Edoardo Garrone conferma l’impegno per la riqualificazione delle aree interne del nostro Paese, avviato nel 2014 con il primo campus ReStartApp. «Grazie all’esperienza maturata in collaborazione con territori e partenariati e al lavoro svolto in tutti questi anni accanto a tante giovani imprese innovative e geneticamente sostenibili, con Progetto Appennino stiamo sperimentando – e via via mettendo a punto – nuove modalità di partecipazione ai processi di sviluppo locale, mettendo a disposizione delle aree appenniniche competenze, relazioni, risorse e strumenti pratici», commenta Alessandro Garrone, presidente della fondazione. «A confermare la validità del nostro approccio, una solida rete di partner che condividono la nostra visione di sviluppo delle aree interne e montane: una visione capace di integrare le dimensioni economiche, sociali e ambientali e di mettere al centro i giovani, con le loro idee e i loro progetti ma, soprattutto, con le loro iniziative imprenditoriali. Solo attraverso la collaborazione, tra soggetti privati e pubblici, imprese e territori, è possibile affrontare l’importante sfida del rilancio dei nostri Appennini, tassello essenziale di una sfida ancora più impegnativa, quella della transizione ecologica del nostro Paese».

«Anche quest’anno sosterremo come Legambiente la diffusione di questo progetto come una vera opportunità per tanti di quei territori del nostro Appennino ricchi di opportunità e di risorse ma purtroppo privi dell’attenzione che meritano», afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. «Attraverso la campagna “Voler bene all’Italia”, Legambiente si dedica con continuità alla promozione, in particolare, dei comuni sotto i cinquemila abitanti, vera e propria “spina dorsale” degli Appennini, nei quali è fondamentale far crescere una nuova imprenditoria, giovane e orientata verso la sostenibilità ambientale e sociale. Ci sembra, non da oggi, l’unica ricetta per impedire che spopolamento e degrado trasformino queste realtà in una sorta di “manifesto delle occasioni perse”. Dalla rigenerazione degli Appennini, invece, anche attraverso il corretto uso delle risorse messe a disposizione dal Pnrr, può arrivare un segnale chiaro e forte a tutto il Paese del vero significato di parole come resilienza, adattamento ai cambiamenti climatici, comunità energetiche e solidali, nuova economia, circolare e civile».

Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola dichiara: «La Fondazione Garrone ha portato avanti un lavoro prezioso di rivitalizzazione del nostro territorio grazie a nuovi modelli economici incentrati sulla sostenibilità, la partecipazione, la creazione di reti locali e l’innovazione a servizio della tradizione e della qualità. Siamo orgogliosi di collaborare al Progetto Appennino. Il rilancio delle aree interne e dei nostri Appennini è importante per la sostenibilità, l'innovazione, i legami con il territorio, le comunità e anche per la sfida che abbiamo davanti per la transizione verde».

«Si tratta di una grande occasione per i territori» afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem «che possono aprirsi a un evento importante, formativo, che porta giovani da tutto il Paese, da tutto l’Appennino, protagonisti di un futuro che non può prescindere dalla loro capacità di fare impresa e di essere innovatori. Sono certo che gruppi di Comuni, Unioni montane e Comunità montane vorranno partecipare a questa call che ha tutto il supporto di Uncem».

In Irpinia, è attualmente in corso la seconda edizione di Progetto Appennino, realizzata in collaborazione con il Comune di Avellino, con il Comune di Mercogliano e la Fondazione Polo Terra, in rappresentanza del territorio denominato “Area Vasta di Avellino”.

Dal 2014 al 2021, con 11 edizioni delle iniziative di formazione, incubazione e accelerazione dedicate alle imprese montane – 6 edizioni di ReStartApp, 3 edizioni di ReStartAlp – Fondazione Edoardo Garrone ha affiancato 140 aspiranti imprenditori under 40, provenienti da 18 regioni, contribuendo concretamente all’avvio di circa 50 imprese.

Partner del Progetto Appennino sono: Fondazione Symbola, Legambiente, Uncem, Alleanza Mobilità Dolce, Club Alpino Italiano (Cai), Fondazione Cima, Federbim, Federforeste, Pefc Italia, Open Fiber e Tiscali.

Foto da ufficio stmpa


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