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Manfredonia (Acli): «Rdc va riformato, rafforziamo ruolo dei comuni»

Il presidente delle Acli intervenendo alla Summer School Giorgio La Pira nel panel “Riformare il reddito di cittadinanza conferendo un ruolo di primo piano ai Comuni ha sottolineato inoltre la necessità di «superare la logica dei centri dell'impiego con “Case del lavoro” dove il Terzo settore possa portare il suo contributo»

di Redazione

Il presidente Emiliano Manfredonia, chiudendo il suo intervento al panel “Riformare il reddito di cittadinanza conferendo un ruolo di primo piano ai Comuni”, organizzato nell’ambito della prima giornata di lavori della Summer School Giorgio La Pira, organizzata dalle Acli e dalla Fondazione Achille Grandi ha parlato della necessità di «dare ai Comuni maggiori strumenti e maggior peso nell’articolazione dei progetti e nell’ambito del RdC».
In particolare ha continuato Manfredonia «I comuni devono essere davvero la prima frontiera dello Stato nell’accoglienza, nella formulazione di politiche e nella risoluzione dei casi che si riscontrano sul territorio. Il legislatore potrebbe immaginare strumenti premiali per quei Comuni virtuosi che avranno avviato più Puc (progetti utili alla collettività) o avranno comunque contribuito alla presa in carico dei soggetti beneficiari: sono tutti dati misurabili empiricamente. Per far questo, però, occorre superare la logica dei meri Centri per l’impiego, che ancora una volta si sono dimostrati – non per loro colpa – inadeguati, dando vita a quella proposta che le Acli hanno avanzato da tempo, ovvero la costituzione di “Case del lavoro” dove le singole realtà del Terzo settore potrebbero apportare un contributo unico nell'erogazione e nel coordinamento di questi servizi essenziali di formazione, orientamento e presa in carico delle persone, dando seguito anche alle indicazioni del Pnrr sul ruolo di co-protagonista insieme alla Pubblica amministrazione».

Parlando poi dell’occasione offerta dalla Summer School 2022, Manfredonia ha aggiunto che come Acli ne approfittano per «presentare la nostra proposta per il rafforzamento dei patti per l’inclusione e l’attuazione dei Puc, con particolare riferimento al ruolo dei Comuni. Questi, sono tra i principali attori del sistema RdC, con compiti di raccordo con altri soggetti territoriali coinvolti nell’attuazione dei Puc, di presa in carico e di realizzazione degli interventi di inclusione sociale e titolari di questi progetti. Peraltro solo il 19,5% dei Comuni hanno coinvolto o consultato gli enti del terzo settore nell’attività di monitoraggio del RdC o in precedenza del Rei (Reddito di inclusione). L’impressione è che si potrebbe aumentare di molto l’offerta dei Puc se l’associazionismo, il volontariato e l’economia solidale fossero chiamati più spesso a dare un contributo nell’attivazione sociale dei beneficiari della misura di sostegno».


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