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La bassezza paurosa è di chi insulta Brunetta, parola di Marco Sessa

Il presidente di Aisac ha commentato sulla sua pagina Fb l’esternazione del ministro Brunetta che si è detto violentato da quanti lo insultano dandogli del “nano”. Nell’apprezzare le parole del ministro ha scritto «spero che possano essere di esempio per molti. Le voglio considerare un altro mattone verso un mondo più educato, “grande” dove le persone vengano valutate e considerate per quello che fanno non per quello che sono»

di Antonietta Nembri

Domenica 24 luglio a “In mezz’ora in più” su Rai3 Renato Brunetta intervistato da Lucia Annuziata ha esternato il suo dolore e disagio per gli insulti ricevuti legati alla sua altezza. «È una vita che io vengo violentato per la mia altezza, bassezza. Mi dicono tappo o nano… E ho sofferto su questo e continuo a soffrire, non mi è passata ma ho le spalle larghe». Tra gli altri a insultarlo anche la compagna del cav Marta Fascina, parlamentare di FI, su Instagram con la dedica di una celebre canzone di De André.

Tra le voci che si sono subito levate a commentare quella di Marco Sessa, presidente di Aisac – Associazione Italiana per l'informazione e lo studio dell'acondroplasia (una delle forme di nanismo più diffuse- ndr) e fresco autore di Nanessere (Corsiero Editore). Nel suo post su Fb Sessa ha scritto rivolgendosi a Renato Brunetta: «per una volta, forse l'unica, apprezzo le tue parole e spero che possano essere di esempio per molti. Le voglio considerare un altro mattone verso un mondo più educato, 'grande' dove le persone vengano valutate e considerate per quello che fanno non per quello che sono. Grazie».

Nella sua pagina, inoltre Sessa ha postato un articolo del lontano 2013 pubblicato proprio su Vita.it sempre per i commenti sull’altezza ricevuti sempre da Brunetta (qui il link )

«Diciamo che per entrare nel caso specifico ho scritto tantissime volte sulla modalità discriminante di definire “nano” l’avversario politico. Mi ricordo quando negli anni Novanta definivano anche lo stesso Berlusconi uno “psico-nano”, un “nano politico” avevo preso carta e penna – non c'erano i social – e avevo scritto una lettera» commenta al telefono Sessa che aggiunge «tra avversari politici l’insulto fisico è di una bassezza mostruosa, soprattutto per chi lo fa, dimostra di non avere altro argomento».

Per Sessa questo genere di commenti che rientrano nella categoria del body shaming, sono discriminanti a più livelli ma hanno anche una ricaduta politica «anche guardare se uno suda o meno, se è alto o basso, grasso… è la dimostrazione che la politica si è ridotta al nulla e questo fa male a tutto il sistema democratico».

Non tutti sono stati però d’accordo con il post, qualcuno ha osservato che prima di ieri Brunetta ne non aveva mai parlato. «Meglio tardi che mai… Ma credo che la sua uscita di adesso possa nascere anche dal fatto che non ne poteva più. E trovo che un ministro che abbia mandato un messaggio di questo tipo, un messaggio forte in una trasmissione sulla Rai sia un fatto positivo in sé, anzi da un punto di vista comunicativo è arrivato dove altri messaggi difficilmente riescono a colpire. Per me è positivo che lui sia intervenuto… peccato per il commento dell’Annunciata sugli occhi azzurri e la razza superiore… La gente dovrebbe imparare a tacere. Il peggior commento da fare. E poi le offese erano sull’altezza, ma è tutto sintomo di quanto siamo indietro nell’accettare le diversità e le differenze».

Luglio è il mese del Disability pride, si parla sempre più di Diversity. «Vediamo le foto del big bang grazie al nuovo telescopio, Astrosamantha passeggia nello spazio e noi siamo ancora qui a discutere di differenze di genere, a parlare di nani e non nani.. siamo nel 2022 e siamo qui a parlare di questo… credo che il problema sia più generale e non è solo body shaming. Occorrerebbe iniziare a ragionare in modo differente», comment ancora Sessa. Che spiega: «Per me dovrebbe passare il concetto che tutti siamo diversamente abili. Ciascuno di noi è diversamente abile rispetto al suo prossimo, siamo tutti diversi per forza di cose. Se iniziassimo a ragionare sulle differenze di ciascuno dall’altro forse avremmo un mondo più tollerante, invece non riusciamo a tollerare nessuno»

Nell'immagine in apertura Renato Brunetta – screenshot dalla trasmissione di Rai3 "In mezz'ora in più"


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