Politica & Istituzioni

Manfredonia (Acli): più che agenda Draghi ora agenda Mattarella

Il segretario delle Acli interviene su Il Fatto Quotidiano. La bussola politica: il discorso del capo dello Stato dopo la rielezione che elencava una serie di urgenze sociali. Nell'intervento, la delusione per come si è chiusa la legislatura e l'auspicio che i partiti sappiano aprirsi all'area del civismo, che emerge nelle elezioni amministrative, ma che non trova rappresentanza a livello nazionale

di Giampaolo Cerri

Mentre la campagna elettorale entra nel vivo, il Terzo settore italiano, seppure ancora con un occhio all'attività parlamentare – e ai tanti dossier ancora in bilico – il Terzo settore, dicevamo, comincia a uscire con alcune riflessioni sulla scadenza del 25 settembre prossimo.

Lo fa anche Emiliano Manfredonia, segretario delle Acli, con un intervento pubblicato stamane sul Fatto Quotidiano. Secondo Manfredonia "la priorità è recuperare un ruolo importante dell’Italia nella costruzione della pace per risolvere il conflitto in Ucraina".

Secondo Il segretario aclista "più che di un’agenda Draghi, che poteva essere valida in alcuni suoi punti ma aveva bisogno di un cambio di rotta, soprattutto sui temi sociali, ci piacerebbe un’agenda Mattarella, seguendo quello che è stato il discorso che il presidente della Repubblica ha tenuto dopo la sua rielezione: dignità per ogni lavoratore, lavoro buono con un welfare giusto e salari adeguati, partendo dagli stipendi delle donne che, come dimostra una nostra ricerca che lanceremo a settembre, sono ancora molto più bassi di quelli degli uomini, cura per il Creato e attenzione per la questione ambientale, che già quest’estate ci ha avvisato con temperature mai viste e incendi su tutto il territorio, e per i giovani, a cui devono essere date le giuste opportunità".

Manfredonia invoca poi "un’adeguata riflessione sul salario minimo, sulle politiche per la famiglia (che per loro natura sono inclusive e non esclusive), su una riforma del sistema pensionistico che non sia basata sul criterio delle mance ma guardi agli interessi delle generazioni future; una riflessione matura sui problemi dell’immigrazione e della cittadinanza, sulla collocazione dei problemi cosiddetti etici (in realtà anche le scelte di politica economica hanno un consistente spessore etico) in una prospettiva né confessionale né individualistica".

Il segretario Acli non nasconde il proprio disappunto per come la legislatura si è conclusa: "Purtroppo anche questa volta siamo stati delusi, c’è stato un nuovo ulteriore scollamento tra il Parlamento e la società civile, tra la politica e noi associazioni del Terzo settore che abbiamo davvero il polso di quello che accade tra i deboli e tra gli ultimi: ha prevalso la mera tattica politica, il puro calcolo elettorale ha soppiantato un’agenda che poteva e doveva essere migliorata e che ci avrebbe portato ugualmente a elezioni nel giro di qualche mese, al termine naturale della legislatura".

La chiusa è un auspicio rivolto alle formazioni politiche: "Oggi, nonostante il tempo sia davvero breve", scrive Manfredonia, "ci auguriamo che il nostro appello non vada completamente disperso e che le forze politiche sappiano aprire anche a quella vasta area di civismo che si manifesta alle elezioni amministrative, e che spesso a livello nazionale non trova adeguata rappresentanza".


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