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Sostenibilità sociale e ambientale

Vandana e gli altri: Venezia capitale dell’economia trasformativa

Anche la Shiva dal 7 al 9 settembre si terrà la conferenza sulla decrescita, dove attivisti, ricercatori ed esperti faranno il punto di quanto fatto negli ultimi dieci anni dai movimenti convinti che smettere di crescere economicamente sia un bene

di Veronica Rossi

Il progresso, secondo l’opinione comune, è crescita costante. Ma c’è chi, da anni, propone un modello diverso. Risale al 2012, infatti, la nascita del movimento per la decrescita, dopo un grande convegno a Venezia, “La grande transizione”, terza Conferenza internazionale sulla decrescita, la sostenibilità ecologica e l’equità.

Dal 7 al 9 settembre, esattamente dopo 10 anni, ricercatori, esperti e e cittadini attenti si danno di nuovo appuntamento, sempre nella città lagunare, presso l’università Iuav, per fare il punto sulla situazione e rilanciare idee e proposte per andare verso un cambiamento possibile e, secondo alcuni, necessario. Descrescita, si legge sul sito dell’evento, significa “Svolta riflessiva per la ricerca, personale e collettiva, di una qualità della vita sganciata dall’ossessione per la crescita e dalla corsa alla produzione, al possesso e al consumo di merci”.

Le conferenze sono promosse dall’Associazione per la Decrescita, dal Movimento per la Decrescita Felice, dalla Rete Italiana dell’Economia Solidale, da Aeres di Venezia e dal Support Group of the International Conferences on Degrowth for Ecological Sustainability and Social Equity e vedono il coinvolgimento di università e di istituti di ricerca, oltre a diverse associazioni italiane che si spendono nell’ambito delle economie alternative e trasformative.

All’incontro, il cui titolo sarà “Decrescita: se non ora quando? Dall’illusione di una crescita verde a una democrazia della terra”, parteciperanno – fisicamente e online – tantissimi ospiti, italiani e stranieri. Ci saranno, tra gli altri, la famosa attivista indiana Vandana Shiva, la regista Helena Norberg-Hodge, presidente dell’International society for ecology, l’antropologo ecologico Jason Hickel, l’economista e attivista femminista Amaia Pérez Orozco.

Il ragionamento si svolgerà secondo quattro assi: “Un agire politico trasformativo”, “Nuove architetture sociali”, “Buen Vivir/Vivir Bien” e “One Earth, one health, one life”. I partecipanti non saranno semplici ascoltatori: sono stati organizzati 15 tavoli di confronto, che dibatteranno le proposte elaborate da altrettanti gruppi di lavoro negli ultimi mesi. Negli stessi giorni, sempre a Venezia, si terrà il Venice Climate Camp, che proseguirà fino all’11 settembre; i due eventi intendono mettersi in relazione e in dialogo: non è possibile fermare i cambiamenti climatici – dicono gli organizzatori degli eventi – senza trasformare il sistema attuale, anche a livello economico.


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