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Economia & Impresa sociale 

Una particola per il riscatto dei detenuti

Parte delle 35mila ostie utilizzate durante il Congresso Eucaristico nazionale, che si è tenuto a Matera da giovedì 22 a domenica 25 settembre, sono state realizzate nella Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, nell'ambito di un progetto della cooperativa sociale Giorni Nuovi

di Veronica Rossi

“L’uomo non è il suo errore”, diceva don Oreste Benzi.

Tutti devono avere la possibilità di riscattarsi, anche i detenuti. E quale modo migliore di farlo, se non attraverso l’apprendimento di un lavoro, che gli può dare gli strumenti per riprendere una vita onesta dopo aver scontato la pena?

È a questi principi che si ispira la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, in cui sono state prodotte parte delle 35mila particole e ostie usate nelle celebrazioni del Congresso Eucaristico nazionale, che si è tenuto a Matera da giovedì 22 a domenica 25 settembre, quando c’è stata la messa officiata da papa Francesco.

A coinvolgere nell’iniziativa la struttura, l’ispettore generale dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, venuto a conoscenza delle attività della cooperativa Giorni Nuovi – fondata nel 2015 da un gruppo di volontari che lavoravano da tempo con i detenuti e ora aderente a Confcooperative di Modena–, che due anni e mezzo fa ha dato vita a un ostificio.

«All’inizio il nostro impegno era squisitamente di natura religiosa, ma i detenuti ci chiedevano con insistenza un lavoro e una casa – ha detto Francesco Pagano, presidente di Giorni Nuovi – Il progetto dell’ostificio è stato appoggiato fin dall’inizio dalla direttrice della Casa di Reclusione di Castelfranco Maria Martone e dall’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Maria Zuppi, che ha finanziato l’acquisto dei macchinari, successivamente donati al carcere dalla cooperativa». Anche il vescovo di Modena, il monsignor Erio Castellucci, ha dimostrato il loro apprezzamento per l’iniziativa.

I detenuti impiegati nell’ostificio – attualmente due, ma è in programma l’assunzione di un terzo dipendente – sono assunti da Giorni Nuovi e lavorano quattro ore al giorno, con i mezzi di produzione tipici del settore: impastatrice, macchina per le cialde, taglierina e sigillatrice. «Le nostre materie prime sono farina doppio zero e acqua – ha aggiunto Pagano – La produzione quotidiana è di circa 25 pacchi da 500 particole e quindici confezioni da 25 ostie usate dal celebrante. Sembra un lavoro facile, invece richiede molta attenzione e scrupolo».

La cooperativa non produce solo ostie e particole assieme a persone private della libertà. Sono attivi, infatti, anche progetti per la realizzazione di presepi artigianali, lavorazioni tessili e assemblaggi per aziende locali. “Adesso abbiamo l’obiettivo di creare una linea di prodotti alimentari con marchio proprio”, ha annunciato Pagano, “che coinvolga anche i detenuti in alcune fasi della lavorazione”.

Giorni Nostri intende aiutare chi si trova in una situazione di sofferenza, a prescindere dal reato che ha commesso, senza giudizio. “Il nostro impegno comprende anche attività di volontariato a vasto raggio”, ha concluso il presidente, “Non facciamo, quindi, del semplice assistenzialismo o della carità, ma cerchiamo di creare occasioni di lavoro come strumento di recupero dei detenuti alimentando i loro sogni e speranze di uomini alla ricerca di un senso della loro esistenza».


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