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Sviluppo sostenibile, Italia in ritardo sull’Agenda 2030

Secondo il Rapporto annuale presentato dall’Asvis, il nostro Paese non ha ancora superato gli effetti negativi della pandemia. In peggioramento gli indicatori sociali e ambientali. Rinnovate al contempo le dieci proposte dell’Alleanza alla classe politica per recuperare il tempo perduto. A cominciare dalla formazione delle Commissioni nel nuovo Parlamento

di Nicola Varcasia

“Creare una diffusa cultura della sostenibilità, fondamento di un’economia equilibrata e inclusiva a beneficio della collettività”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il suo messaggio inviato in apertura del Festival dello sviluppo sostenibile 2022, ha fatto suo l’auspicio dell’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile che promuove la manifestazione fino al 20 ottobre con oltre 900 eventi in presenza e on line.

Di quando ci sia bisogno di equilibrio emerge non solo dallo scenario internazionale sempre più precario, ma anche dalla fotografia sull’Italia che giunge dal settimo Rapporto annuale presentato dall’Asvis proprio nella giornata inaugurale del festival: l’Italia è in ritardo nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu. La crisi sistemica del modello di sviluppo dominante accelerata dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dai cambiamenti climatici sta aumentando le disuguaglianze sociali.

“Nonostante la ripresa registrata nell’ultimo biennio, caratterizzato dalla caduta e dal rimbalzo dell’economia causati dalla pandemia, gli indicatori di sostenibilità dell’Italia, in particolare quelli sociali e ambientali, sono in peggioramento”, ha affermato la Presidente dell’ASviS Marcella Mallen. “Dal 2019 al 2021 registriamo un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, specialmente dei più deboli e un arretramento degli indicatori ambientali, in particolare quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche”.

Il Rapporto, grazie ai più recenti dati statistici disponibili, elabora 33 diversi indicatori di sostenibilità permettendo, per la prima volta, di confrontare la situazione dell’Italia e dell’Unione Europea dal 2019 al 2021, gli anni precedente e successivo a quello della prima ondata di pandemia da Covid-19, che ha sconvolto tutti i trend statistici mondiali.

Esplorando le principali evidenze del Rapporto 2022, emerge che l’Italia ha registrato nell’ultimo biennio dei passi avanti soltanto per due Goal (7 e 8), mentre per altri due (2 e 13) viene confermato il livello del 2019. Per tutti i restanti Goal dell’Agenda 2030 (1, 3, 4, 5, 6, 9, 10, 15, 16 e 17) il livello registrato nel 2021 è al di sotto di quello del 2019, a conferma del fatto che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica. A causa della mancanza di dati, i Goal 11, 12 e 14 non sono analizzati fino al 2021. Nel documento si ribadisce l’allarme per i numerosi ritardi e problemi che l’attuazione dell’Agenda 2030 sta avendo in Italia e nel mondo. Il tempo a disposizione per cambiare passo sta finendo.

“Stiamo superando la soglia tra un periodo in cui la crescita di produzioni e consumi, seppur con molte contraddizioni, generava un’analoga diffusione del benessere, dei diritti e della giustizia sociale a un nuovo periodo in cui la generazione della ricchezza economica porta benefici a una fascia di popolazione progressivamente più ristretta afferma il presidente Asvis, Pierluigi Stefanini – la frattura della pandemia, le guerre e gli scenari geopolitici mondiali, insieme al nuovo corso politico che si apre in Italia ci impongono di ripensare e cambiare passo”.

Per ripartire, il Rapporto rilancia con decisione le Dieci idee per un Italia sostenibile consegnate ai politici durante la campagna elettorale. Particolarmente attuale, visto che il nuovo Parlamento sta per insediarsi, la proposta di integrare lo sviluppo sostenibile nella ricomposizione delle Commissioni parlamentari e rinnovare la costituzione, in entrambi i rami del Parlamento, di un intergruppo per lo sviluppo sostenibile.

In sintesi, le altre proposte chiedono di assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile; disegnare il futuro partendo dal presente; promuovere giustizia, trasparenza e responsabilità; rendere più sostenibili ed equi i territori; impegnarsi per la giusta transizione ecologica; ridurre tutte le disuguaglianze; non lasciare indietro nessuno; tutelare la salute con un approccio integrato; garantire diritti e pace, rafforzare cooperazione e democrazia.

Per continuare a seguire gli altri eventi del Festival dello sviluppo sostenibile: www-2022.festivalsvilupposostenibile.it/


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