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Un asilo nido per i piccoli pazienti del Policlinico di Bari

Intesa Sanpaolo prosegue col suo "Programma educativo per bambini lungodegenti": dopo Torino, Napoli, Monza, Padova, Bologna e Genova, arriva il capoluogo pugliese. Un'altra case-history di collaborazione profit-non profit, visto che a gestirla sarà una cooperativa sociale: la Zorba aderente al Consorzio PAN

di Giampaolo Cerri

Una banca che istituisce un servizio per l’infanzia senza fine di lucro, dentro un ospedale pubblico, chiamando a gestire una cooperativa sociale.

Questa piccola-grande case-history di rapporto fra profit-non profit ed ente pubblico si svolge a Bari, dove stamane è stato inaugurato un asilo nido per i pazienti dell’Unità operativa complessa Pediatria a indirizzo onco-ematologico dell’Azienda ospedaliero-universitaria consorziale Policlinico di Bari – Ospedale Giovanni XXIII, centro sanitario altamente qualificato e punto di riferimento non soltanto per la Puglia, ma per gran parte del Sud Italia.

A realizzarlo è stata Intesa Sanpaolo, affidandone la gestione alla Cooperativa sociale Zorba aderente al Consorzio PAN – Servizi. Un vero e proprio “network italiano di servizi per l’infanzia senza fini di lucro”, si legge in una nota, “istituito da Intesa Sanpaolo insieme a importanti reti dell’imprenditoria sociale, con l’obiettivo di garantire servizi per l’infanzia di qualità certificata a livello europeo”.

Una case-history che, oltretutto, si ripete, perché la banca, dal 2017, aveva già aperto strutture analoghe a Torino, Napoli, Monza, Padova, Bologna e Genova, “per rispondere alle esigenze educative e di socializzazione dei piccoli ricoverati offrendo un’apertura verso una vita futura e un miglioramento di quella attuale”. Oltre 500 bambini sono già stati coinvolti nei presidi ospedalieri in cui è stato attivato il servizio aiutando i piccoli pazienti e i loro famigliari. Ora, dopo il capoluogo campano, un altro grande ospedale del Sud.

Il perimetro del bisogno era d'altra parte chiarissimo: la fascia di età sino ai 36 mesi è molto delicata perché il bambino acquisisce competenze e abilità importanti su tutti i piani, da quello motorio a quello cognitivo e affettivo-relazionale. “La malattia”, ricorda la nota, “le pesanti cure e la lungodegenza interrompono questo processo causando nei bambini isolamento sociale e psicologico. Per consentire ai bambini di proseguire un normale percorso di crescita anche all’interno dell’ospedale, il servizio è curato da educatori specializzati e qualificati, sulla base di specifici progetti, ed è svolto nel rispetto delle indicazioni ricevute dal personale sanitario”.

"Gli investimenti in questa fascia di età", sottolinea Intesa Sanpaolo, "intervengono anche all’interno dello schema proposto dal Pnrr per il contrasto alle diseguaglianze nelle opportunità educative tra i bambini, per una maggiore parità di genere e una maggiore condivisone dei carichi di cura familiari e rispetto all’evoluzione dei presidi ospedalieri come sistemi integrati di welfare e sulle prospettive future".

“L’apertura del nuovo asilo”, ricorda il gruppo bancario, “rientra nel Programma educativo Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti, progetto ideato e sviluppato dalla struttura Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università, grazie al quale, Intesa Sanpaolo offre gratuitamente il servizio di asilo nido ai bambini da 0 a 3 anni lungodegenti presso i reparti di oncologia di ospedali di eccellenza”.

Folto, prevedibilmente, il pubblico del taglio di nastro. Sono intervenuti Rosa Barone, assessora Welfare, Politiche di benessere sociale e pari opportunità di Regione Puglia, Gianluca Capochiani, direttore amministrativo Policlinico di Bari, Francesca Bottalico, assessora alla Città Inclusiva e Solidale del Comune di Bari, Elisa Zambito Marsala, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, e Alberto Pedroli, direttore regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo.

Soddisfatta evidentemente Zambito Marsala: “Siamo fieri di essere oggi a Bari per presentare al territorio il nostro Programma dedicato ai bambini lungodegenti”, ha detto, ricordando come “i servizi nido di Intesa Sanpaolo negli ospedali pediatrici del Paese portino sollievo e un aiuto concreto a centinaia di piccoli pazienti e alle loro famiglie, con un impatto sociale importante. Per il futuro auspichiamo di poter raggiungere, con questa nostra esperienza, il maggior numero di presidi ospedalieri e potenziare il servizio educativo sino ai 6 anni”.

Le ha fatto eco Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico di Bari, ricordando come “la presenza di asili nido e scuole negli ospedali rappresenti uno spiraglio di normalità per quei piccoli costretti a lunghe degenze per le cure e un sostegno per le mamme che accompagnano i bambini in questo percorso. Attraverso le strutture educative organizzate negli stessi reparti in cui sono ricoverati, i piccoli pazienti imparano a socializzare e ad affrontare al meglio la malattia coniugando i tempi dell’educazione e del gioco con le esigenze di cura. Si tratta”, ha concluso il dg del nosocomio, “di un prezioso aiuto per i più fragili e per le loro famiglie che ci consente di prenderci cura del malato e non semplicemente di curare la malattia. Per questo è doveroso un ringraziamento a Intesa Sanpaolo per la promozione e realizzazione di questo progetto”.


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