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Sanità & Ricerca

Felicità è inseguire le formiche (vuol dire che le vedi)

È ciò che ha fatto un bimbo di sette anni, in Rwanda, appena gli hanno tolto la benda dall'occhio e ha capito che ci vedeva. Per un intervento di cataratta bastano 125 euro. «Ogni volta è un'emozione da brivido», racconta Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia, che in occasione della Giornata Mondiale della Vista lancia una campagna per garantire cure oculistiche a 1 milione di persone in un anno, in nove paesi

di Sara De Carli

Uno screening a tappeto, dentro uno smartphone: 519mila bambini in 1.500 scuole e 950mila persone nelle comunità. Sono i numeri del progetto VIP-Vision Impact Project, che Cbm ha avviato in primavera in due contee del Kenya, Vihiga e Bomet. Nel paese ci sono 7,5 milioni di persone che soffrono di malattie visive ma appena 1,6 milioni di esse ha accesso alle cure. Spesso si arriva alla cecità per via di miopia non corretta o di problemi “ordinari” come la cataratta. Una cecità evitabile, quindi, a patto di intervenire per tempo: proprio quello che è difficile nei villaggi più remoti. La tecnologia, invece, in VIP viene in aiuto: il sistema Peek permette infatti di effettuare un primo test della vista con un semplice smartphone, avvalendosi di personale non sanitario come insegnanti e operatori di comunità. Ecco qui la novità semplice ma straordinaria che permetterà di aumentare i numeri dello screening.

Nel mondo infatti ci sono 1, 1 miliardi di persone che non vedono. Per il 90% di esse, però, questa condizione non è necessaria: potrebbero tornare a vedere, con gli interventi e le cure appropriate o potrebbero non arrivare a perdere la vista, con l’adeguata prevenzione. «Basterebbe pochissimo e la loro vita sarebbe completamente differente», ricorda Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia, che nel 2021 ha realizzato 30 progetti in 13 paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 1,3 milioni di beneficiari. La Giornata Mondiale della Vista, che si celebra ogni anno il secondo giovedì di ottobre, vuole ricordarci proprio questo: lo scandalo per cui una persona su due, fra quanti nel mondo hanno problemi di vista, non ha la possibilità di accedere ad una visita oculistica, di avere un paio di occhiali, di sottoporsi a un intervento chirurgico quando se ne ha bisogno. La campagna “Fuori dall’ombra, per il diritto di vedere ed essere visti”, che Cbm Italia lancia in occasione della Giornata Mondiale della Vista, vuole garantire cure oculistiche a 1 milione di persone in un anno.

Restiamo in Kenya, qual è il contesto del paese?

Nel paese il 15,5% della popolazione soffre di disabilità visiva. Il progetto vuole prevenire la cecità, raggiungendo in particolare coloro che vivono nelle comunità più remote. L’obiettivo è fornire accesso, in quattro anni, a servizi oculistici pubblici di qualità: faremo un test della vista all’80% degli alunni di quattro contee e al 40% della popolazione di quelle comunità.

Perché la tecnologia Peek Vision è una svolta? In fondo anche il vecchio cartellone con le lettere stampate può arrivare ovunque…

L’applicazione sullo smartphone, diversamente dall’ottotipo, registra ciò che le persone vedono o non vedono: dà un alert sulle situazioni da segnalare, che vengono inviate ad una struttura e tiene traccia del primo esame della vista. È una tecnologia semplice, ma straordinaria: in questo modo l’esame della vista può essere fatto anche da figure non sanitarie, per esempio da un maestro di scuola o dall’operatore di comunità, raggiungendo un’infinità di persone. È questo l’elemento importante: fare uno screening il più ampio possibile, individuare le persone che hanno necessità di una visita specialistica, inviarle alle cliniche, curarle… tutto in tempi ragionevolmente brevi. Per questo nei nostri progetti ci sono sempre, insieme, diversi aspetti: l’informazione, la prevenzione, la realizzazione di strutture, la formazione degli specialisti, l’innovazione tecnologica.

In Kenya come altrove…

In tanti di questi paesi vivere nella cecità significa ancora essere allontanati dalla società e vivere rinchiusi nelle case, perché la persona che non vede diventa un peso per la sua famiglia. Un bambino che non vede avrà delle conseguenze anche in termini di mancata istruzione, farà meno esperienze stimolanti, anche intellettivamente la sua crescita avrà un freno… Ma anche per una donna di oltre ottant’anni vedere o non vedere fa la differenza: dall’Uganda ci è appena arrivata la bellissima storia di Sandy e sua nonna Jenet, che dopo tre anni di buio è tornata a vedere perché alla radio ha sentito parlare di noi. Ci sono tantissime persone che nemmeno sanno che la loro vita potrebbe essere del tutto diversa, che la cecità non è una condizione necessaria… Una cosa che io dico sempre è che con poco si può fare tantissimo… lo sa quanto costa un intervento di cataratta per un bambino? 125 euro. Con 125 euro gli ridai la vista e il futuro. Per un adulto, basta anche meno dal momento che non è necessario operare in anestesia totale.

Cosa si prova nel momento in cui una persona toglie la benda e si accorge che è tornata a vedere?

Mi è capitato tantissime volte, in paesi diversi, di assistere a quel momento. È una cosa che dà i brividi. Poco prima del Covid, ero in Rwanda dove abbiamo operato, fra gli altri, due bambini di sei o sette anni. Quando l’hanno sbendata, la bimba si è messa a piangere per la felicità di vedere. Nella stanza tutti, compreso il medico che fa in continuazione interventi di questo tipo, ci siamo commossi. L'altro bambino invece, quando gli hanno tolto la benda si è messo a inseguire le formiche… era gasatissimo perché le vedeva di nuovo.

Che lavoro fa Cbm in Italia?

L’impegno nei paesi in via di sviluppo perché nessuno sia lasciato indietro quando di parla di salute della vista e per spezzare il ciclo che lega povertà e disabilità sono da sempre il cuore della nostra attività. In Italia lavoriamo molto nella sensibilizzazione, per esempio dal 2014 abbiamo un progetto con le scuole, “Apriamo gli occhi” che accende l’attenzione sui diritti delle persone con disabilità e sui temi dell’inclusione. È un tema che nei prossimi anni svilupperemo, perché ancora pochi conoscono la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Nel 2021 abbiamo realizzato dieci progetti in Italia, non di cura ma di sostegno alle persone con disabilità in generale: durante la pandemia tante famiglie di persone con disabilità hanno avuto grosse difficoltà, penso per esempio agli amici di Mondo Charge a cui abbiamo dato supporto garantendo supporto psicologici, pet teraphy, sostegno alla famiglia.


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