Sostenibilità sociale e ambientale

Neutralità climatica, 60 aziende si alleano

Nasce C02alizione Italia: da Danone a Illy, da Chiesi a Hera tutte impegnate per la riduzione delle emissioni climalteranti. A tenere a battesimo il nuovo rassemblement per la sostenibilità l'ex ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, oggi a capo della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

di Costantino Coros

È allo stesso tempo una rivoluzione culturale e un cambio di paradigma e di visione nella gestione d’impresa, all’insegna della cura ambientale. Questo è il passo fatto da più di 60 aziende italiane, le quali hanno dato vita a CO2alizione Italia.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Roma presso la sede di Associazione Civita, alla presenza del Segretario generale Simonetta Giordani, del presidente di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi e con gli esponenti delle aziende aderenti. Una scelta che abbraccia la neutralità climatica e trova la sua concretezza nella modifica dei loro statuti. In pratica si tratta di un passo importante che diventa finalità dell’impresa al pari del profitto attraverso l’adozione di una pratica innovativa che vede appunto lo statuto societario come strumento della formalizzazione dell’impegno. Questo perché lo statuto è la “costituzione” delle aziende, mezzo con il quale manifestano e organizzano la loro governance.

“CO2alizione Italia ha l’obiettivo di diffondere questa pratica affinché venga adottata da un numero più ampio possibile di aziende, così da contribuire al raggiungimento del target di neutralità climatica fissato dall’Unione Europea al 2050, contrastare il riscaldamento globale e concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima”. Spiegano in una nota i promotori. “Le aziende aderenti si impegnano a evolvere progressivamente il proprio modello di business e il modello operativo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, obiettivo che viene integrato all’interno dello statuto societario in modo che diventi una vera e propria finalità dell’impresa – oltre a quella di generare utili – protetta nel tempo – anche in caso di aumenti di capitale e cambi di management, di passaggi generazionali o di quotazione in borsa”.

Eric Ezechieli, co-founder di Nativa e fra i promotori di CO2alizione a margine della presentazione ha raccontato come è nata l’idea: “Grazie alla nostra esperienza diretta tra il 2010 e il 2011 abbiamo iniziato a ricercare dei modelli alternativi che andassero oltre il classico paradigma di business solo orientato alla creazione di valore economico perché non può funzionare nel tempo. Abbiamo scoperto che esistevano delle forme diverse di società negli Stati Uniti, le benefit corporation (società benefit). Per cui abbiamo preso quel modello e lo abbiamo applicato in Italia. Così Nativa è diventata una benefit corporation il che vuol dire che nello statuto è stata scritta sia la finalità di creare valore economico e nel contempo creare valore per la società, le persone e per il pianeta. Però quando siamo andati alla camera di commercio il nostro statuto è stato bocciato quattro volte di seguito perché non era contemplato dal Codice civile, il quale considera come unico scopo delle società quello di creare valore per gli azionisti. Per farla breve – ha spiegato Ezechieli – ci siamo attivati e anche con il lavoro fatto a quel tempo dal senatore Mauro Del Barba abbiamo introdotto in Italia la legge sulle società benefit. Praticamente era l’adeguamento del sistema legislativo a quello che noi già avevamo fatto. Questa cosa si è diffusa ed abbiamo così compreso la potenza dello statuto nel cambiare paradigma. Quindi ci siamo chiesti quali potessero essere gli adeguamenti indispensabili per tutte le aziende. In sintesi sono la decarbonizzazione, la defossilizzazione, l’eliminare il contributo delle aziende alla crisi climatica. Nel giro di pochi mesi decine di imprese hanno aderito. È un passo necessario per andare avanti”, ha aggiunto Eric Ezechieli.

Nei prossimi decenni, sarà inevitabile un’evoluzione radicale delle nostre abitudini e un cambio netto dagli attuali meccanismi di produzione e consumo verso un modello che elimini il contributo alla crisi climatica, che per essere attuato richiede un’assunzione di responsabilità da parte delle aziende e l’impegno a rendicontare annualmente, con trasparenza, le azioni e le politiche messe in atto per la protezione del clima. Oggi è stato dimostrato che c’è un modo diverso di fare le cose e che questo progetto si può realizzare concretamente. “In assenza di leggi e piani regolatori coraggiosi – afferma Paolo Di Cesare, co-founder di Nativa fra i promotori di CO2alizione – è essenziale adottare strumenti innovativi capaci di liberare le energie creative dei singoli e dare vita a processi collaborativi mai sperimentati prima”.

Per Ronchi: “La decisione di un gruppo di imprese di diventare leader dell’azzeramento delle emissioni di gas serra dà un contributo importante all’aumento dell’impegno nazionale contro la crisi climatica”.

I rappresentanti delle aziende presenti al lancio dell’iniziativa, ciascuno per le sue caratteristiche ed ambiti di produzione, si sono dimostrati sulla stessa lunghezza d’onda rispetto all’impegno di contribuire concretamente alla cura dell’ambiente.

Per esempio, Maria Paola Chiesi, Shared Value & Sustainability (valore condiviso e sostenibilità, ndr) Head del gruppo Chiesi, ha detto che “Siamo il più grande gruppo farmaceutico internazionale certificato B Corp. Per noi standard e quadri di misurazione completi e duraturi sono essenziali per incoraggiare e tracciare i progressi verso una società a zero emissioni, poiché permettono alle aziende di pianificare e implementare azioni specifiche, aiutando i cittadini e i decisori politici a identificare misure di mitigazione che facciano davvero la differenza. Appoggiamo CO2alizione Italia per stimolare un cambio di paradigma verso un modello di business misurato e certificato, che abbia un impatto positivo su persone, società, territorio e pianeta”.

Dal canto suo, Salvatore Castiglione, Corporate affairs (affari societari, ndr) di Danone Italia ha dichiarato: “Fare parte di CO2alizione Italia per noi di Danone, già Società Benefit e certificati B Corp dal 2020, significa integrare nel nostro statuto societario, oltre agli impegni già assunti, anche l’impegno di neutralità climatica. Per questo abbiamo progetti interni all’azienda come ZERO3, un piano che rappresenta già una parte della risposta a questo challenge rendicontando anno per anno la riduzione delle emissioni di CO2 e non solo”.

Da Roberta Fileni, vice presidente del Gruppo Fileni è arrivato il racconto di una sensibilità partita da lontano: “Per Fileni, l’adesione a CO2alizione è un ulteriore tassello di un percorso sostenibile che è iniziato più di vent’anni fa e che ci ha portato ad essere – oggi – il punto di riferimento per le proteine biologiche in Italia. Un percorso che si concretizza ogni giorno con gli impegni che ci siamo assunti nel nostro Manifesto di Sostenibilità che – non a caso – si intitola Scegliamo di difendere il futuro”.

Infine, il direttore generale di Hera Luce, Alessandro Battistini: “In vent’anni di storia, il Gruppo Hera ha messo al centro della propria strategia un impegno crescente per la responsabilità sociale d’impresa e la sostenibilità, che si è evoluto e maturato nel tempo con l’introduzione di un approccio strategico volto alla creazione di valore condiviso. L’inserimento, lo scorso anno, del concetto di corporate purpose (scopo aziendale, ndr) nello statuto di Hera e la recente trasformazione in società benefit della controllata Hera Luce hanno altresì confermato l’impegno del gruppo in questo percorso, a beneficio dell’ecosistema territoriale di riferimento e delle generazioni future”.

Hanno aderito a CO2alizione Italia: Aboca, Acetificio de Nigris, ADR Center, Antica Erboristeria, Arkage, Beste, CEF Publishing, Chiesi Group, Damiano, Danone Italia, Davines, E’Ambiente, E80, Emsibeth, Enetec, Engine, Erbolario, Erbolario Franchising, Eurotherm, Evogy, Fedabo, Feudi San Gregorio, Fileni, Florim, Garc Ambiente, Garc, Gelit, Grassi, Green Future Project, Gruppo Hera, Gustibus Alimentari, illycaffè, Intexo, Irritec, Jonix, Kerakoll, Lazzerini, Lenet Group, Lundbeck Italia, Mine Studio, Mutti, Nativa, Nespresso Italiana, NWG Energia, NWG Italia, Onde Alte, Palm, Panino Giusto, Pattern, Perlage Winery, Fratelli Piacenza, Polimi Graduate School of Management, Redo, Renovit, Reti, Sales, Save The Duck, Siav, Slowear, SNAM, The ID Factory, ViCook, Way2Global.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA