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Scampia, la Vela che diventa Università

Una delle Vele di Scampia è diventata una sede dell'Università Federico II di Napoli. Dopo anni di lavori, qui saranno trasferiti alcuni corsi di laurea della Scuola di Medicina e chirurgia dell'ateneo. 48 aule, 7 piani, di cui 4 dedicati alla didattica, 1 ai laboratori e 2 all'area clinica. «Questo progetto», ha dichiarato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, «è stato fortemente voluto. Abbiamo accelerato la conclusione perché crediamo possa avere un impatto positivo sia per il quartiere che per l'intera area Nord della città, cambiando la narrazione negativa di questi luoghi»

di Anna Spena

A Scampia, quartiere a nord di Napoli, un luogo delle aspettative tradite, è stato inaugurato un polo univeristario. Agli inizi degli anni Settanta qui doveva nascere il sogno della media borghesia napoletana. Si costruivano i primi parchi privati, lontano dal caos del centro della città, il verde attorno, la prospettiva di qualcosa di bello, dove la bellezza non è dirompete, ma serena. Ma nell’Ottanta il terremoto in Irpina ha segnato l’inizio delle scelte politiche sbagliate. Furono edificate strutture in piena emergenza post-terremoto, c’era bisogno di case per gli sfollati. Quelle scelte hanno lasciato spazio alla Camorra. Sono poco meno di 41mila gli abitanti residenti, una stima al ribasso. A loro si aggiungono le migliaia di famiglie che, in mancanza di alternative occupano le case, e una consistente comunità Rom che vive in un campo costruito nel quartiere. Scampia è il luogo delle aspettative tradite perché le Vele non dovevano essere le vele, roccaforte della droga con le vedette sui palazzi. Le “case dei Puffi" nel lotto P, fatte di amianto e che oggi cadono a pezzi – come gran parte del quartiere – dovevano essere provvisorie, per tamponare l’emergenza, invece poi sono diventate l’emergenza.

A Scampia non c’è mai stato un cinema, un parrucchiere, un negozio che vende scarpe. Vicina al centro di Napoli ma abbastanza lontana da disegnarne i contorni a Nord. Le strade larghe, le vie di accesso alle autostrade veloci. A Scampia non c’era un supermercato, così la camorra ha aperto quello della droga: c’erano 25 piazze di spaccio. Il quartiere è stato profondamente segnato dalla prima faida di Secondigliano. Una guerra di camorra tra i Di Lauro e gli “scissionisti”. Mentre si ammazzavano tra loro i colpi di proiettili vacanti hanno ucciso anche ragazze e ragazzi del quartiere, vittime innocenti. Oggi, dove prima c'era una vela – la vela H – è stato inaugurata una nuova sede dell'Università Federico II, qui si terranno i corsi di laurea in Professioni Sanitarie. Un edificio di 7 piani – con 48 aule – di cui 4 dedicati alla didattica, 1 ai laboratori e 2 all'area clinica che però entreranno in funzione più avanti. 330 studenti e consultori e ambulatori per i cittadini del quartiere. 2500 le persone che graviteranno attorno alla struttura.

«Prende vita il nuovo Polo universitario a Scampia, un progetto fortemente voluto e di cui abbiamo accelerato la conclusione perchè crediamo possa avere un impatto positivo sia per il quartiere che per l'intera area Nord della città, cambiando la narrazione negativa di questi luoghi», ha scritto sulla sua pagina Facebook il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. «La rigenerazione urbana di Restart-Scampia, il programma di riqualificazione del verde urbano, la realizzazione della pista ciclabile ed un'adeguata implementazione del sistema di trasporti hanno tutti l'obiettivo di rendere fertile un territorio dalle grandi potenzialità, portando formazione e sviluppo economico. La nostra interlocuzione costante con le realtà rappresentative del territorio ne rafforzerà i risultati in modo concreto. Napoli può essere riferimento per la ripartenza del Paese partendo da quei luoghi che sono definiti del disagio e che invece sono luoghi di opportunità».

Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall'architetto Franz Di Salvo. Nel progetto era prevista la realizzazione di un nucleo di socializzazione che non è mai realizzato contribuendo al fallimento dell'opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga. Dei sette edifici originari ne furono abbattuti tre: nel 1997, nel 2000 e nel 2003.

Sono passati 19 anni da quando nel 2003 è stata abattuta la vela oggi diventata univeristà. Qui doveva nascere il centro della protezione civile, ma nel 2006 arriva il cambio d'uso e la Federcio II vuole farne la sede di scienze della nutrizione. Il progettp è costato circa 57 milioni di euro, 50 dalla regione e 7 dal comune.

Certo quello dell'università è un gran segnale. Ma il quartire rimane segnato da disoccupazione e povertà. Poco prima dell'inaugurazione della sede universitaria, si legge in una nota Ansa, gli attivisti del Comitato Vele, Cantiere 167 e Movimento disoccupati 7 novembre hanno esposto uno striscione con lo slogan "Siamo solo sognatori abusivi". "La gente come noi non molla mai" hanno urlato, rivendicando che quello che si è ottenuto a Scampia è anche merito della loro lotta. "Siamo stanchi di aspettare, noi vogliamo lavorare".

Qui sono le persone che fanno la differenza. E infatti, negli ultimi 10 anni, è diventato il quartiere con la densità associativa – 32 tra cooperative, imprese sociali, centri diurni, associazioni di volontariato – più alta di tutta la città. E ognuna di queste realtà è nata da persone che a Scampia non solo ci vivono, ma proprio la vivono, ne parlano la stessa lingua, anche se non sempre è una lingua facile. Tra loro l'associazione (R)esistenza Anticamorra,l’associazione Chi Rom e Chi no, il centro Gridas, il Mammut e ancora l'impresa sociale la Kumpania, l’Associazione Dream Team – donne in rete.