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Jeff Bezos, filantropia & licenziamenti

Antonio Danieli, direttore e vicepresidente di Fondazione Golinelli, commenta la notizia della mega-fondazione benefica, da 100 miliardi di dollari, di Mr. Amazon. A partire dall'esperienza di Marino Golinelli nel 1988. «Maquillage? Restituire va sempre bene». Ascolta l'episodio n. 35

di Giampaolo Cerri

Fa molto discutere la notizia, arrivata da oltre Atlantico l'altro ieri, di una fondazione filantropica di Jeff Bezos, l'inventore di Amazon. Il miliardario ha infatti annunciato di voler destinare almeno 100 dei suoi 128 miliardi di dollari di patrimonio personale alla creazione di un'istituzione filantropica che opererà nella lotta al cambiamento climatico e alla mitigazione dei contrasti politico-sociali.

Fa discutere perché l'annuncio arriva contemporaneamente alla notizia dell'avvio di una pesante ristrutturazione nel gruppo delle vendite online e che dovrebbero portare al licenziamento di 10mila dipendenti. Polemiche che sono arrivate anche in Italia dove, stamane, sul Sole 24 Ore, un anonimo ha acquistato una pagina intera, proprio per chiedere a Mr Amazon di rinunciare ai tagli al personale, come mostra il tweet del giornalista di Radio24, Simone Spetia.

Sulla costituenda Fondazione Bezos, siamo andati a sentire Antonio Danieli, direttore di Fondazione Golinelli a Bologna, attiva in campo culturale, educativo e dell'innovazione dal 1988. A crearla fu l'industriale farmaceutico Marino Golinelli, destinando metà del suo patrimonio che, a valori attuali, corrisponde a circa 100 milioni di euro: niente a confronto di quanto annunciato da Bezos ma certamente un record per l'Italia. Golinelli, nella foto in apertura insieme a Danieli, è scomparso nel febbraio scorso.

«Restituire parte della propria ricchezza», ha commentato Danieli, «è sempre positivo».

Ascolta il podcast.


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