Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Le organizzazioni siriane da sole non rispondono ai bisogni

Oltre 21mila le vittime tra Turchia e Siria. Le speranze di trovare altri superstiti si affievoliscono. «Il bisogno è immenso e supera le attuali capacità delle organizzazioni umanitarie siriane locali», dichiara Anwar, un operatore umanitario di un'organizzazione partner di Save the Children nel Paese. «Abbiamo bisogno del sostegno della comunità internazionale e delle grandi ong»

di Redazione

Noor* ha 10 anni, è fuggito dai combattimenti ad Aleppo e viveva a Idlib. Alla prima scossa di terremoto: «Siamo usciti, il terreno tremava, c'era una crepa nel soffitto della cucina, ed eravamo così spaventati che abbiamo lasciato la casa. Siamo andati alla moschea e poi ci hanno trasferito. Abbiamo bisogno di vestiti e stufe. Sta diventando davvero freddo». Noor ora vive in un rifugio temporaneo.

Le vittime del terremoto sono oltre 21mila. Quella che si sta vivendo è una vera catastrofe umanitaria. I sopravvissuti sono esposti alle temperature gelide e privi di beni di prima necessità come riparo, cibo, acqua e servizi igienici. Nella Siria Nordoccidentale milioni di bambini hanno urgente bisogno di cibo, riparo e vestiti pesanti. I bisogni sono enormi e crescono ogni giorno nelle aree coinvolte. Save the Children e i suoi partner hanno iniziato a rispondere fornendo razioni alimentari di emergenza, cibo agli operatori di ricerca e soccorso e tende per tenere i bambini al caldo e all'asciutto.

«La situazione in tutta la Siria nordoccidentale è come nessun'altra crisi al mondo in questo momento. Dalla perdita di membri della famiglia a quella della casa, alla mancanza di cibo e acqua pulita, gli effetti a catena di questo disastro hanno colpito ogni singolo bambino», dichiara Kathryn Achilles, Direttore Advocacy, Media and Comunicazione di Save the Children Siria. «I camion delle Nazioni Unite in arrivo nel Nord-Ovest forniranno un'assistenza vitale ai bambini e alle famiglie colpiti, ma rappresenta solo la punta dell'iceberg di quelli che sono i bisogni reali. Sono necessari ulteriori sforzi per garantire che tutti i bambini ricevano l'assistenza di cui hanno disperatamente bisogno».

«A Idlib la situazione è tragica. Il bisogno è immenso e supera le attuali capacità delle organizzazioni umanitarie siriane locali nel nord della Siria», racconta Anwar*, un operatore umanitario di un'organizzazione partner nel Nord-Ovest del Paese. «Ci auguriamo che le organizzazioni e la comunità internazionale continuino a fornire sostegni alle numerose famiglie che sono ancora in strada, sia a Idlib che nelle città circostanti, e che ci aiutino a superare questa crisi e ad aiutare coloro che sono ancora bloccati sotto le macerie, coloro che sono ancora vivi e hanno bisogno dell’assistenza medica». Nel Nord-Ovest della Siria, Save the Children sta lavorando a stretto contatto con le organizzazioni partner per valutare l'entità del danno e fornire un supporto vitale di cui i bambini hanno un disperato bisogno.

In Turchia il team di emergenza di Save the Children Turchia si sta preparando ad aiutare i bambini e le famiglie che vivono in strutture temporanee in varie località. L'Organizzazione ha fornito pasti caldi necessari per 500 persone rifugiate in uno stadio sportivo di Hatay ed è pronta a distribuire kit invernali alla popolazione, coperte, materassi e sacchi a pelo, per fronteggiare le rigide temperature. A Malatya e Antep, sono stati consegnati kit per neonati, che includono alimenti per bambini, latte e biberon.

«Oggi ho visitato un centro comunitario che viene utilizzato come rifugio temporaneo per le persone che hanno perso le loro case. Ho visto un ragazzo ferito alla testa. Era accompagnato dalla madre e dalla sorella, anch'esse tratte in salvo da sotto le macerie. Mentre ero lì, alla famiglia è stato detto che il padre del ragazzo non ce l’aveva fatta e che il suo corpo era stato recuperato dalle macerie. Le persone come questa famiglia, che hanno già sofferto molto, devono ora affrontare quello che rischia di essere un secondo disastro umanitario, poiché molti sono rimasti senza riparo, cibo e acqua», dice Berna Köroğlu, coordinatrice del team di risposta alle emergenze di Save the Children Turchia, che si trova nella provincia di Hatay, gravemente colpita. «Ad Antakya, nella provincia di Hatay, l'intera città è stata distrutta dal terremoto e le persone che abbiamo incontrato ci hanno detto che non hanno più nulla che li trattenga in quel luogo e che vogliono solo andarsene. Le loro condizioni di vita sono desolanti. Dormono in auto o in rifugi di fortuna, non ci sono servizi igienici né acqua corrente. In queste condizioni, questa gente non ha altra scelta se non quella di lavarsi all'aperto, con il rischio di contrarre malattie come colera, tifo e dissenteria, particolarmente letali per i bambini. Le regioni colpite hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per sostenere gli sforzi umanitari locali, per evitare che si verifichi una tragedia nella tragedia».

Per supportare la risposta all’emergenza di Save the Children, puoi fare una donazione qui: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze#form-start

*Nomi modificati per proteggere la privacy


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA