Cooperazione & Relazioni internazionali

Siria, Coopi: «Ad Aleppo la tensione è alta perché gli aiuti stentano ad arrivare»

«Le persone sono fortemente traumatizzate e disperate, chiedono cibo e soldi per comprare le cose di cui hanno più bisogno, insieme a materassi e coperte», dice Matteo Crosetti, coordinatore regionale Coopi - Cooperazione Internazionale in Medio Oriente. «ll nostro staff ad Aleppo riferisce che la tensione è molto alta. La gente è arrabbiata, perché gli aiuti stentano ad arrivare»

di Redazione

Sono circa 100mila le persone rimaste senza una casa ad Aleppo, in Siria, a causa del devastante terremoto che la mattina del 6 febbraio ha colpito il nord del Paese in guerra e la vicina Turchia. A stimare il numero è l’organizzazione umanitaria Coopi – Cooperazione Internazionale, operativa a sostegno della popolazione nell’area, dove è presente da 5 anni.

Coopi ha prestato i primi soccorsi a 4.500 uomini, donne, bambini e anziani, che hanno trovato riparo in 10 rifugi come scuole, chiese e moschee nelle aree di Kallaseh, Saif Aldauleh, Alneil Street, Jamilie, Sulayman Alhalabi, Bouston Alqasser, Qadi Askar. Mentre gli interventi proseguono, ha inoltre fornito sinora 500 coperte, 400 kit igienici (uno per famiglia), 800 lampade solari, 400 presidi medicali tra cui sedie a rotelle e stampelle, supporto psicologico a circa 1.500 persone. Ma il bisogno è altissimo.

«Le persone sono fortemente traumatizzate e disperate, chiedono cibo e soldi per comprare le cose di cui hanno più bisogno, insieme a materassi e coperte», dice Matteo Crosetti, coordinatore regionale Coopi in Medio Oriente. “«l nostro staff ad Aleppo riferisce che la tensione è molto alta. La gente è arrabbiata, perché gli aiuti stentano ad arrivare», aggiunge.

Secondo i dati rilasciati dal ministero della Salute siriano, al 13 febbraio le persone colpite dal terremoto erano ormai 7,2 milioni, di cui oltre 2 milioni nel governatorato di Aleppo. Qui 56 edifici sono crollati completamente, mentre un numero imprecisato di costruzioni è danneggiato o in procinto di collassare. Nella città di Aleppo, si stima che 18.500 famiglie abbiano trovato ricovero nei rifugi messi a disposizione dalle autorità locali e religiose.

Coopi ha attinto al suo fondo di prima emergenza per far fronte alle necessità immediate e organizzare nuove distribuzioni. «Ma è cessario fare di più», spiegano dall'organizzazione. Perciò rilancia un appello di raccolta fondi per sostenere le sue azioni di intervento umanitario a favore della popolazione. Si può donare a Coopi con la causale “Emergenza terremoto” in questo modo: online: https://dona.coopi.org/terremotosiria/; con bonifico bancario (Banca Popolare Etica – IBAN IT89A0501801600000011023694) e con bollettino postale (c/c 990200 intestato a COOPI).


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