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Franco Rotelli, che rese conciliabile l’inconciliabile

Andrea Morniroli, cooperatore sociale di lungo corso, ha scritto per VITA un commiato del grande psichiatra basagliano, scomparso oggi. «Nell’ultimo incontro con lui, poco più di una settimana fa, nel continuare il ragionamento su cosa significa oggi fare impresa sociale, Franco ci ha detto: "Mi raccomando continuate a essere curiosi"»

di Andrea Morniroli

Questa mattina Franco Rotelli ci ha lasciato. Inventore di sociale e di immaginari. Protagonista e artigiano di una delle pagine più belle e dignitose della storia italiana, la Legge Basaglia e il processo rivoluzionario che ne è seguito. La chiusura dei manicomi, la nascita delle imprese sociali, i processi di libertà, emancipazione, rispetto e felicità di migliaia di persone a cui era negato l’accesso alla dignità e all’aver spazio nel mondo.
Franco, con le altre e gli altri dell’esperienza basagliana e triestina – che abbracciamo con tutto l’affetto di cui siamo capaci – ha contribuito, come ci ha ricordato Ota De Leonardis, a rendere conciliabile l’inconciliabile.
Ci ha aiutati ha considerare possibile quello che viene proposto come impossibile.
Da oggi siamo più soli in questo lavoro testardo e bellissimo che rimette al centro margini e scarti. Che non è segnato dal fare del bene ma dalla tutela e promozione di diritti. Ma, allo stesso tempo, abbiano una responsabilità in più: quella di continuare ostinatamente a fare un lavoro sociale che non si accontenta, che non contiene ma tenta di cambiare, che sa essere visionario e non pigro, che considera le persone non oggetti ma soggetti con cui lavorare. Le persone come soggetti politici
Nell’ultimo incontro con lui, poco più di una settimana fa, nel continuare il ragionamento su cosa significa oggi fare impresa sociale, Franco ci ha detto: «Mi raccomando continuate a essere curiosi».
Grazie anche di questo ultimo, piccolo, ma straordinario consiglio.

Ciao Franco, la cooperativa Dedalus.


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