Welfare & Lavoro

Scuse per non essere inclusivi? Ridicole

#RidiculousExcuses è uno degli hashtag della campagna internazionale lanciata da Coordown in occasione del World Down Syndrome Day che si celebra ogni anno il 21 marzo. In un video lanciato prima su TikTok e ora sulle altre piattaforme social, si presentano le tante “scuse” per escludere chi una disabilità. «Sembrano forse piccole cose, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di inconsapevolezza» osserva la presidente Antonella Falugiani

di Antonietta Nembri

È passata una settimana dalla notte degli Oscar in cui James Martin, irlandese, 31 anni, attore con sindrome di Down è salito sul palco per ritirare la statuetta vinta con il film “An Irish Goodbay” (qui la news). Un evento importante che mostra come oggi il mondo sia sempre più attento all’inclusione. Ma non è sempre così e a ricordarcelo in occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down che si celebra ogni anno il 21 marzo, è la nuova campagna di sensibilizzazione internazionale del Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down – CoorDown “Ridiculous excuses not to be inclusive”. E in effetti c’è sempre qualcuno che tira fuori scuse ridicole per non essere inclusivo. E nel video lanciato in anteprima sul canale TikTok di Coordown e ora disponibile sulle altre piattaforme il campionario delle scuse è davvero notevole e – purtroppo – molto realistico.

Come spiega una nota dell’organizzazione nei mesi scorsi, con l’aiuto delle associazioni di tutto il mondo si è chiesto alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie quali fossero le scuse che si sono sentiti dire per essere esclusi da istruzione, sport, lavoro e altre opportunità. Alcune di queste scuse erano così incredibilmente ridicole che meritavano di essere adeguatamente celebrate. Da qui il film che con un tono di voce comico, anche se amaro, racconta appunto le scuse più utilizzate per negare l’accesso e il legittimo spazio alle persone con disabilità in cinque scene. Episodi di abilismo quotidiani, dall’esclusione dalla gita di classe, al mondo del lavoro, alla scuola, nello sport, nei campi estivi e nella vita sociale.
“Non è colpa tua, siamo noi a non essere preparati per portarti in gita!”, “Abbiamo già una bambina come te nel gruppo”, “Non abbiamo abbastanza sedie per invitarti alla riunione”, “Abbiamo chiuso le iscrizioni proprio dieci minuti fa!”, sono alcune delle scuse ridicole con cui viene spesso negata la piena partecipazione alla vita.


Fino al 21 marzo, il canale TikTok di @CoorDown , inoltre, si popolerà delle testimonianze reali di persone con sindrome di Down e delle loro famiglie provenienti da ogni parte del mondo e le scuse ridicole che hanno dovuto sentirsi dire. A queste si aggiungeranno le storie della community di TikTok, una delle più vivide del momento composta da oltre 1 miliardo di utenti mensili al mondo, ispirate dal jingle della campagna e da uno sticker creato appositamente, oltre all’hashtag ufficiale #RidiculousExcuses.

In quasi due decenni di attività, CoorDown è stata testimone di molte conquiste in termini di diritti e di inclusione, ma le persone con sindrome di Down affrontano ancora ogni giorno episodi di discriminazione e esclusione. Le persone con disabilità intellettiva, infatti, devono ancora lottare per ottenere un posto a scuola, nei campi estivi, nello sport, sul posto di lavoro e nella vita sociale.
In questi ultimi anni l’organizzazione è stata anche la promotrice di campagne dal forte impatto come #DammiPiùVoce, in cui vip del calibro di Sharon Stone rilanciavano le testimonianze dei ragazzi down, al #DearFutureMom del 2014 che parlava con delicatezza della decisione di portare avanti la gravidanza di un figlio con sindrome di Down (censurato dalla Francia), passando per #TheHiringChain sull’inclusione lavorativa la cui colonna sonora ha l’inconfondibile voce di Sting e #JustTheTwoOfUs dedicata alla sessualità e alla vita amorosa (ne abbiamo scritto qui).

Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce

Antonella Falugiani

Oggi si arriva un nuovo capitolo perché l’esclusione che permane non è quasi mai diretta ed esplicita. Spesso vengono addotte scuse ridicole che nascondono una verità più cruda e un atteggiamento discriminatorio. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”, quello che viene definito vero e proprio abilismo. Abilismo – spiegano a CoorDown – è una parola dal significato ampio che riguarda le norme, il senso comune e i codici, spesso inconsapevoli e non riconosciuti, che modellano le nostre idee e le rappresentazioni che abbiamo sulla disabilità. Parlare di abilismo ha l’obiettivo di denunciare come le discriminazioni siano un tema trasversale che riguarda anche le persone con altre disabilità o neurodiversità, ma non solo. È necessario anche porre l’attenzione verso altre diversità e gruppi sociali svantaggiati che vivono le stesse esperienze.

«Con questa campagna globale tocchiamo un tema che riguarda ognuno di noi: dare un nome e rendere visibile un fenomeno che le persone con sindrome di Down e i loro genitori, fratelli, sorelle e caregiver sperimentano quotidianamente», commenta Antonella Falugiani, presidente di CoorDown. «Sembrano forse piccoli eventi, in realtà sono vere e proprie discriminazioni fatte spesso con un sorriso di circostanza o di incosapevolezza che segnano però le vite e i cuori di chi le subisce».
Per Falugiani, infatti «È arrivato il momento di abbattere anche questo muro e smascherare le false “buone intenzioni” di chi per pigrizia o mancanza di comprensione ancora esclude le persone con disabilità intellettiva. Con questa campagna daremo spazio e voce a ragazzi, ragazze, bambini e adulti con le loro famiglie che ci racconteranno quante scuse ridicole hanno dovuto ascoltare e come hanno reagito per affermare il diritto a partecipare e a decidere su ogni aspetto della loro vita».

La campagna è nata dalla collaborazione con l’agenzia Small di New York ed è stata prodotta da Indiana Production e Tinygiant per la regia di Stoney Sharp. La musica è stata composta e realizzata da Stabbiolo Music.

«Siamo molto felici di tornare a collaborare con CoorDown per la giornata mondiale sulla sindrome di Down. Quando abbiamo sentito che tipo di scuse ricevevano le persone con sindrome di Down e i loro familiari per essere esclusi, ci siamo detti che queste scuse meritavano di essere portate alla luce e ridicolizzate» commentano Luca Lorenzini e Luca Pannese, Executive Creative Directors, Small New York. «Con gli amici di Stabbiolo ci siamo inventati un jingle che sottolineasse quanto davvero questi argomenti fossero assurdi. Non sarebbe bello se tutti coloro che vengono discriminati imparassero questo jingle e lo cantassero come risposta a chi, con un sorriso di circostanza, si inventa scuse per escludere? Non sarebbe bello se lo imparassero persone con sindrome di Down, sì, ma anche persone con altre disabilità, o qualunque altra persona che viene discriminata?».

Anche nel 2023 la campagna internazionale di sensibilizzazione di CoorDown è stata realizzata con il contributo di diverse associazioni internazionali tra cui Down’s Syndrome Association (UK), Down Syndrome Australia, Global Down Syndrome Foundation, New Zealand Down Syndrome Association, Best Buddies International, National Down Syndrome Society, Karachi Down Syndrome Program ed è patrocinata da DSi – Down Syndrome International.

Hashtag ufficiali della campagna sono: #RidiculousExcuses #WorldDownSyndromeDay #WDSD23

Immagini di Ufficio stampa


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