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Coprogettazione, ecco la guida per gli enti locali

L’ultimo quaderno dell’associazione nazionale dei comuni - Anci è dedicato al tema dei partenariati fra i Comuni e mondo del non profit. Le due modalità previste dal Codice del Terzo settore - Cts sono presentate grazie anche a una serie di strumenti pratici per dare attuazione all’amministrazione condivisa. Inoltre, gli allegati comprendono gli schemi degli atti relativi al procedimento di coprogettazione

di Francesco Dente

Due tasselli. Due pezzi che si incastrano. A sinistra gli enti locali, a destra gli enti del Terzo settore.
L’Anci sceglie l’immagine del puzzle per la copertina del suo ultimo quaderno (in allegato a fondo pagina) dedicato al tema dei partenariati fra i Comuni e l’arcipelago del non profit. Partenariati, al plurale, e non al singolare perché la guida mira a far luce su due modalità di coprogettazione previste dal Codice del Terzo settore (Cts).
La prima, più conosciuta, è quella regolata dall’articolo 55; la seconda, un po’ meno nota ma non per questo meno preziosa, è la valorizzazione dei beni culturali ad opera sempre del Terzo settore, disciplinata dagli articoli 71 e 89 del decreto legislativo n.117/2017, il “Codice” appunto.

Il quaderno nella premessa ripercorre le tappe fondamentali del tragitto che ha portato nell’ultimo ventennio a dar corpo al principio di sussidiarietà. Dalla riforma dell’articolo 118 della Costituzione licenziata nel 2001 al varo delle Linee Guida sul partenariato sociale del 2021, passando per la storica sentenza n. 131/2020 della Consulta sull’amministrazione condivisa. Storica perché ha voluto superare l’idea, queste le testuali parole del giudice delle leggi, per cui «solo l’azione del sistema pubblico è intrinsecamente idonea allo svolgimento di attività di interesse generale».

La parte centrale della guida è dedicata invece alle due forme di partenariato. Il quaderno operativo punta infatti a fornire un contributo ai Comuni e alle Città metropolitane per la predisposizione degli atti necessari per l’attuazione della collaborazione fra enti locali e privato sociale, alla luce sia della disciplina di settore che della disciplina speciale prevista in materia di Pnrr. Sono analizzate, in particolare, le analogie e le differenze dal punto di vista soggettivo (chi) e oggettivo (il tipo di beni e le attività consentite) fra la co-progettazione sociale e quella culturale. Quest’ultima è rivolta al miglioramento della fruizione culturale e alla promozione della ricerca scientifica attraverso il recupero, il restauro, la manutenzione programmata, la gestione, l'apertura al pubblico e la valorizzazione di beni culturali immobili. Si concretizza, nello specifico, attraverso procedure semplificate per l’individuazione del partner privato individuate dall’articolo 151 del Codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n.50/2016).

La parte conclusiva, infine, è dedicata agli strumenti pratici per dare attuazione all’amministrazione condivisa. Gli allegati comprendono gli schemi degli atti relativi al procedimento di co-progettazione. Dunque: bozze di determina di avvio del procedimento, di avviso, di domanda di partecipazione, di convenzione. Uno strumento di lavoro utile insomma non solo per le amministrazioni locali ma anche per il Terzo settore. I cui rappresentanti dovranno sedere sempre più, non di fronte, ma accanto a quelli del Comune.

In apertura photo by Vardan Papikyan on Unsplash


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