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Raccogliere il mare con un cucchiaino

Venerdì 28 aprile esce in tutte le librerie italiane “Raccogliere il mare con un cucchiaino”, opera d’esordio di Regina Catrambone, co-fondatrice insieme al marito Christopher di Moas-Migrant Offshore Aid Station. «Ho deciso di scrivere questo libro», dice Catrambone, «per stimolare un dialogo costruttivo che possa aiutare a gettare luce sui fenomeni migratori e a superare le paure che ne derivano»

di Redazione

Venerdì 28 aprile esce in tutte le librerie italiane “Raccogliere il mare con un cucchiaino”, opera d’esordio di Regina Catrambone, co-fondatrice insieme al marito Christopher di Moas-Migrant Offshore Aid Station, l’organizzazione umanitaria internazionale che dalla sua nascita nel 2013 si dedica ad assistere le persone migranti e le comunità più vulnerabili al mondo.

Il volume, edito da Città Nuova Editrice nella collana Prismi Saggi, è suddiviso in diverse sezioni tematiche e raccoglie le riflessioni, le emozioni e le storie che l’autrice ha scelto di condividere, a partire dalla sua esperienza, con l’obiettivo di parlare a chi ha chiuso il proprio cuore di fronte alla cattiva gestione del fenomeno migratorio.

«Ho deciso di scrivere questo libro», afferma Regina Catrambone, «per stimolare un dialogo costruttivo che possa aiutare a gettare luce sui fenomeni migratori nonché a superare le paure che ne derivano. Le storie e le riflessioni di cui parlo sono strettamente connesse alle vicende della mia famiglia, che ha deciso di utilizzare i propri talenti e le proprie risorse per aiutare gli altri. Non agiamo come singoli, ma ognuno di noi apporta il proprio bagaglio di esperienze e competenze per raggiungere il fine comune di perseguire quella che io chiamo la “globalizzazione della solidarietà". Vorrei che questo libro servisse a riattivare il dialogo costruttivo all’interno delle famiglie, nelle scuole, nelle università sui temi dell’accettazione e della condivisione».

Il delicato e controverso tema della migrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e le considerazioni contenute nel libro restituiscono al lettore una prospettiva diversa, personale ed innovativa, come l’utilizzo della tecnologia dei droni a scopo umanitario, o il concetto di “imprenditoria solidale”, fatta da coloro che sono capaci di investire sulla capacità del genere umano di dar vita a un circolo virtuoso. Le storie di rifugiati e persone migranti che l’autrice ha incontrato nel corso delle missioni umanitarie rappresentano uno spaccato importante, sono lo snodo per cambiare la narrazione, per offrire un punto di vista improntato all’empatia e alla solidarietà.

«La chiave di tutto è l’empatia», scrive il giornalista Sergio Nazzaro nella postfazione. «E nelle pagine di questo libro, finalmente, viene offerta la giusta definizione di questa parola, che è carne e sangue. L’empatia è una scelta, scomoda, ma che tutti noi invochiamo quando siamo dall’altra parte della frontiera del dolore, del disagio, quando siamo dalla parte di coloro che chiedono aiuto e a cui nessuno risponde».

Il volume presenta un linguaggio semplice e diretto, alla portata di tutti, per favorire una fruizione ampia, che parli in modo chiaro e comprensibile ad un’audience fatta di persone comuni. Per questo, è stato creato un utile glossario delle “Parole della migrazione”, che spiega in modo chiaro e intuitivo il significato di termini usati frequentemente dai media, dai giornalisti e dal grande pubblico.


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