Famiglia & Minori

Bambini scomparsi, bambini invisibili

Telefono azzurro rilancia l'impegno per i minori di cui si perdono le tracce, ogni anno migliaia in tutto il mondo. Una battaglia sovrannazionale e un lavoro quotidiano nella gestione, in Italia, del numero europeo 116.000. La viceministra Bellucci: «La Child Garantee importante ma non mi pare contenga, al proprio interno, il carattere di emergenzialità che la questione riveste». Caffo: «Questa piaga è come una ferita di conoscenza ed attenzione, oltre che di sicurezza»

di Giampaolo Cerri

«In Italia, nel 2021, i minori scomparsi sono stati in totale 12.117 di cui 3.324 italiani e 8.793 stranieri. Nel 2022 le denunce di scomparsa in Italia sono state 24.369, tra cui vi erano bambini». Telefono azzurro non ha mancato di celebrare, ieri, la Giornata internazionale dei bambini scomparsi. Ed Ernesto Caffo, il fondatore e oggi presidente, non ha mancato di ripartire, instancabile, dai dati di realtà. Questi appunto. Che se esaminati a livello sovranazionale, non sono migliori, anzi.

Basta leggere il Rapporto che la storica realtà ha reso pubblico ieri e che alleghiamo sotto: «Il numero dei bambini scomparsi a livello globale, europeo e nazionale continua a crescere. Più di 250mila bambini scompaiono ogni anno in Europa. Ben 715 bambini sono scomparsi a causa di violenza, abusi o negligenza. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni allarmanti, come emerge dagli ultimi dati resi noti dall’International Center for Missing and Exploited Children – Icmec e da Missing Children Europe».

Andiamo più lontano? «In Australia, nel 2021, ci sono state più di 34mila denunce di scomparsa di bambini, in Canada, nel 2022, si stima che siano state 30.840, in Russia, nel 2019, almeno 50mila mentre in Corea del Sud, i casi di scomparsa sono stati 19.146 nel 2020 e negli Stati Uniti, lo scorso anno, ci sono state 359.094 segnalazioni». Una questione grande, una questione drammatica, che non significa sempre abuso, sfruttamento sessuale, lavorativo o persino bellico (i bimbi soldato), ma quasi sempre vuole dire che un adulto ha deciso di far perdere le tracce di un minore, lo ha condotto dall’altro capo del mondo, magari in conflitto con altri adulti, famigliari come lui di quei bambini. Oppure sono quei piccoli o anche adolescenti “perduti” dalle burocrazie nei grandi movimenti di profughi, o quanti si allontanano autonomamente, magari perché stranieri e non accompagnati, in cerca di un ricongiungimento o di una situazione di inserimento immaginata migliore.

«La scomparsa dei bambini rappresenta una delle piaghe più drammatiche della nostra società ed è un tema che si è allargato negli ultimi anni, soprattutto oggi con la guerra in Ucraina con i bambini che fuggono dalla guerra o vengono deportati», ha detto forte Caffo, dal palco del Teatro Rossini a Roma, incastonato in un palazzo in pieno centro che ha, peraltro, una storia sociale antica, avendo ospitato un’ex Ipab, l’Asilo Savoia, oggi Azienda pubblica di servizi – Aps.

Telefono azzurro conosce bene il problema, visto che gestisce per l’Italia il numero europeo 116.000, dedicato appunto ai minori scomparsi.

A Roma, il professore modenese ha radunato, secondo un metodo consolidato in oltre 35 anni di storia “dalla parte dei bambini”, tante istituzioni – un panel pieno di carabinieri, poliziotti, finanziarie, prefetti che ai massimi livelli si occupano del tema -, un altro con politici, ricercatori, tecnici, giornalisti, impegnati a vario titolo queste vicende; un terzo con le organizzazioni internazionali e anche con Meta (ergo Facebook e Instagram), a parlare anche di un altro territorio di scomparse e rapimenti, magari anche solo dell’innocenza, quello della Rete.

«Questa piaga», ha proseguito il professore, «è come una ferita di conoscenza ed attenzione, oltre che di sicurezza. La sofferenza e l’assenza di attenzione ed allerta non si può trasformare in scomparsa. Si deve conoscere il fenomeno per contrastarlo, si devono creare reti, concrete e sinergiche, di allerta per intervenire in maniera più tempestiva ed efficiente, si deve prevenire per proteggere. A fronte di tutto ciò è necessario trovare delle risposte e questo può avvenire solamente attraverso il coordinamento delle istituzioni pubbliche, delle associazioni non profit e degli enti locali».

La viceministro Bellucci: «Un'emergenza»

Fra i vari interventi, si segnala quello della viceministra al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, che ha parlato di «situazione emergenziale» e di minori scomparsi, «che entrano nel circuito della prostituzione, della vendita degli organi e della malavita». Passione apprezzabile, che non fa difetto alla viceministra, anche se per fortuna il traffico di organi non risulta mai confermato, anzi si è rivelata spesso una leggenda metropolitana, gonfiata proprio contro la donazione degli organi (famosa quella ambientata in Kosovo, nel 2001, inconsapevolmente alimentata dall’allora sottosegretario alla Famiglia, Antonio Guidi), provocando la legittima protesta delle associazioni impegnate nel campo dei trapianti.

Parlando di minori scomparsi, Bellucci ha indicato la Child garantee, vale a dire il Sistema europeo per la protezione dei vulnerabili, come uno strumento importante, anche se forse, ha osservato, «non contiene il carattere della emergenzialità che il tema merita». Bellucci ha poi allargato il discorso ai bambini fuori dalla famiglia, come quelli in affido familiare e in comunità: «Abbiamo deciso di aprire un tavolo con interlocutori istituzionali, con le comunità scientifiche e il Terzo settore, sui minori fuori dalla famiglia, nel sistema delle case-famiglie e nelle strutture. Quelli i cui genitori sono soggetti alla sospensione della potestà genitoriale. Perché un tema», ha aggiunto, «è anche quello di minori che si allontanano all’interno di circuiti che sarebbero di protezione, per esempio le case famiglie».

Una questione, ha aggiunto la viceministro, resa più urgente dal fatto «che abbiamo una statistica manchevole: non abbiamo certezza dei minori collocati nel mare magnum delle forme dell’accoglienza famigliare, tant’è vero che abbiamo inserito nel Ddl Lavoro, approvato il 1 maggio, una relazione annuale sullo stato di questi minori affidati alle istituzioni».

Apparentemente un “fuori tema”, visto che si parlava di bambini scomparsi e non di quelli dei quali c’è magari una statistica incompleta a livello nazionale ma che i singoli Comuni, che li hanno in carico, conoscono molto bene. Un “fuori tema”, però, con cui Bellucci è sembrata voler dare il segnale che non è accantonata l’antica battaglia del suo partito, di Fratelli d’Italia (e della Lega), sul fronte dell’allontanamento dei minori a rischio e la dura polemica soprattutto indirizzata verso le comunità – lei stessa aveva s’era molto impegnata, nella parte finale della scorsa legislatura, per l’istituzione della commissione di inchiesta “sugli affidi e le case famiglia”.

Impegno bipartisan, grazie a Telefono azzurro

Sul palco del Teatro Rossini, si sono viste anche la dem Beatrice Lorenzin, e Annamaria Corazza Bildt di Più Europa, già europarlamentare e al lavoro proprio all’interno di Missing Children Europe dell’l’International Center for Missing and Exploited Children, una delle politiche più competenti in materia, che ha coordinato la sessione pomeridiana. Rappresentazione plastica di ciò che Caffo e Telefono azzurro sostengono da sempre e chiedono alla politica: che la battaglia per l’infanzia sia bipartisan.

La tragedia dei bimbi ucraini

Infine, nella Giornata dei bambini scomparsi, più volte ricordata trasversalmente la questione delle migliaia di bambini ucraini deportati in Russia, 19.500, e di cui ha dato conto Corrado Zunino di Repubblica. (sotto nel tweet di Telefono Azzurro). Non è chiaro se per costituire una gigantesca contropartita da scambiare coi prigionieri in mano ucraina o se non sia l’atto, attraverso l’adozione, di una spregevole “sottrazione etnica”. Qualcosa di feroce, come lo fu l’adozione dei figli dei “desaparecidos” argentini – e le parole ritornano, a distanza di mezzo secolo in una tragica coincidenza – da parte delle famiglie dei militari che li avevano uccisi.


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