Politica & Istituzioni

Perché l’autonomia differenziata farà male all’ambiente

Il Wwf in azione per segnalare le zone d'ombra della riforma Calderoli, voluta dal Governo, approvata dal consiglio dei Ministri nel febbraio, e ora al vaglio del Parlamento. Il rischio più importante: la geometria variabile della tutela ambientale e della bio-diversità

di Barbara Marini

Il Wwf continua a intervenire in maniera decisa su come il Parlamento sta affrontando i temi della tutela dell’ambiente e biodiversità, esprimendo ancora una forte preoccupazione per le modalità e le procedure che si stanno discutendo e per ciò che definisce «il rischio parcellizzazione del livello di tutela ambientale», segnalando che anche le proposte di legge in materia presentate dalle opposizioni, non trattano il tema della tutela ambientale con la necessaria attenzione e con il dovuto approfondimento. Invia così un position paper ai membri della I Commissione – Affari Costituzionali del Senato, focalizzando la sua attenzione sul disegno di legge sull’autonomia differenziata del Governo.

Con questo documento in pratica denuncia il fatto che i rischi ambientali insiti nel disegno di legge sull’autonomia differenziata proposta dal Governo, sono reali: la forte preoccupazione è rivolta sia alle procedure che si stanno seguendo (finora molto carenti dal punto di vista del confronto e della partecipazione al processo in atto), sia al reale pericolo di assistere a un peggioramento e una parcellizzazione del livello di tutela dell’ambiente e soprattutto della natura.

L'organizzazione storica dell'ambientalismo italiano, «ritiene indispensabile aprire una riflessione su una autonomia differenziata e sulla modifica dell’art. 9 della Costituzione, «per verificare se questi temi, passando da materia costituzionale a principio fondamentale della Costituzione, mantengano la stessa possibilità di essere trasferiti alle Regioni, negli stessi termini che erano stati indicati prima della modifica intervenuta nel 2022».

Con grande attenzione anche per chi verrà dopo, sostiene e ripropone «un regionalismo costruito attorno ai principi di responsabilità, interdipendenza, solidarietà e sussidiarietà, all’interno di un sistema di controlli e garanzie in capo allo Stato centrale a tutela dell’unitarietà per garantire la protezione dell’ambiente quale “valore di diritto fondamentale della persona e di interesse fondamentale della collettività”, come più volte ribadito dalla Corte costituzionale e rafforzato dalla modifica costituzionale approvata nel 2022 agli articoli 9 (tutela del paesaggio, dell’ambiente, degli ecosistemi e degli animali) e 41 (limiti della tutela ambientale all’iniziativa economica privata) della Costituzione.

Inoltre, il Wwf ricorda che, dopo la riforma dell’art. 9 della Costituzione approvata nel febbraio dello scorso anno, la tutela dell’ambiente e della biodiversità dev’essere garantita anche nell’interesse delle generazioni future». Ma ecco in sintesi i punti del testo inviato: innanzitutto, il Wwf «osserva che le procedure con cui vengono trattate le materie su cui lo Stato e Regioni hanno assieme competenza normativa (cioè “legislazione concorrente”) devono essere diverse da quelle su cui lo Stato ha competenza legislativa esclusiva tra cui c’è la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali».

Wwf ritiene che «non si debba correre il rischio di compromettere le garanzie di tutela ambientale valide in tutto il Paese favorendo un “regionalismo asimmetrico” con il moltiplicarsi delle competenze di protezione ambientale a livello decentrato, pur se l’art. 116 della Costituzione preveda che possano essere trasferiti alle Regioni ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia anche in tema di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali».

Sottolinea, proprio perché l’ambiente è un valore e non solo una prestazione tecnica che la Repubblica garantisce ai cittadini, che «sarà un’operazione particolarmente delicata definire in campo ambientale i “Livelli essenziali di prestazioni” – Lep che sono la «soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono il nucleo invalicabile per rendere effettivi tali diritti e per erogare prestazioni sociali di natura fondamentale».

Non solo, il Fondo per l'ambiente osserva che «i temi della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema dovrebbero essere oggetto di attribuzione di competenze regionali solo se le Regioni interessate dimostrino di essere in grado di assicurare una maggiore tutela rispetto a quella comunque garantita dallo Stato e che l’autonomia differenziata possa essere oggetto di Intese solo con attività puntualmente individuate e monitorate».

«Necessaria», infine per il Wwf, «una valutazione del Governo e del Parlamento sui rischi della “geometria variabile”, derivante dal regionalismo differenziato in tema di tutela dell’ambiente e della biodiversità, considerato che si potrebbe ampliare il contenzioso già esistente con la Commissione Europea su queste materie e data l’importanza dei principi vincolanti a fini di protezione ambientale a livello internazionale e sovranazionale (in particolare dell’Unione Europea)».


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