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Economia & Impresa sociale 

Transizione digitale ed ecologica, un percorso di innovazione per le imprese sociali

Si chiama Human Tech ed è un programma di open innovation e accelerazione pensato da Cgm ed Entopan Innovation per supportare le organizzazioni e fornire risposte nuove ai bisogni sociali tradizionali e a quelli emergenti

di Redazione

I profondi processi di trasformazione tecnologica stanno trasformando i modi di operare nell’ambito del welfare, modificando i saperi e le competenze, i contenuti del lavoro sociale, le forme di offerta dei servizi in ragione della nascita di piattaforme digitali per l’erogazione dei servizi. In tale scenario è importante che, nella creazione di strumenti digitali, le persone e le comunità rimangano al primo posto, in modo da realizzare tecnologie al servizio delle persone e non viceversa. È su questi elementi che è maturata una consapevolezza: le nuove sfide che le imprese sociali – enti di Terzo settore che producono beni e servizi di utilità sociale in vista di obiettivi di interesse generale – devono affrontare per generare importanti benefici per le persone, le comunità e i territori, necessitano dell’elaborazione e della costruzione di un framework e di un approccio in grado di orientare l’introduzione di soluzioni tecnologiche nella value chain delle organizzazioni sociali.

Human Tech, il primo e inedito percorso di open innovation e accelerazione, disegnato su misura per supportare le imprese sociali nei percorsi di transizione digitale ed ecologica, nasce con la finalità di rafforzare sistematicamente l’approccio all’innovazione delle organizzazioni, utilizzando le tecnologie abilitanti disponibili e/o favorendo la nascita di Poc (proof of concept) da scalare per fornire risposte nuove ai bisogni sociali tradizionali e a quelli emergenti. Il programma nasce in un quadro di collaborazione tra Cgm ed Entopan Innovation. L’iniziativa prevede un accompagnamento modellato sull’impresa sociale, attraverso un percorso di innovazione e sostenibilità -in termini di processo e prodotto/servizio – nonché un supporto per lo scouting di risorse finanziarie in equity e/o debito e per l’individuazione di partner strategici. Ed è per questa ragione che il programma Human Tech prevede il supporto di importanti soggetti finanziari del settore quali Cgm Finance e il fondo Sefea Impact.

Tre i principali ambiti d’intervento del programma per favorire processi di cambiamento positivo: l’organizzazione interna delle imprese sociali (con l’obiettivo di incidere nelle relazioni tra le persone, modificando le interazioni tra diversi livelli gerarchici, introducendo innovazioni organizzativi e di processo); le relazioni con gli utenti (con l’obiettivo di generare nuove tipologie di prodotti e servizi facendo ricorso, ad esempio, a tecnologie di IoT per la teleassistenza, wearable, human augmentation, sensori o soluzioni di intelligenza artificiale, etc.); le relazioni con gli ecosistemi locali e nazionali (con l’obiettivo di creare nuove interazioni tra soggetti rafforzando i network territoriali oppure quelli verticali, attraverso comunità virtuali, strumenti di weblogging, swarming tactics, piattaforme di interazione, ecc.).

L’iniziativa ambisce a diventare cantiere permanente e luogo di riflessione e progettazione condivisa, restituendo alle imprese sociali una visione e una maggiore consapevolezza nell’adozione di soluzioni tecnologiche coerenti con i fabbisogni di innovazione delle persone e delle comunità locali. Human Tech, infatti, supporterà le imprese sociali nell’affrontare la transizione digitale, favorendo l’introduzione di modelli di pensiero critico con il quale orientare le politiche dell’innovazione, in un senso più equo, giusto, inclusivo.

L’attenzione nei confronti di un’innovazione di impatto, inclusiva, coesiva e generativa, capace di rispondere alle sfide contemporanee è il fil rouge che unisce i promotori di Human Tech. Da un lato Cgm, consorzio che riunisce oltre 550 organizzazioni tra consorzi, cooperative e imprese sociali e che per primo in Europa, fin dagli anni ’90, lavora per la definizione, lo sviluppo e la diffusione dell'impresa sociale come veicolo di innovazione trasformativa attraverso un approccio inclusivo e radicato nelle filiere del welfare e delle economie sociali territoriali ; dall'altro Entopan Innovation, incubatore, acceleratore e hub di open innovation che promuove e pratica il paradigma dell’Innovazione Armonica, un approccio di visione e metodo che intende indirizzare lo sviluppo tecnologico recuperando la prospettiva umanistica, intergenerazionale e di impresa di lungo termine necessaria ad affrontare il cambiamento d’epoca in corso e i suoi effetti sull’equilibrio ambientale, sociale, economico, demografico e democratico.

«Human Tech rappresenta una grande opportunità nella nuova strategia di Cgm che è volta ad abilitare l'impresa sociale nel fronteggiamento delle sfide trasformative poste dalla nostra società», afferma la presidente di Cgm, Giusi Biaggi. «Per questo crediamo sia necessario che le imprese sociali e le loro reti locali intraprendano percorsi di open innovation avvalendosi di uno specifico accompagnamento e connettendo, in questo modo, le proprie risorse interne a quelle derivanti dai più ampi ecosistemi d'innovazione, rappresentati, nello specifico, da Harmonic Innovation promosso da Entopan».

«L’open innovation è una pratica molto diffusa nel nostro Paese, adottata dalle medie imprese e dalle corporate, supportate da università, centri di ricerca, incubatori e acceleratori», dichiara Alessandro Maria Lerro, presidente di Entopan Innovation. «Human Tech si propone di portare l’innovazione aperta all’interno delle imprese sociali, sperimentando approcci e metodi ricontestualizzati. Sia perché il passaggio epocale richiede una visione multidimensionale dell’organizzazione, nella quale sostenibilità e innovazione camminano insieme, sia perché le imprese sociali necessitano di essere accompagnate in percorsi trasformativi, attenti agli impatti positivi, pensiamo che l’innovazione armonica possa costituire un terreno fertile nel quale aiutare il terzo settore ad essere parte attiva della transizione digitale in corso».


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