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Cooperazione & Relazioni internazionali

Nigeria: follia allo stato puro!!!

di Giulio Albanese

Non è possibile! In Nigeria ormai la follia ha davvero preso il sopravvento, un qualcosa di aberrante e le parole da sole non bastano a descrivere la scena del delitto. Una giovanissima kamikaze, oggi, si è fatta esplodere in un’affollata stazione degli autobus a Damaturu, in mezzo a ragazzini e ragazzine che vendevano noccioline, cercando così di racimolare qualche centesimo per sbarcare il lunario. La terrorista suicida ha superato i controlli e poi si è fatta saltare in aria intorno alle ore 13 ora locale. La scena che si è presentata agli occhi dei testimoni a dir poco raccapricciante: brandelli di carne dappertutto, pezzi di una umanità dolente, immolata sull’altare dell’egoismo umano. Almeno 16 i corpi straziati e senza vita, mentre trenta risultano essere al momento i feriti. La maggior parte delle vittime erano bambini che avevano voglia di vivere, un diritto negato. La responsabilità della strage non è stata rivendicata, ma tutto lascia ritenere che dietro questo ennesimo atto di sangue ci siano i famigerati Boko Haram, che dallo scorso anno arruolano donne kamikaze, per la facilità con la quale possono nascondere esplosivi sotto tuniche e vestiti, eludendo così i controlli della sicurezza. Scusate la mia temerarietà, ma faccio mia la lamentazione di Fëdor Michajlovic Dostoevski: “Perché i bambini devono morire?” Di tutte le altre lacrime dell’umanità, delle quali è imbevuta la terra intera, non dico nemmeno una parola. Ho ristretto di proposito il focus della mia mente su queste giovani vite nigeriane. Mi sento, col cuore e con la mente, proprio come Dostoevski ne “I fratelli Karamazov”: “Io sono una cimice e riconosco in tutta umiltà che non capisco per nulla perché il mondo sia fatto così. Vuol dire che gli uomini stessi hanno colpa di questo: è stato concesso loro il paradiso, ma essi hanno voluto la libertà e hanno rubato il fuoco dal cielo, pur sapendo che sarebbero diventati infelici, quindi non c’è tanto da impietosirsi per loro”. Ma per queste giovani vite non basta il pianto, occorre levare la nostra indignazione. Non è possibile essere silenti! Forse, prima di domandarci dove sia finito Dio nei bassifondi nigeriani, chiediamoci dov’è l’uomo! Per favore, diamo voce ai senza voce!


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