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Produrre fraternità

di Paolo Venturi

“…di liberare la dignità e le capacità delle persone e, lo ripeto, di produrre fraternità”

Papa Francesco torna a parlare alla cooperazione durante l’assemblea di Confcooperative e lo fa ancora una volta sollecitando una riflessione profonda e significativa in termini di sfide da percorrere. Le cooperative devono “produrre fraternità”. Due parole apparentemente distanti ed in contrasto, ma che invece contengono, a mio avviso, la cifra dell’innovazione a cui è chiamata la cooperazione.

Provo a darne conto.

Il primo elemento è “la produzione” come fatto sociale. La dimensione produttiva non è più solo appannaggio del mercato e delle sue regole massimizzatrici, ma è la modalità e il luogo in cui “si forma il carattere delle persone” (Marshall), si investe sulle loro capabilities (A. Sen), producendo così ben-essere. La “produzione” è un fatto sociale che si manifesta attraverso la cooperazione fra soggetti (Becattini) ed è la modalità peculiare delle cooperative per generare e redistribuire valore.

Il secondo elemento è “la fraternità” intesa come elemento che sta nel mercato e non fuori, perché è proprio il principio di fraternità che consente al mercato di fiorire e svilupparsi.

Spesso si tende a confondere la solidarietà con la fraternità; una società fraterna è anche solidale, mentre non necessariamente una società solidale è fraterna. La solidarietà è il principio di organizzazione sociale che tende a rendere uguali i diseguali e con essatendiamo innanzitutto a ridurre le disuguaglianze. La Fraternità, invece, è quel principio di organizzazione sociale che consente agli eguali di essere diversi (Zamagni). Non è un gioco di parole. L’uguaglianza è il contrario della disuguaglianza, mentre il contrario della diversità è l’uniformità.

Il principio di fraternità, quindi, consente agli uguali di esprimere in maniera diversa le proprie attitudini e preferenze e di non cadere in un quella visione omologante (e distorta) che troppo spesso viene suggerita da molte istituzioni, come la soluzione migliore ai fallimenti dello Stato e del mercato.

Agire per la solidarietà è quindi necessario, ma non sufficiente: per uno sviluppo umano integrale e per coltivare la biodiversità della cooperazione occorre “produrre fraternità”.


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