Politica & Istituzioni

62 anni e non sentirli

di Franco Bomprezzi

Quest’anno non avrei voluto scrivere a ridosso di una data che non è particolarmente densa di significato. Compiere 62 anni, di per sé, non è un traguardo memorabile. In genere l’attenzione si fissa attorno ai passaggi ritenuti fatidici: i 20 anni, poi i 30, ancor più i 40, interessanti anche i 50, mentre i 60 creano già qualche apprensione. 62 è per così dire un anno qualsiasi. Il silenzio, in certi casi, è opportuno. Non per paura o perché mi preoccupi l’anagrafe, ma per il semplice fatto che non riesco ad abbinare niente di particolarmente significativo attorno a questo genetliaco. Ecco perché sono rimasto sorpreso, molto piacevolmente, da un regalo on line di Simonetta Morelli, blogger come me di InVisibili, il blog di corriere.it dedicato appunto ai temi della disabilità. Simonetta, senza dirmi niente, ha espresso molti pensieri attorno al mio compleanno, con grande delicatezza e profondità, come le è del resto abituale. Vi consiglio vivamente la lettura, non per narcisismo personale, ma anzi, al contrario, per cogliere, nel suo ragionamento, il senso di un lavoro collettivo sulla comunicazione positiva. Un lavoro che io porto avanti anche qui, su FrancaMente, da tanto più tempo, e con lettori attenti anche se parchi di commenti.

Poi, dopo aver condiviso quel suo post nella mia pagina facebook e su twitter, ho assistito a un fenomeno per certi versi impressionante: una valanga di auguri, affettuosi, personalizzati, provenienti da centinaia di “amici” di ogni parte d’Italia. Un fenomeno che è sicuramente determinato anche dall’avviso che i social network fanno a proposito dei compleanni dei propri contatti. Ma scorrendo la lista dei nomi mi sono accorto di tante cose. E le vorrei condividere con voi.

C’erano e ci sono i tanti mondi, le tante relazioni personali che nel corso degli anni ho stabilito, molto spesso in modo tutt’altro che virtuale, con uomini e donne, giovani e meno giovani, noti o meno noti, occupandomi a vario titolo di diritti, di cronaca, di persone, di storie, di associazioni, di battaglie di principio, di passioni (compreso il tifo calcistico), di amicizie personali, di affetti. Mi rendo conto di non essere capace in nessun modo di corrispondere in modo adeguato alle aspettative e alla stima che tante persone in un’occasione così semplice, come un banale compleanno, hanno sentito il bisogno di esternare, magari solo con un augurio, altre volte con un pensiero, con un incitamento, con un ricordo.

Mi sono reso conto di aver vissuto, in questi 62 anni, tante vite, persino diverse. Vite che sono state scandite dai trasferimenti di città in città, di lavoro in lavoro, di impegno in impegno. Una serie di passaggi che io tendo a trasformare in capitoli a se stanti, quasi impermeabili l’uno all’altro, forse perché non riesco, nella mia mente e nel mio cuore, a reggere contemporaneamente il carico, anche emotivo, di così tante relazioni umane, quasi mai superficiali o del tutto effimere.

Penso dunque che ciò che ci mantiene realmente vivi e giovani, al punto che davvero non sento il peso degli anni – anzi mi stupisco per primo e mi sorprendo a pensare al futuro con grande voglia di novità e di nuovi apprendimenti ed esperienze – è proprio questa possibilità di incontrare, ascoltare, condividere, partecipare. In poche parole la nostra vita è relazione. Senza questa spinta fortissima, che implica purtroppo il contrappasso di non riuscire a garantire a ogni persona un contatto adeguato e forte come forse vorrebbe, la mia esistenza sarebbe molto più statica, e probabilmente mi sentirei già arrivato, appagato, magari non del tutto soddisfatto, ma comunque convinto di aver già dato molto.

Se un messaggio mi sento di affidare al blog e a tutti voi, è proprio questo. Non fermarsi mai, provare ogni giorno a rendere pieno di senso il nostro vivere, anche volendo bene a se stessi, per la verità. Non sempre è possibile, non sempre è facile. Ma guardare all’indietro non aiuta, mentre progettare il futuro ti permette di immaginare un mondo nel quale le nostre battaglie, i nostri ideali, le nostre speranze, in qualche modo potranno avere una risposta. Tutti insieme.


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