SVIMEZ: buone notizie per la Basilicata, ma non c’è solo Matera

di Marco Percoco

L’Italia e il Mezzogiorno stanno faticosamente rialzando la testa, a quasi dieci anni dalla crisi profonda in cui erano piombati. E la Basilicata non è da meno, secondo quanto ci consegna il Rapporto SVIMEZ.

Il tasso di crescita del PIL lucano è stato del 2,1% nel 2016, ben lontano dal 5,4% del 2015, ma più del doppio della media meridionale e due volte e mezza quella italiana. Similmente, il tasso di disoccupazione scende dal 13,7% al 13,3% e quello di occupazione sale dal 49,2% al 50,3%.

E’ certamente un buon momento, ma è necessario andare oltre la superficie di questi numeri per comprendere costa sta accadendo.

Quando l’anno scorso si registrò il fatidico +5,4%, vi fu una gran cagnara circa l’origine di questo dato, con molti a decantare le lodi del turismo e della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura. I dati mostrarono invece l’ovvio, ovvero che quel risultato era frutto della ripresa della produzione degli stabilimenti FCA.

Quest’anno, il panorama non è molto diverso, poichè la crescita del valore aggiunto (sommariamente, della produttività) dell’industria in senso stretto è stato del 4,7%, mentre quello dei servizi di solo lo 0,7%. La situazione non è molto diversa se si considera la dinamica occupazionale settoriale, con il numero di occupati nell’industria cresciuti del 4,5%, contro l’1,7% del settore terziario.

Questi numeri, certamente molto positivi, ci restituiscono uno scenario significativo, da non sottovatolutare, ovvero una situazione in cui l’industria, con quella automobilistica ed estrattiva in primis, a giocare chiaramente il ruolo di settore strategico e in cui il terziario, benchè importante, non è il traino dell’economia regionale, anzi, pur in presenza di una chiara e forse tumultuosa crescita di presenze turistiche, non ha una forza tale da guidare le sorti della Basilicata.

Questa evidenza è molto rilevante dal punto di vista della politica economica locale perchè riesce a mettere in prospettiva interventi eccessivamente sbilanciati su turismo e cultura e, di fatto, troppo timidi sui settori che fanno gran parte dei redditi dei Lucani. La strategia di sviluppo regionale non può continuare a vivere in uno splendido isolamento, perdutamente innamorata di Matera 2019, e dimenticare ciò che ha fatto l’economia lucana negli ultimi decenni e che, sperabilmente, continuerà a farlo anche nel 2020.


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