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Gli Elii sono gli Ultimi Jedi?

di Paolo Dell'Oca

Gli Elio e le Storie Tese si sciolgono, Andrea Pirlo conclude la sua carriera artistica, e Leonardo Ortolani ha appeso la maschera di Rat-Man al chiodo. Uau. Senza flettere i muscoli siamo nel vuoto, al termine del primo anno di presidenza trumpiana.

Gli Elii si sciolgono perché si sono resi “conto di essere fuori dal tempo: youtuber, rapper, influencer… Queste sono le persone che parlano ai giovani oggi”. Un’amarissima aranciata. Fuori dal tempo, come dicevano i Bluvertigo 20 anni fa. Ai nostri fratelli e sorelle minori gli EELST non arrivano.

Perché? Non sono sufficientemente semplici. Di uno youtuber (Martina Dell’Ombra a parte, forse) sembra più facile capire cosa pensa, e quindi è più immediato fidarsi di lui, ridere con lui. Ma quante volte inseguendo la semplicità si incorre nel semplicismo?

Quante volte inseguendo la semplicità si ricorre al semplicismo?

Me lo chiedo mentre mi guardo intorno durante il loro ultimo (…) concerto: scelgono i brani storici, quelli che fanno cantare gran parte del Forum. Mi soffermo sui volti del settore alla mia sinistra. Centinaia di persone (la maggior parte delle quali, effettivamente, mie coetanee) che scoppiano a ridere all’unisono per passaggi di testo che conosciamo a memoria.

Capelli. Sono andati via e non torneranno mai. In piazza li rimpiazzo.

Se ognuno di noi fosse lì da solo non si divertirebbe così forte, ci fa ridere anche l’essere insieme. Essere così stupidi, o così intelligenti, ma insieme. La condivisione di un’appartenenza, pure minima, è quella roba lì: uno è padre, figlio, compagno, italiano, milanese, abbonato a di Radio Popolare, interista, carnivoro, nerd e, per un percentile sottilissimo, fan degli Elio e le Storie Tese.

Abbiamo una cosa in comune, amiamo un gruppo musicale, salviamo ciò che amiamo.

Sono andato a vedere “Gli ultimi Jedi”. Si presta a molteplici letture, di cui alcune molto semplici. Per esempio ci sono i Pokémon, per strizzare l'occhio ai giovanissimi. Per esempio Yoda dice a Luke che alla giovane Ray, aspirante Jedi, non serve leggere, sa già ciò che contengono i libri. Per strizzare l'altro occhio ai giovanissimi, che non leggono, i marrani. Kylo Ren introduce una direzione alternativa a Luce e Lato Oscuro: il vecchio e il nuovo. E si libera dal casco: la regia ha bisogno di mostrare un volto, di Vader ce ne è stato uno, ed era il 1977.

Per dire, il giorno della prima del film Mark Hamill (l'attore che interpreta Luke Skywalker), è stato intervistato da J-Ax, e non da Rocco Tanica. Il giorno della prima. J-Ax. Luke Skywalker. Quello di io sono tuo padre.

***Inizio piccolo spoiler*** Ad un certo punto dell’inizio, Finn, uno degli eroi, sta per scappare dall’astronave dei buoni, che compongono la Resistenza. Rose, sua fan, addetta alla manutenzione, se ne accorge, e lui prova a spiegarle che non stava disertando, ma voleva allontanarsi per salvare Ray (la faccio facile).

Ad un certo punto della fine, Finn, per neutralizzare un cannone da sfondamento capisce che deve sacrificarsi lanciandosi nella bocca del cannone. Rose glielo impedisce intercettandolo e ferendosi gravemente. Quando lui le chiede perché l’abbia fatto, lei gli risponde: That’s how we’re going to win. Not fighting what we hate. Saving what we love. ***Fine piccolo spoiler***

Con questa battuta la Disney forse si smarca dall'ombra che vuole Star Wars d’ispirazione per il terrorismo islamico, ma il 2017 tramonta su un’Italia in cui sembrano crescere le appartenenze di chi in comune individua minacce alla propria identità, nemici per la sicurezza. Di chi confonde la Resistenza con l'Impero. Flettiamo i muscoli e siamo dentro alle elezioni.

Il più grande maestro il fallimento è, predica Yoda. Semplice o semplicistico? Punti di vista. Vado a gridare fortissimo "zenzero".


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