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Le scelte di Francesco

di Don Antonio Mazzi

Monsignor Edoardo Menichelli, anni 75, è nato a Serripola di San Severino Marche. È uno dei tanti che ha lavorato nel Supremo Tribunale della Segreteria Apostolica e alla Congregazione per le Chiese Orientali. Aveva chiesto le dimissioni per limiti di età, come tutti gli altri porporati. Il Papa non solo gliele ha respinte, ma gli ha preparato uno scherzetto. Domenica 4 gennaio u.s. un amico di Monsignor Menichelli, ascoltando l’Angelus in tv, sente tra i quindici cardinali nuovi, il nome di Menichelli e corre a dirglielo. “Mi prendi in giro!”. L’amico è scoppiato in lacrime. “Allora è vero, Dio mio!?”. Questo Papa fa il Papa così. L’unico curiale, tutti gli altri quindici sono stati scelti secondo l’unico suo criterio. Lui vuole pastori e pastori siano. Presi dalle periferie del mondo, dal Tonga alla Birmania, incurante delle età cronologiche e banalizzando le manie promozionali: dal giovanissimo Arcivescovo Soane Mafi, nato nel 1961, a cinque Vescovi già ottantenni. Sono rappresentati diciotto paesi minori e gli equilibri curiali sono totalmente rovesciati. Nessuna metropoli vale più di una piccola diocesi e soprattutto la chiesa, con questo Papa, è veramente universale. Non ha nazioni privilegiate. Qualcuno pensa già al domani e al dopo Francesco. Lui, certamente, ha un solo chiodo fisso in testa e lo ha espresso in una delle sue brevi intercessioni: “Pregate perché i nuovi Cardinali con la loro esperienza pastorale mi sostengano più intensamente nel mio servizio apostolico”. Quale dimensione e quale intensità racchiudano le due ultime parole, non è difficile da comprendere, almeno in parte. La rivoluzione dolce per un verso, progressiva, decisa e faticosissima per un altro, ha isolato un Pontefice che viene dal mondo sottovalutato, sfruttato e vittima dei giochi delle nazioni potenti. Credo che nelle sue orecchie e davanti ai suoi occhi (a Plaza de Mayo ci sono stato anch’io) siano ancora troppo forti e vivi i pianti della mamme, le forze dell’ordine che controllavano a cavallo (io ricordo solo i militari a cavallo), con la gente che piangeva, malediva o passeggiava turisticamente. In quella piazza c’è il mondo e quella piazza, ripeto, il Papa ce l’ha ancora tutta nel suo cuore. Ma i rimbombi di quella piazza, per essere capiti e vinti, hanno bisogno di noi piccoli credenti, di noi popolo. E per i Pastori, il popolo è la chiesa viva, carismatica, antiburocratica. Ecco il motivo per cui il Papa ha pescato questi nuovi Cardinali: “Perché sostengano più intensamente il mio servizio apostolico”.


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