Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Salvini non si è dimesso neppure oggi. È incollato alla sedia

di Riccardo Bonacina

I colleghi che oggi hanno affollato il Senato per le comunicazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in gran parte condividono una sensazione, “Matteo Salvini oggi è parso un pugile suonato”. Ne è sicuro Marco Da Milano direttore de L'Espresso.

Non so se sia così, anche se plasticamente l'incertezza di Salvini sullo scranno da cui doveva parlare ha dato l'idea di un certo spaesamento di fronte ad uno scenario che certamente non si aspetta quando l'8 agosto ha aperto la crisi con la mozione di sfiducia al presidente Conte. Impressionante anche l'imbarazzo di Massimiliano Romeo , capogruppo della Lega al Senato che intervistato dalle Tv non sapeva proprio che dire se non che “Salvini resta un leader” (sic).

Nei contenuti, dopo il feroce (ovviamente nel linguaggio di un noioso leguleio come Conte che però ha accusato Salvini di opportunismo e ambizione personale sulla pelle del Paese) attacco del presidente del Consiglio nei suoi confronti, lui non ha avuto altro da replicare (se non la sua capacità di buttarla sempre in vacca “Volete un colpevole, eccomi, sono qui”) se non il ribadire che lui sarebbe pronto a riprendre il filo di un'alleanza che però, era del tutto evidente a tutti tranne che a lui, non c'è proprio più. Salvini arriva pure a ritirare la mozione di sfiducia nel tentativo di riavvolgere un nastro di cui non si trova più ne capo ne coda. Come fosse terrorizzato dal non dover esser più Ministro dell'Interno.

Per il resto nel suo intervento la solita capacità di promettere tutto e di più: “Voglio un futuro di crescita, prosperità, felicità”. Non ha osato dire: “ se mi darete i pieni poteri la mattina colazione gratis per tutti e la sera gratis anche l'ammazzacaffè!” ma ci è arrivato vicino.

Fatto sta che neppure oggi Matteo Salvini non si è dimesso, come del resto i suoi ministri e sottosegretari. VA così da 11 giorni eppure era la strada maestra per chiudere la partita e andare alle urne. Probabilmente Salvini non si aaspettava l'iniziativa di Renzi che a dispetto di quanto detto in 14 mesi si è detto disponibile a un'ipotesi di nuovo governo.

Molta retorica e molta insistenza insistenza di #Salvini sull'essere “uomini liberi” che però è parsa excusatio non petita dopo lo scandalo di russiagate.

Attaccato alla sua poltrona con il vinavil e questa è forse una delle poche certezze di questa crisi politica più simile a una pochade che a una tragedia. Forse anche per questo Salvini se ne è andato dal Senato per raggiungere il ministero dell'Interno per, così ha detto “seguire la vicenda Open Arm”.

Già le ong, la seconda ossessione di Salvini oltre il potere di cui ha assaporato tutta l'ebrezza in questi mesi. Quanto di concreto ci sia in questa ossessione lo dimostra questa infografica pubblicata oggi da Vita.

Su questo tema apprezzabile che Matteo Renzi abbia ricordato gli oltre 400 esseri umani ostaggio del Ministro della Paura.

Una giornata, in conclusione, che certifica anche la sparizione di Luigi Di Maio che ha seguito il tuitto con la faccia di un bambino beccato a mettere le mani nella marmellata. E non è una sparizione che riguardi solo questa giornata, io credo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA