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Attivismo civico & Terzo settore

Riforma, buone nuove per il fundraising

di Elena Zanella

Dopo l’incontro del 27 novembre con l’onorevole Luigi Bobba, di cui ho dato notizia qui, il gruppo promotore è più che mai determinato a portare in fondo i propositi rispetto al fundraising, certo com’è che il punto di vista dell’operatore deputato alla sostenibilità economica dell’organizzazione nonprofit non possa che arricchire di contenuti e consapevolezza le discussioni sui temi legati alla Riforma del Terzo settore in atto.

In risposta alle sollecitazioni emerse in quell’occasione, abbiamo ordinati ed elencati alcuni punti su cui crediamo sia utile interrogarsi in un confronto aperto e produttivo; temi su cui il fundraising ha un ruolo discriminante e determinante in termini di crescita virtuosa e progressiva del nonprofit nel nostro Paese:

1. Chi raccoglie fondi lo deve fare nel rispetto di alcuni standard, come i codici etici e di comportamento per le donazioni, che preservino i comportamenti virtuosi e salvaguardino il donatore e l’atto di donazione.

2. Il contribuente deve avere la facoltà di scegliere se rendere pubblica o meno all’ente la propria scelta – e, quindi, la propria identità – rispetto all’8, 5 o 2 per mille. Stessa cosa in relazione agli SMS solidali.

3. Unificare le agevolazioni fiscali per chi dona con un occhio di riguardo alle cause ritenute più difficili e di impatto socialmente utile per le quali è previsto un minor intervento da parte dello Stato.

4. Rivedere l’attuale sistema di raccolta fondi con SMS.

5. Riflettere sulla ripartizione delle somme provenienti dal 5 per 1000, su cui, peraltro, si è di recente espressa anche la Corte dei Conti (vai alla news su Repubblica.it del 25 novembre 2014).

6. Favorire la trasparenza, rendendo obbligatoria la pubblicazione dei bilanci online se l’organizzazione si avvale di attività di raccolta fondi, e, sopra un importo da definire, la certificazione degli stessi .

Quanto proposto, in coerenza con quanto precedentemente indicato, non impatta in termini di contabilità dello Stato, e se da una parte mette le organizzazioni nonprofit virtuose e meritorie in una condizione di vantaggio favorendone la crescita, dall’altra verte a sfavorire eventuali comportamenti opportunistici da parte di quelle organizzazioni, per così dire, “viziose”.

Ma c’è di più.

L’onorevole Edoardo Patriarca ha letto e accolto favorevolmente la call pubblica del 9 ottobre presentata al sottosegretario Luigi Bobba (la trovi qui) e ci ha informati di aver presentato l’emendamento rispetto all’inserimento della raccolta fondi così come proposto in revisione all’articolo 6, questo in vista dell’iter parlamentare che prenderà il via nei prossimi giorni.

La notizia coglie tutti noi di sorpresa e viene accolta da noi tutti con entusiasmo.

Auspichiamo uno sviluppo favorevole e l’avvio di un Tavolo di confronto entro i primissimi mesi del 2015.

Noi ci crediamo e andiamo avanti.


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