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Cooperazione & Relazioni internazionali

Storico: senza “quote rosa” 3 donne da oggi comandano Cile, Argentina e Brasile

di Paolo Manzo

Viste dall’America latina fanno più pena che ridere le baruffe chiozzotte tutte italiche sulla bocciatura delle cosiddette “quote rosa” nella legge elettorale, con analisi noiosissime  in tv, editorialisti che potrebbero assai meglio impiegare il loro tempo (privato) e spazio (pubblico), parte delle donne del PD “arrabbiate” e la presidente della Camera Laura Boldrini “amareggiata”. Adoro le donne di cui riconosco la superiorità intellettuale e di resistenza. Naturalmente in casa mia l’ultima decisione spetta sempre a mia moglie e sono convinto che se l’Italia fosse guidata dalle donne andrebbe certamente meglio. Detto questo, vivendo in un paese, il Brasile, guidato da Dilma Rousseff dal 2011, non posso non sottolineare come con l’insediamento odierno di Michelle Bachelet alla presidenza cilena, per la prima volta nella storia del Sudamerica i tre principali paesi della regione hanno “in contemporanea” una donna al posto di massimo comando.

Anche l’Argentina, infatti, dal 2007 è guidata da una donna, Cristina Fernandez de Kirchner. Il tutto senza nessuna “quota rosa” od obbligo normativo che dir si voglia. La conseguenza è che in Sudamerica oggi il dibattito politico non perde tempo in chiacchiere da bar con cui distrarre la popolazione, riempire spazi tv od occupare (sprecandole) le pagine dei giornali ma si concentra sul futuro, tecnologico, industriale, sociale e, ça va sans dire, anche dei diritti delle donne.

In Italia no, al solito si parla di cose inutili come dimostrano i fatti. Bachelet, senza nessuna quota “rosa” né di altro colore, aveva infatti semplicemente promesso che metà del suo governo sarebbe stato composto da donne. Agli elettori la cosa è piaciuta molto e l’hanno votata a stragrande maggioranza.

Naturalmente Bachelet ha mantenuto la promessa e metà del suo consiglio dei ministri è “rosa”, giusto per usare un colore molto in voga a parole in Italia. Semplice così. Come tutto sommato semplice è stato nominare presidente del Senato Isabel Allende, non la scrittrice ma la figlia del presidente Salvador Allende. Anche qui per la prima volta e senza nessun obbligo di legge.

Spero davvero che la nozione di quanto avviene in questa parte di mondo (non così residuale se è vero che qui acqua, materie prime, foreste e petrolio abbondano)  possa servire a togliere un po’ di “amarezza” alla presidente della nostra Camera ed un po’ di “arrabbiatura” alle nostre deputate del PD che, tra l’altro, essendo (almeno così dichiarano) “di sinistra” dovrebbero ben sapere che donne di sinistra sono anche Michelle, Dilma e Cristina, le tre presidenti che da oggi, e per la prima volta nella storia, guidano in contemporanea Cile, Brasile ed Argentina, i tre gigante del Cono Sur. Scusate se è poco


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